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Shrek terzo |
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Un film di Raman Hui, Chris Miller (II).
Con Mike Myers, Eddie Murphy, Cameron Diaz, Antonio Banderas, Julie Andrews.
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Titolo originale Shrek the Third.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 92 min.
- USA 2007.
- Universal Pictures
uscita venerdì 31 agosto 2007.
MYMONETRO
Shrek terzo  
valutazione media:
3,06
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il Re è morto
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| giovedì 6 settembre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il terzo capitolo della saga di Shrek, orrendo orco verde carico di complessi e gentilezze, è senz’altro il campione di incassi che tutti si aspettavano:maestria tecnica a parte, i momenti migliori del film sono rappresentati da un’inedita Biancaneve dark con tatuaggio marinaresco sul deltoide; da Pinocchio burattino che, non potendo mentire, filosofeggia con baldanza; dal Biscottino di Pan di Zenzero minacciato di morte,mentre siede di fronte a una tazza di the (autofagia?),il quale ha un lungo flashback della sua vita in chiave pasticciera. Tutto sarebbe perfetto, se non fosse per la morte del Re Ranocchio, padre di Fiona, in seguito alla quale si scatena l’epopea del terzo episodio: egli spira in maniera spassosissima, con due-tre “falsi allarmi” da antologia (significativa è la mosca che scappa dalla bocca dell’estinto, cui bruca l’occhio, per venir poi ri-catturata con una sferzata di lingua dal non ancora esanime sovrano)… Esilarante, senz’altro: i bambini presenti in sala si scompisciavano, benché non sia giusto che ciò accada, neanche con Shrek. L’orco dissacrante, il sovvertitore del topos favolistico più becero ha varcato un confine che sarebbe stato meglio non superare: ha tolto dignità alla morte. Non è divertente saper che un cartone animato dissacra la morte, sia pure di un Re Ranocchio in un regno Molto Molto Lontano, che poi è Hollywood in salsa neo-medievale; non fa piacere sapere che i bambini riusciranno (o riuscirebbero, con questo precedente) a considerare risibile la più insoluta e traumatica delle circostanze umane. E’innegabile che i nostri minori son schiacciati da uno sporco mondo adulto fatto di violenza e turpitudine (e perciò hanno diritto a un giardino di gioiosa incoscienza); ma è altrettanto vero che da violenza e turpitudine li distogliamo per ogni ora del giorno che passano svegli. La scuola, il gioco, gli allenamenti, i cartoni, il “mamma me lo compri” e il “ce l’ho, ce l’ho, mi manca”… non diamo forse loro tanti, troppi anestetici contro la dura realtà? Io non sogno certo un mondo di piccole Cosette vessate dai Thénardier perché la vita è dura e bisogna guadagnarsi il pane. Ai bambini, però, la vita va insegnata, anche attraverso una favola: non solo quel che accade in essa, ma anche come ci si comporta… Ecco, trovo ingiusto che Shrek ci faccia ridere della morte: anche un Ranocchio, quando muore, ha diritto al rispetto, o almeno al silenzio.
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