Film indipendente del 2009, ispirato ad un fatto di cronaca nera degli anni ’70, di Eric Mandelbaum, un regista che, purtroppo, ha realizzato soltanto due film, questo e Roberta nel 1999.
Thora Birch, perfetta nella parte della ragazza dal viso d’angelo che nasconde una diabolica manipolatrice, interpreta la vera Barbara Hoffmann, una giovane donna condannata all’ergastolo nel 1978 per l’omicidio di un cliente della casa chiusa, mascherata da centro benessere, dove lavorava come massaggiatrice sui generis, Keith Carradine è il cinico e disincantato ispettore giunto a fine carriera che indaga sul suo ultimo caso prima di andare in pensione.
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Film indipendente del 2009, ispirato ad un fatto di cronaca nera degli anni ’70, di Eric Mandelbaum, un regista che, purtroppo, ha realizzato soltanto due film, questo e Roberta nel 1999.
Thora Birch, perfetta nella parte della ragazza dal viso d’angelo che nasconde una diabolica manipolatrice, interpreta la vera Barbara Hoffmann, una giovane donna condannata all’ergastolo nel 1978 per l’omicidio di un cliente della casa chiusa, mascherata da centro benessere, dove lavorava come massaggiatrice sui generis, Keith Carradine è il cinico e disincantato ispettore giunto a fine carriera che indaga sul suo ultimo caso prima di andare in pensione.
Al di là del plot, simile a quello di tanti altri thriller polizieschi, la pellicola è un interessante ibrido tra un biopic realistico sulla storia di una criminale ed una grottesca black comedy, godibile per l’ironia e lo humor di cui sono intrisi i dialoghi, talvolta surreali, che in alcune sequenze sfociano in una comicità quasi demenziale e per l’originalità del montaggio, che utilizza i flashback per aggiungere sempre nuovi elementi alla vicenda e alla caratterizzazione dei suoi protagonisti.
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