kalamin
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venerdì 24 settembre 2010
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capolavoro in incognito
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Primo equivoco: questo film non è un remake (penso che solo chi abbia visto il film del 1972 possa capire quanto è antipatico questo equivoco).
Secondo equivoco: questo film, come e più dell'altro di Tarkovsky, è solo lontanamente ispirato dal libro omonimo (anche qui, solo chi ha letto il libro di Lem può capire questa relazione).
Terzo equivoco: Soderbergh è un incolto regista yankee (pre-giudizio che traspare in molte recensioni, la maggior parte).
Tutt'altro, invece è uno dei più inventivi e originali registi americani (insieme a Mann), ottimo montatore (Solaris è un capolavoro di montaggio) e un ottimo direttore della fotografia (e Solaris è un ottimo esempio della sua competenza).
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Primo equivoco: questo film non è un remake (penso che solo chi abbia visto il film del 1972 possa capire quanto è antipatico questo equivoco).
Secondo equivoco: questo film, come e più dell'altro di Tarkovsky, è solo lontanamente ispirato dal libro omonimo (anche qui, solo chi ha letto il libro di Lem può capire questa relazione).
Terzo equivoco: Soderbergh è un incolto regista yankee (pre-giudizio che traspare in molte recensioni, la maggior parte).
Tutt'altro, invece è uno dei più inventivi e originali registi americani (insieme a Mann), ottimo montatore (Solaris è un capolavoro di montaggio) e un ottimo direttore della fotografia (e Solaris è un ottimo esempio della sua competenza).
Se si considera l'ottima colonna sonora di Martinez (insieme a Traffic tra le composizioni di musica minimalista più belle degli ultimi anni), Solaris risulta quindi essere uno dei film più ingiustamente sottovalutati della storia recente del cinema.
Fa niente.
Io invito a vedere il film considerandolo per quello che è, senza confronti tanto inutili quanto concettualmente inappropriati: un'operazione di "pancia" e "passione" di un regista molto dotato (che sa fare milioni di incasso con film certo più semplici e "commerciali"); e una grande piccola (nel senso di intima, asssolutamente non epica) opera che tratta con grande misura e umiltà tre temi piccoli piccoli dell'umana esistenza: il ruolo della nostra coscienza nel creare il mondo in cui viviamo, amiamo e soffriamo; la morte e il lutto; l'amore.
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(di kondor17)
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paride86
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venerdì 18 giugno 2010
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niente di che
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Remake forse un po' troppo bistrattato - ma capita sempre così quando si vanno a toccare i film di grandi registi - di un film di Andrei Tarkovskij.
Sodenbergh, che pure ha fama di regista cerebrale, spinge il pedale dei sentimenti e snellisce la struttura narrativa della storia che, però, nonostante la breve durata, mi annoiato tanto quanto l'originale.
Il film, poi, è disseminato di continue e ingiustificate scene di nudo di Clooney, che però si destreggia bene nel suo doloroso ruolo senza mai scendere nel patetico.
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boken
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lunedì 22 marzo 2010
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buono da vedere assieme alla propria amata
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Ho visto il film di Tarkosky molti anni fa e ne ho un vago ricordo, non posso, quindi, fare confronti, in attesa di rivederlo. Devo dire, comunque che questo film di Soderberg non mi dispiace. Mi ha colpito, soprattutto il tema della morte e dell'immortalità evocato dalla poesia di Dylan Thomas. Il film propone il ritrovarsi, oltre la morte, all'interno di una coppia, di un amore infinito che sfida i tempi e i luoghi per il potere di Solaris, un pianeta forse talmente alieno da essere divino. L'ambientazione intimistica, un po' troppo mielosa, mi evoca immagini di un Giappone dipinto dalla pioggia di Hiroshige o forse ispirato dalla luce di Kawabata. Tutto sommato un film godibile, buono da vedere assieme alla propria amata.
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Ho visto il film di Tarkosky molti anni fa e ne ho un vago ricordo, non posso, quindi, fare confronti, in attesa di rivederlo. Devo dire, comunque che questo film di Soderberg non mi dispiace. Mi ha colpito, soprattutto il tema della morte e dell'immortalità evocato dalla poesia di Dylan Thomas. Il film propone il ritrovarsi, oltre la morte, all'interno di una coppia, di un amore infinito che sfida i tempi e i luoghi per il potere di Solaris, un pianeta forse talmente alieno da essere divino. L'ambientazione intimistica, un po' troppo mielosa, mi evoca immagini di un Giappone dipinto dalla pioggia di Hiroshige o forse ispirato dalla luce di Kawabata. Tutto sommato un film godibile, buono da vedere assieme alla propria amata.
Carmelo Percipalle
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spalla
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mercoledì 24 giugno 2009
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raffinato ma noioso
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Non ho visto il film di Tarkovski, quindi giudichèrò "Solaris" indipendentemente da questo. A dire la verità, mi aspettavo di meglio. L'idea di base di questo film è originale ma non troppo. Abbiamo già visto temi simili in "Blade Runner" e "Sfera". Ma soprattutto, malgrado la regia e le ambientazioni raffinate, questo film proprio non decolla. La storia è troppo lenta e noiosa, senza nessun guizzo. Anche il sentimento perciò rischa di annegare in mezzo alla noia. L'ottima performance di George Clooney riscatta poi parzialmente il film, ma non abbastanza perchè potessi considerarlo buono. Sarà forse anche il fatto che in genere io preferisco i film fantascientifici con più azione e adrenalina, ma questo mi ha proprio deluso.
