riccardo76
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lunedì 8 agosto 2011
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che voglia di sparire...dalla sala!!!
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Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però, a mio avviso, anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi.
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Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però, a mio avviso, anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi. Infine, attraverso un’interpretazione religiosa dell’opera, la luce potrebbe rappresentare la fede, l’unica salvezza contro le tenebre del male, che stanno prendendo sempre di più il sopravvento in una società oramai quasi completamente atea, come si vede dalla scena finale dove proprio la luce tenue di una candela in chiesa determina la salvezza di un personaggio.
Quindi, Vanishing on 7th street, sembrerebbe un valido film, con molti buoni propositi e spunti di riflessione, se non fosse per il fatto che, trattandosi di un thriller paranormale – con risvolti catastrofici e fantascientifici – esso non riesce a tenere in tensione lo spettatore, finendo per annoiarlo a morte, a causa di una struttura debole. Tanto per cominciare il film si presenta come un concentrato di cliché visti e rivisti in pellicole del passato, per citarne le migliori, E Venne il Giorno di Shyamalan, l’Ultimo uomo della terra di Ragona e La notte dei morti viventi di Romero, che, se per alcuni critici possono rappresentare eleganti citazioni, dal mio punto di vista non fanno altro che dare l’impressione del dejà-vu, provocando un crollo di interesse, di tensione e di attenzione dal momento in cui lo spettatore se ne rende conto. Uno dei cliché più sfruttati qui presente è la composizione del gruppo dei sopravvissuti: ritroviamo infatti puntualmente l’eroe giovane, bello e sprezzante del pericolo, poi, il solito ferito, che, come sempre, finisce per risultare d’impaccio agli altri, quindi, l’esperto di pronto soccorso per curare quest’ultimo – in questo caso una sedicente fisioterapista – e , infine, non poteva mancare la povera vittima innocente, un bambino, che spera ancora nel ritorno della madre (curiosamente manca la bellona del gruppo, colei che dovrebbe innamorarsi dell’eroe, al fine di assicurare al pubblico una scena di sesso). Anche le situazioni risultano quelle già sfruttate a più non posso nei peggiori B-movie: i sopravvissuti braccati in un locale circondato dai mostri, la necessità di fuggire per mancanza di munizioni ( in questo caso torce e tutto ciò che fa luce), il tentativo di recuperare un mezzo per la fuga, la morte di alcuni nel tragitto, la salvezza di pochissimi. Già con questi elementi la tensione cala inesorabilmente, ma anche la sceneggiatura non aiuta, con le sue poche scene di suspense, ed i prolungamenti di tempo estenuanti di certe situazioni. Anche per quanto riguarda gli effetti speciali, poi, il film scivola nel ridicolo: le ombre infatti, con i loro movimenti goffi e i loro lamenti, ricordano molto gli spiriti cattivi di Ghost, che rappresentano la parte meno riuscita di quel capolavoro; solo che in quel caso correva l’anno 1989, e perciò si poteva giustificare la grossolanità degli effetti speciali, ma non nel caso di una pellicola del 2011, con tutte le tecniche digitali a disposizione. Infine, anche i dialoghi contribuiscono al crollo di tensione e attenzione, rallentando fastidiosamente un ritmo già di per sé lento, per non parlare della loro inconsistenza, costruiti sulla banalità più assoluta.
Alla fine quindi, allo spettatore verrebbe voglia di distruggere quel maledetto motorino generatore di corrente per porre fine a questa noia tremenda, e scomparire dalla sala.
Ma c’è qualcosa da salvare? – Sì, ma non molto: oltre alle intenzioni implicite già citate, un piccolo colpo di scena, quasi alla fine, in cui si fa credere che sia scomparso un personaggio, mentre in realtà si tratta di un altro e il finale, che per fortuna, si distacca dalla massa dei predecessori, facendo morire l’eroe (scusate lo spoiler) e raffigurando i piccoli sopravvissuti in una poetica scena di allontanamento a cavallo dalla buia Detroit. Tuttavia, questo non basta a far scrollare di dosso dallo spettatore una noia mortale!
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(di riccardo76)
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riccardo76
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domenica 7 agosto 2011
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che voglia di sparire...dalla sala!!!
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Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però, a mio avviso, anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi.
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Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però, a mio avviso, anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi. Infine, attraverso un’interpretazione religiosa dell’opera, la luce potrebbe rappresentare la fede, l’unica salvezza contro le tenebre del male, che stanno prendendo sempre di più il sopravvento in una società oramai quasi completamente atea, come si vede dalla scena finale dove proprio la luce tenue di una candela in chiesa determina la salvezza di un personaggio.
