luca scialo
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venerdì 12 giugno 2020
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la metafora dell'albero e le radici del passato
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A ben 8 anni di distanza dalla prima pellicola, Julie Bertuccelli firma il suo secondo film. Dove a farla da padrona è la metafora dell’albero come fonte di vita. Di ancoraggio al passato grazie alle sue profonde radici. E così, la piccola protagonista Simone, crede che nel grosso albero vicino casa, risieda l’anima del padre morto di infarto. Ma è costretta a incassare il pregiudizio e gli sfottò della madre e degli altri tre fratelli. Madre che inizia a frequentare il suo datore di lavoro, ma è come se l’albero gli mandasse dei segnali e le sensazioni di Simone fossero corrette. Un film delicato, sull’aggrapparsi a qualcosa di tangibile per non perdere ciò che non possiamo toccare e sentire più.
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giorpost
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mercoledì 7 giugno 2017
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la natura dà, la natura toglie
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Dawn è una felice casalinga che vive con marito e figli nella provincia orientale del Queensland, Australia; ben presto il povero Peter, però, abbandona la vita terrena a causa di un improvviso arresto cardiaco, lasciando la moglie (di origini francesi) nel più totale sconforto e con 4 ragazzini da crescere senza nemmeno un lavoro. Tra essi spicca Simone, vispa e testarda bimba di 8 anni, l'unica della famiglia (almeno inizialmente) a non rassegnarsi alla scomparsa del padre; la piccola, infatti, si convince che lo spirito del genitore, al quale era molto legata, viva tra i rami di un grosso albero di fico che domina il terreno scosceso della casa di famiglia, sorta di semi-palafitta poggiata su piloni.
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Dawn è una felice casalinga che vive con marito e figli nella provincia orientale del Queensland, Australia; ben presto il povero Peter, però, abbandona la vita terrena a causa di un improvviso arresto cardiaco, lasciando la moglie (di origini francesi) nel più totale sconforto e con 4 ragazzini da crescere senza nemmeno un lavoro. Tra essi spicca Simone, vispa e testarda bimba di 8 anni, l'unica della famiglia (almeno inizialmente) a non rassegnarsi alla scomparsa del padre; la piccola, infatti, si convince che lo spirito del genitore, al quale era molto legata, viva tra i rami di un grosso albero di fico che domina il terreno scosceso della casa di famiglia, sorta di semi-palafitta poggiata su piloni. Quell'albero, chissà quanto antico, diviene in breve tempo rifugio e confessionale di Simone, la quale entra in perfetta simbiosi con la grande pianta -il padre- e con la natura che in essa appassisce o si rigenera a seconda della siccità. Proprio quest'ultima segna un punto di svolta della storia: a causa dell'atavica mancanza d'acqua le radici dell'albero si spingono fin dentro le tubature dello scarico provocando una mini-invasione di rospi nel bagno d casa. Costretta a cercare un idraulico nella più vicina cittadina, Dawn si ritrova all'improvviso con un lavoro da segretaria in un negozio di proprietà di un uomo che, per tratteggio e atteggiamenti, ricorda il compianto Peter. Saranno questi, George, e la piccola Simone a determinare una rinascita psicologica della (ancora) giovane vedova che riscopre vecchi istinti e si lascia trasportare nella credenza che il marito la guidi, o la giudichi, attraverso quell'albero che sta creando seri problemi strutturali alla casa, tanto da convincere tutti, o quasi, che sia arrivato il momento di farlo abbattere. O forse no...
L'Arbre (Fra, Aus, 2010) è un film fatto con pochi soldi, ma con tanti spunti. La pellicola, nonostante tratti di morte e dolore, è particolarmente solare vista l'ambientazione di fondo, quell'Australia autentica e profonda, quasi perennemente baciata dalla stella che ci da vita. Diretto da Julie Bertuccelli e tratto da un romanzo locale, L'albero è una riflessione sulla fragilità della vita e su quanto possa essere dura ripartire a seguito di un evento tanto duro quanto totalizzante come la morte. Tutti noi abbiamo un modo diverso di elaborare il lutto, quello scelto dalla protagonista risulta impacciato e stralunato, ma comunque credibile, anche se (a dire il vero) la Gainsbourg non mi ha mai convinto del tutto, e non solo in quest'opera. La bellezza dei paesaggi e la forza della natura si ergono a veri pilastri del film, allorquando ci fanno capire la potenza che possono sprigionare: l'uomo, in fondo, può davvero poco a cospetto della Madre Terra quando questa fa sul serio, vuoi che si tratti di radici inquietanti ed invadenti, vuoi che si tratti di uragani che spazzano via tutto.
