Memorie di un assassino - Memories of Murder |
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Un film di Bong Joon-ho.
Con Song Kang-ho, Sang-kyung Kim, Roe-ha Kim, Song Jae-ho.
continua»
Titolo originale Salinui chueok.
Poliziesco,
Ratings: Kids+13,
durata 129 min.
- Corea del sud 2003.
- Academy Two
uscita lunedì 10 marzo 2025.
- VM 14 -
MYMONETRO
Memorie di un assassino - Memories of Murder ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Omicidi senza colpevole
di Paola Zonca La Repubblica
Effetto Parasite. Ancor prima che l'ultimo titolo di Bong Joon-ho, già Palma d'oro a Cannes, si aggiudicasse quattro Oscar (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, miglior film internazionale), entrando nella leggenda, era programmata per giovedì 13 l'uscita della sua seconda opera, Memorie di un assassino, datata 2003. Diciassette anni ci sono voluti perché arrivasse nelle sale anche in Italia (finora era disponibile solo in home video) quello che non a torto è da molti considerato il capolavoro del regista sudcoreano, uno dei grandi maestri della cinematografia odierna. Campione di incassi in patria, è un poliziesco che non deluderà neppure gli spettatori di casa nostra raccontando una vicenda cruda, efferata, ma utilizzando il genere per alludere alle contraddizioni della contemporaneità, oltre che della propria nazione. Fondamentale è ricordare che la storia è ambientata nel 1986, ultimo anno di un'epoca buia in cui la Corea era schiacciata da un governo autoritario che annullava la libertà. E sul lungometraggio grava quel senso di oppressione che Bong deve aver vissuto da giovanissimo (è nato nel 1969) e che ancora oggi non lo abbandona in tempi di democrazia fragile, precaria e illusoria, come stanno a dimostrare le sue prove successive.
La trama è ispirata al primo reale caso di un serial killer coreano che alla fine degli anni Ottanta terrorizzò una piccola cittadina della provincia di Gyeonggi, aggredendo, violentando e uccidendo molte donne. Il film si concentra sulle indagini che brancolano nel buio: i due protagonisti - l'agente locale Park (interpretato dall'attore feticcio di Bong, Song Kang-ho) che ricorre alla violenza e persino a una veggente per sbrogliare la matassa, e l'istruito e meticoloso Seo che giunge in soccorso da Seoul (Kim Sang-kyung) - si scontrano, poi si alleano, ma si rivelano entrambi inadeguati a trovare la soluzione. Come in Parasite, il cineasta ricorre ai toni grotteschi, a volte quasi comici, per puntare il dito contro il modo di operare di quelli che dovrebbero essere i tutori della legge: confessioni estorte a colpi di calci e pugni, clamorosi errori, so-pettati improbabili come un povero handicappato, un padre di famiglia pervertito, un giovane che chiede a una radio di trasmettere una canzone triste ogni volta che viene commesso un omicidio. Un film politico, dove la politica e la critica a chi opera nelle stanze del potere restano sullo sfondo ma permeano ogni scena, ogni scambio di battute. Se all'inizio la fotografia è dominata dai colori luminosi di un campo di grano nella apparentemente placida campagna, a partire dal ritrovamento di un corpo senza vita di una ragazza in un canale di scolo, Bong ci immerge in un'atmosfera plumbea, asfissiante, inondata dalla pioggia che scroscia quando l'assassino colpisce. Il finale ci riporta nello stesso punto, quel buco nel terreno dove Park, che ormai ha lasciato le forze dell'ordine, si è sposato ed è diventato imprenditore, va a guardare dopo tanti anni. Proprio lì incontra una ragazzina che a sua volta si è imbattuta da poco in un uomo che molto probabilmente era l'assassino tornato sul luogo del delitto. "Una a faccia banale" dice di lui, lasciando intendere che il suo volto sarà per sempre invisibile, perché forse è il volto di tutti noi. Ed è l'espressione attonita dell'ex poliziotto che fissa la macchina da presa a dimostrare l'impossibilità di far quadrare i frammenti di verità (da qui le "memorie" del titolo), richiamando ciascuno alle proprie responsabilità.
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