Quindi, Vanishing on 7th street, sembrerebbe un valido film, con molti buoni propositi e spunti di riflessione, se non fosse per il fatto che, trattandosi di un thriller paranormale – con risvolti catastrofici e fantascientifici – esso non riesce a tenere in tensione lo spettatore, finendo per annoiarlo a morte, a causa di una struttura debole. Tanto per cominciare il film si presenta come un concentrato di cliché visti e rivisti in pellicole del passato, per citarne le migliori, E Venne il Giorno di Shyamalan, l’Ultimo uomo della terra di Ragona e La notte dei morti viventi di Romero, che, se per alcuni critici possono rappresentare eleganti citazioni, a mio avviso non fanno altro che dare l’impressione del dejà-vu, provocando un crollo di interesse, di tensione e di attenzione dal momento in cui lo spettatore se ne rende conto. Uno dei cliché più sfruttati qui presente è la composizione del gruppo dei sopravvissuti: ritroviamo infatti puntualmente l’eroe giovane, bello e sprezzante del pericolo, poi, il solito ferito, che, come sempre, finisce per risultare d’impaccio agli altri, quindi, l’esperto di pronto soccorso per curare quest’ultimo – in questo caso una sedicente fisioterapista – e , infine, non poteva mancare la povera vittima innocente, un bambino, che spera ancora nel ritorno della madre (curiosamente manca la bellona del gruppo, colei che dovrebbe innamorarsi dell’eroe, al fine di assicurare al pubblico una scena di sesso). Anche le situazioni risultano quelle già sfruttate a più non posso nei peggiori B-movie: i sopravvissuti braccati in un locale circondato dai mostri, la necessità di fuggire per mancanza di munizioni ( in questo caso torce e tutto ciò che fa luce), il tentativo di recuperare un mezzo per la fuga, la morte di alcuni nel tragitto, la salvezza di pochissimi. Già con questi elementi la tensione cala inesorabilmente, ma anche la sceneggiatura non aiuta, con le sue poche scene di suspense, ed i prolungamenti di tempo estenuanti di certe situazioni. Anche per quanto riguarda gli effetti speciali, poi, il film scivola nel ridicolo: le ombre infatti, con i loro movimenti goffi e i loro lamenti, ricordano molto gli spiriti cattivi di Ghost, che rappresentano la parte meno riuscita di quel capolavoro; solo che in quel caso correva l’anno 1989, e perciò si poteva giustificare la grossolanità dei mostri, ma lo stesso non vale per una pellicola del 2011, con tutte le tecniche digitali a disposizione. Infine, anche i dialoghi contribuiscono al crollo di tensione e attenzione, rallentando fastidiosamente un ritmo già di per sé lento, per non parlare della loro inconsistenza, costruiti sulla banalità più assoluta.
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epiere
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sabato 6 agosto 2011
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si poteva fare di più
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idea iniziale affascinante:corpi che scompaiono e lasciano i loro vestiti in terra,il contrasto tra luce e buio e la paura atavica di quest'ultimo.Poi un pò stucchevole e prolungata la parte centrale legata alla sopravvivenza dei pochi superstiti.
Ma il regista ci sa fare e quindi ci tiene abbastanza sulle spine fino all'epilogo finale in cui risparmia solo 2 giovanissimi per lasciare la speranza che tutto possa ricominciare.
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infognaman76
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mercoledì 3 agosto 2011
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"5 cose fondamentali"
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5 cose fondamentali per fare un film indipendentemente dal genere: 1)CHI 2)QUANDO 3)DOVE 4)COME 5)PERCHE'. Questo film risponde solo a due delle 5..... 3)DOVE e 4)COME e sinceramente il "4)COME" anche in maniera approssimativa..... Il mio modestissimo parere personale e' che il film finisce come inizia senza rispondere a molte delle dovute domande che lo spettatore si fa guardando il film. In conclusione a me sto film non e' piaciuto per niente e non capisco le 3 stelle date nella recensione di MYMOVIES. Comincio seriamente a pensare che nel valutare il genere HORROR i recensori di MYMOVIES dovrebbero astenersi,viste le recenti valutazioni del tutto errate e prive di fondamento ( guardare anche le recensioni di "IMAGO MORTIS" ed "ESP-FENOMENI PARANORMALI"
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astromelia
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domenica 31 luglio 2011
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cosa è questo
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qualcuno mi spieghi la metafora di questo film,di solito comprendo ma qui mi pare un calderone fatto di citazioni d'embleè,eterna lotta tra il bene e il male o vita e morte,santi e peccatori? sopravvivono i due ragazzini perchè è la vita che si affaccia al mondo e sono incontaminati dal peccato? cioè,almeno fossero credibili questi thriller,ma qui nessuno mangia e dorme mai e nessuno fa illazioni circa la situazione ,volendo analizzare bisognerebbe rivederlo,ma non ne vale la pena,film astruso poco comprensibile e dal finale fantastico......