Con un finale che ci lascia in sospeso (una nuova alba ed una nuova vita vanno cercati altrove, lontano), in questo lavoro risultano degni di nota gli interpreti d sostegno, a partire dalla promettente Morgana Davies.
Voto: 7
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andrea levorato
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martedì 1 novembre 2011
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una piccola perla d'autore sul lutto
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L’albero ***
Produzione: Francia 2010
Genere: Drammatico
Attori principali: Charlotte Gainsbourg, Morgana Davies
Regia: Julie Bertuccelli
Trama:
Il film segue la storia della famiglia O’Neil, a terra per la morte improvvisa del padre. Simone incomincia a passare molto tempo sopra il fico in cortile, dice di riuscire a comunicare con il genitore perduto attraverso esso. Finché l’albero non dovrà essere abbattuto.
Mini recensione:
“L’arbre” è una delle rivelazioni che il cinema d’autore francese ci ha portato negli ultimi anni. Un’opera piccola, sincera, commovente, che fa degli interpreti eroi umani, che sbagliano, ma continuano ad amare.
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L’albero ***
Produzione: Francia 2010
Genere: Drammatico
Attori principali: Charlotte Gainsbourg, Morgana Davies
Regia: Julie Bertuccelli
Trama:
Il film segue la storia della famiglia O’Neil, a terra per la morte improvvisa del padre. Simone incomincia a passare molto tempo sopra il fico in cortile, dice di riuscire a comunicare con il genitore perduto attraverso esso. Finché l’albero non dovrà essere abbattuto.
Mini recensione:
“L’arbre” è una delle rivelazioni che il cinema d’autore francese ci ha portato negli ultimi anni. Un’opera piccola, sincera, commovente, che fa degli interpreti eroi umani, che sbagliano, ma continuano ad amare.
Se il troppo buonismo comunque (anche se ben bilanciato da un sano cinismo) non vi convince, una piccola rivelazione per vedere “L’albero” c’è: Moragana Davies, doppiaggio infame a parte, è straordinaria. E si può non aggiungere altro.
Interpretazioni:
Charlotte Gainsbourg ***
Morgana Davies ****
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luana
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domenica 24 luglio 2011
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mah..
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Lunghissimo, ripetitivo, calligrafico, infine piuttosto noioso. Storia anche un po' incredibile nella sua esasperazione. Buona l'interpretazione "svagata" della Gainsbourg. Si salva la scena del pianto della vedova mentre si abbandona a un altro uomo;quella dell'ultimo attaccamento della bimba all'albero durante la scena del ciclone come quella in cui la madre in sintonia con la figlia si adagia sulle sue radici. La cosa interessante di questo film sarebbe stata mettere la natura come protagonista: in tutta la sua capacità lenitrice del dolore; di come essa parli nel suo mistero, sconquassi e rassereni e di quanto ne siamo determinati. Ma tutto rimane in superficie data la regia sostanzialmente piatta.
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Lunghissimo, ripetitivo, calligrafico, infine piuttosto noioso. Storia anche un po' incredibile nella sua esasperazione. Buona l'interpretazione "svagata" della Gainsbourg. Si salva la scena del pianto della vedova mentre si abbandona a un altro uomo;quella dell'ultimo attaccamento della bimba all'albero durante la scena del ciclone come quella in cui la madre in sintonia con la figlia si adagia sulle sue radici. La cosa interessante di questo film sarebbe stata mettere la natura come protagonista: in tutta la sua capacità lenitrice del dolore; di come essa parli nel suo mistero, sconquassi e rassereni e di quanto ne siamo determinati. Ma tutto rimane in superficie data la regia sostanzialmente piatta.
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astromelia
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sabato 23 luglio 2011
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riflessivo e di qualità
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il film si presta a molte riflessioni,che ognuno estrapolerà vedendolo,perchè ogni scena ha un significato recondito,va rivisto per captarne ed imprimere meglio in memoria il significato della vita e le sue molteplici sfaccettature,ottimo cast d'insieme,belle immagini.
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flyanto
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sabato 16 luglio 2011
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l'elaborazione del lutto dalla parte di una bimba
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Film sull'elaborazione di un lutto da parte di una famiglia e, soprattutto, da parte di una bambina di otto anni e della sua mamma. Delicato, profondo e con un'attenta e precisa osservazione riguardo i sentimenti e le reazioni infantili. Brava Charlotte Gainsbourg e soprattutto la bambina che ne interpreta la figlia con la sua espressività.