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Non ho visto il film di Tarkovski, quindi giudichèrò "Solaris" indipendentemente da questo. A dire la verità, mi aspettavo di meglio. L'idea di base di questo film è originale ma non troppo. Abbiamo già visto temi simili in "Blade Runner" e "Sfera". Ma soprattutto, malgrado la regia e le ambientazioni raffinate, questo film proprio non decolla. La storia è troppo lenta e noiosa, senza nessun guizzo. Anche il sentimento perciò rischa di annegare in mezzo alla noia. L'ottima performance di George Clooney riscatta poi parzialmente il film, ma non abbastanza perchè potessi considerarlo buono. Sarà forse anche il fatto che in genere io preferisco i film fantascientifici con più azione e adrenalina, ma questo mi ha proprio deluso.
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fluturnenia
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martedì 16 giugno 2009
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mettiamo da parte gli affetti per il passato
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Prima cosa nn è "quasi un thriller" cm qualcuno sostiene. Se così fosse anche "ET" e "I Goonies" sarebbero films ad alta tensione. Secondariamente gli effetti speciali dell'originale sn inesistenti, altro che superiori a questo remake ridicolo, cm detto da alcuni detrattori a tempo perso. Credo che restare ancorati al passato negando, denigrando e disprezzando qualsiasi tentativo di riproporre tematiche già affrontate dv venga usato un atteggiamento moderno, nn necessariamente migliore ma quantomeno diverso, sia davvero un atteggiamento puerile e sconsiderato. Se nn fosse per il finale, per l'appunto differente dall'originale, che nn ho affatto apprezzato avrei dato 4 stelle. E detto per inciso, pur nn essendo io un giovanotto quindi memore di ciò che fù e dei suoi intenti, nn soltanto preferisco questo remake ma ddirittura con l'originale mi sn fatto due @@ enormi.
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atticus
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mercoledì 29 aprile 2009
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suggestivo ma inerte
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Non c'è lotta con il Solaris sovietico, ma questa rilettura di Soderbergh non dispiace, se non altro per la suggestiva messa in scena che riesce a creare. Si arriva alla fine senza aver colto nel segno, ma non merita la bacciatura. Interpretazioni di livello (splendida la McElhone, misurato Clooney, in un paio di scene anche sorprendentemente nudo!)
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massimo
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mercoledì 9 aprile 2008
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validissimo titolo
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Pur molto distante dall'opera cinematografica di Tarkovskij rimane un film validissimo.
Fra le cose che ho maggiormente apprezzato è il montaggio a mò di flashback, condito sempre da una possente musicalità, e un ribollire di istinti umani la cui atmosfera bluastra di Solaris, inquieta e in perenne movimento, ne è la giusta trasposizione a livello umano. Il tutto culminante con il ritorno inaspettato, tanto da Calvin quanto da chi guarda, di Rehya.
Tanto struggente quanto bella anche la parte dell'"abbandono" terreno di Rehya scandito dalla prima strofa della bella poesia di Dylan Thomas "E la morte non avrà più dominio" (And death shall have no dominion)
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paleutta
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venerdì 4 aprile 2008
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la differenza
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tra questo film e l'originale è la stessa che c'è tra mangiare e stare a guardare
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paolof
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martedì 26 febbraio 2008
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remake in linea coi tempi
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remake in linea coi tempi: belle immagini prive di contenuto. clooney oscilla tra un sorriso da ebete proposto nei momenti leggeri, ad una faccia di cera tenuta in serbo per i momenti più tragici, svuotati questi ultimi di qualsiasi pathos anche grazie alla piattezza dei dialoghi. belle le musiche ed alcune riprese. L'unico spunto interessante a livello tematico è offerto dal dialogo tra Kelvin e Gibarian verso la metà del film, dove traspare l'idea che la scelta nel credere a ciò che ci sta davanti possiede la forza di reificare il sogno, ma la cosa è lasciata cadere subito dopo, sino a svanire del tutto in un finale assolutamente lineare, in cui una frase agghiacciante di Rheya (che sembra più una macchinetta per le istruzioni che una suicida impenitente) distingue nettamente realà ed illusione, in modo da lasciare intatte le convinzioni dello spettatore.
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remake in linea coi tempi: belle immagini prive di contenuto. clooney oscilla tra un sorriso da ebete proposto nei momenti leggeri, ad una faccia di cera tenuta in serbo per i momenti più tragici, svuotati questi ultimi di qualsiasi pathos anche grazie alla piattezza dei dialoghi. belle le musiche ed alcune riprese. L'unico spunto interessante a livello tematico è offerto dal dialogo tra Kelvin e Gibarian verso la metà del film, dove traspare l'idea che la scelta nel credere a ciò che ci sta davanti possiede la forza di reificare il sogno, ma la cosa è lasciata cadere subito dopo, sino a svanire del tutto in un finale assolutamente lineare, in cui una frase agghiacciante di Rheya (che sembra più una macchinetta per le istruzioni che una suicida impenitente) distingue nettamente realà ed illusione, in modo da lasciare intatte le convinzioni dello spettatore. il lieto fine è il giusto corollario a tanta gaia scontatezza.
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luke
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sabato 7 ottobre 2006
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clooney nello spazio
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Solaris è un pianeta vergine l'uomo dopo averlo scoperto cerca risposte per i suoi scopi e bisogni anche commerciali ma qui avviene l'imprevisto, il pianeta pulsa e vive emanando una sorta di potere alieno sugli ospiti della stazione orbitante che rende succubi delle proprie debolezze.Questo remake è molto incentrato sul rapporto Kelvin/moglie e quindi rispetto al capolavoro del '73 , dove si toccavano anche altri temi, risulta un pò appiattito ... ma tant'è Tarlovsky era un genio.
Un Clooney un pò crepuscolare ci accompagna in giro per lo spazio fino all'epilogo finale che fa dubitare che il pianeta non sia il centro del...divino !
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