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dian71cinema
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sabato 5 febbraio 2011
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finalmente un prodotto ingegnoso
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D'AVVERO UN BEL PRODOTTO CINEMATOGRAFICO CHE VALE LA PENA VISIONARE. SE E' PUR VERO CHE TRATTASI DI UNA TEMATICA GIA' AFFRONTATA IN PRECEDENTI LAVORI, QUESTO PERO' NON E' FRA I PEGGIO REALIZZATI, TUTT'ALTRO.. LA TENSIONE NASCE DALL'INVISIBILITA' ..NON E' NECESSARIO RICORRERE AD EFFETTACCI SPLATTER PER IMPRESSIONARE LO SPETTATORE,.. QUI IL BRAVO ANDERSON RIESCE AD IMPRIMERE UNA TENSIONE COSTANTE SU UN PIANO EMOTIVO SOTTILE ...E RIESCE NEL DIFFICILE COMPITO DI FORNIRE ALLO SPETTATORE DIFFERENTI CHIAVI DI LETTURA INTERPRETATIVE SUL PIANO PSICOLOGICO RISPETTO AL TEMA DELL'OLOCAUSTO.. LA PECCA FORSE STA NEI BLANDI EFFETTI SPECIALI, MA LA CAPACITA' DI REALIZZARE UN FILM A BASSO COSTO MA CON SAPIENZA E MAESTRIA ALTRETTANTA CAPACITA' DI FARLO CON ELEMENTI SEMPLICI QUALI LA LUCE E LE OMBRE, MANTENENDO UN EFFETTO SCENICO IMPRESSIONANTE, VALE LA PENA ANNOVERARLO COME UNA CAPACITA' CREATIVA MOLTO RARA.
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D'AVVERO UN BEL PRODOTTO CINEMATOGRAFICO CHE VALE LA PENA VISIONARE. SE E' PUR VERO CHE TRATTASI DI UNA TEMATICA GIA' AFFRONTATA IN PRECEDENTI LAVORI, QUESTO PERO' NON E' FRA I PEGGIO REALIZZATI, TUTT'ALTRO.. LA TENSIONE NASCE DALL'INVISIBILITA' ..NON E' NECESSARIO RICORRERE AD EFFETTACCI SPLATTER PER IMPRESSIONARE LO SPETTATORE,.. QUI IL BRAVO ANDERSON RIESCE AD IMPRIMERE UNA TENSIONE COSTANTE SU UN PIANO EMOTIVO SOTTILE ...E RIESCE NEL DIFFICILE COMPITO DI FORNIRE ALLO SPETTATORE DIFFERENTI CHIAVI DI LETTURA INTERPRETATIVE SUL PIANO PSICOLOGICO RISPETTO AL TEMA DELL'OLOCAUSTO.. LA PECCA FORSE STA NEI BLANDI EFFETTI SPECIALI, MA LA CAPACITA' DI REALIZZARE UN FILM A BASSO COSTO MA CON SAPIENZA E MAESTRIA ALTRETTANTA CAPACITA' DI FARLO CON ELEMENTI SEMPLICI QUALI LA LUCE E LE OMBRE, MANTENENDO UN EFFETTO SCENICO IMPRESSIONANTE, VALE LA PENA ANNOVERARLO COME UNA CAPACITA' CREATIVA MOLTO RARA.. MA QUANDO LE ABILITA' SONO INNATE SI MANIFESTANO FACILMENTE. PERSINO L'INTERPRETAZIONE DEGLI ATTORI CHE E' A LIVELLO SUFFICIENTE MA NON ECCELSO, RIESCE VINCENTE..TUTTO MERITO DELLE SAPIENTI MANI E MENTE DI ANDERSON CHE REALIZZA UN PRODOTTO DI QUALITA' RAGGIUNGENDO UN AMPIA VALUTAZIONE. IL FINALE E' CERTO STUCCHEVOLE, LASCIANDO POCO SPAZIO AD INTERPRETAZIONI CONCRETE, MA AMPIO MARGINE ALLE VALUTAZIONI DELLO SPETTATORE SULL'UMANITA' CHE CI CIRCONDA.. UN MESSAGGIO ANIMALISTA INOLTRE E' PRESENTE E BEN RAPPRESENTATO, SEMPRE IN MODO DELICATO COME DEL RESTO E' QUESTO LAVORO CINEMATOGRAFICO. DA VEDERE. VOTO 8+
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[+] nessuno ha mai giocato ad alan wake?
(di insecretsean)
[ - ] nessuno ha mai giocato ad alan wake?
[+] bisogna giudicare nel complesso.
(di cattivit)
[ - ] bisogna giudicare nel complesso.
[+] secondo me tu ci capisci di film
(di masqat)
[ - ] secondo me tu ci capisci di film
[+] ...
(di consigli per gli aquisti)
[ - ] ...
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ecoval
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domenica 30 gennaio 2011
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cavolata pazzesca
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manco lo segnalo perchè è una gran cavolata .............non andate a vederlo o noleggiate il dvd soldi buttati via
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