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renato volpone
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sabato 9 luglio 2011
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il vero albero della vita
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Affidarsi a un albero per sopravvivere: per sopravvire alla morte dell'amore, della sicurezza, dell'affetto, della forza di un padre che colpito da un infarto si accascia e muore contro quest'albero gigantesco. L'albero parla di lui alla figlia di otto anni, parla di lui alla moglie affranta, parla di lui agli altri tre figli che sembrano non crederci, ma tutti sono legati irrimediabilmente alla vita prorompente di questo grande albero assesato. E' sete d'amore, è sete di certezze, è sete di felicità. Delicato, recitato benissino (la bambina protagonista è eccezionale), fotografia fantastica e musiche davvero splendide. Cinque stelle davvero meritate anche per l'originalità di questo soggetto che racconta con invenzioni nuove il dolore dell'elaborazione del lutto.
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Affidarsi a un albero per sopravvivere: per sopravvire alla morte dell'amore, della sicurezza, dell'affetto, della forza di un padre che colpito da un infarto si accascia e muore contro quest'albero gigantesco. L'albero parla di lui alla figlia di otto anni, parla di lui alla moglie affranta, parla di lui agli altri tre figli che sembrano non crederci, ma tutti sono legati irrimediabilmente alla vita prorompente di questo grande albero assesato. E' sete d'amore, è sete di certezze, è sete di felicità. Delicato, recitato benissino (la bambina protagonista è eccezionale), fotografia fantastica e musiche davvero splendide. Cinque stelle davvero meritate anche per l'originalità di questo soggetto che racconta con invenzioni nuove il dolore dell'elaborazione del lutto. Meraviglioso
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minnie
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lunedì 27 giugno 2011
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quanti meravigliosi alberi della vita....
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Bari
Non mancherò di vedere questo film ma l'albero mi offre uno spunto per recensire un film bellissimo che ho visto ieri in tv, sulla Rai, ovvero "L'albero della vita" di Aronovsky, un film che nel titolo riecheggia quello di Malick, ma è stato girato cinque anni fa. E come mai non se n'è parlato tanto quanto The tree of life? Misteri del marketing...ovviamente sono film diversi ma lo spunto è lo stesso: la morte, nel primo di una moglie tanto amata, nel secondo di un figlio. Addirittura gli stacchi tra una sequenza e l'altra sono fatti di luce bianca, nello stesso modo in Aronovsky e in Malick, e l'aggancio all'universo, all'eterno è odentico, direi, anche se svolto con maggior attenzione alla fantasia, al tocco magico da Aronovsky, laddove Malick si lascia andare a una sorta di collage enciclpedico sulla storia del mondo.
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Bari
Non mancherò di vedere questo film ma l'albero mi offre uno spunto per recensire un film bellissimo che ho visto ieri in tv, sulla Rai, ovvero "L'albero della vita" di Aronovsky, un film che nel titolo riecheggia quello di Malick, ma è stato girato cinque anni fa. E come mai non se n'è parlato tanto quanto The tree of life? Misteri del marketing...ovviamente sono film diversi ma lo spunto è lo stesso: la morte, nel primo di una moglie tanto amata, nel secondo di un figlio. Addirittura gli stacchi tra una sequenza e l'altra sono fatti di luce bianca, nello stesso modo in Aronovsky e in Malick, e l'aggancio all'universo, all'eterno è odentico, direi, anche se svolto con maggior attenzione alla fantasia, al tocco magico da Aronovsky, laddove Malick si lascia andare a una sorta di collage enciclpedico sulla storia del mondo. Mi pare evidente che Malick abbia tratto ispirazione proprio dal film di Aronovsky (dove tra l'altro Jackman, oltre che sempre bello, è bravissimo), il quale comunque ha delle trovate sull'albero davvero meravigliose dal punto di vista proprio visivo. Poi su Arte mi è capitato di vedere il magnifico musical di Ken Russell, su musiche degli Who, "Tommy": anche qui, il risveglio del protagonista coincide con un riassunto dell'evoluzione del pianeta. E' curioso che io abbia visto questi film poco dopo la visione del film, che pure mi è piaciuto, di Malick, il che ne ha sottratto molto di originalità...ma è chiaro che il tema dell'albero, del lutto, della perdita sia così universale e fondante da poter essere affrontato da diversi punti di vista. Ciò che mi stupisce però è come mai di un film come quello di Aronovsky non si sia parlato tanto quanto e che Tommy non sia prprio considerato, pur essendo davvero originale e stupefacente. Recuperateli, vi piaceranno!!!
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