ultimoboyscout
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venerdì 16 settembre 2011
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pisapia & pisapia.
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Illusi e disillusi potrebbe esere il sottotitolo perfetto per questo film, non bellissimo ma ricco di significati. Siamo a Napoli, la storia va dal 1980 al 1984, e narra delle vite parallele di due Antonio Pisapia, così diversi ma accomunati da un triste destino. Tony è un cantante di successo, Antonio un calciatore di Serie A capitano della squadra nella quale gioca, ma entrambi per motivi differenti cadono in disgrazia, precipitando in un abisso dal quale non sapranno riemergere e che li porterà all'estremo e all'irreparabile, distruggendo le proprie esistenze. Film particolarmente critico, per fortuna non retorica ne predicatoria, sui mondi del calcio e della musica, con una fortissima amarezza (più che indignazione), essenza vera della pellicola.
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Illusi e disillusi potrebbe esere il sottotitolo perfetto per questo film, non bellissimo ma ricco di significati. Siamo a Napoli, la storia va dal 1980 al 1984, e narra delle vite parallele di due Antonio Pisapia, così diversi ma accomunati da un triste destino. Tony è un cantante di successo, Antonio un calciatore di Serie A capitano della squadra nella quale gioca, ma entrambi per motivi differenti cadono in disgrazia, precipitando in un abisso dal quale non sapranno riemergere e che li porterà all'estremo e all'irreparabile, distruggendo le proprie esistenze. Film particolarmente critico, per fortuna non retorica ne predicatoria, sui mondi del calcio e della musica, con una fortissima amarezza (più che indignazione), essenza vera della pellicola. Si fa forza delle interpretazioni intense dei due attori, Renzi e il sempre straordinario Servilllo, premiato nell'occasione con la Grolla d'oro (e come ti sbagli?). Perchè ciò che conta non è tanto la storia, o meglio le storie che finiranno inevitabilmente per legarsi, quanto i personaggi e i loro ritratti così dettagliati, precisi, setacciati con mestiere e finezza dall'esordiente Sorrientino. Il risultato è incerto e va a fasi alterne, a livello narrativo va a marce ridotte, l'elogio del perdente non convince ed è ridondante, ma il giovane regista fa sfoggio di un certo stile e savoir faire. Le vicende del Pisapia stopper mi hanno ricordato quelle del grande e indimenticato Ago DiBartolomei.
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mara65
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giovedì 14 luglio 2011
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bella storia
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Dei 4 film di Sorrentino, credo sia quello con la più bella ed intensa storia. Meno tecnico degli altri, meno raffinato, ma con una profondità maggiore, secondo me. L'idea del doppiam è fantastica: Tony Pisapia al quadrato, uno cantante e l'altro calciatore. Chiaramente Servillo primeggia, rispetto ad Andrea Renzi. Ma il ruolo timido del calciatore, è perfettamente azzeccato. I timidi notano tutto ma sono bravi a non farsene accorgere, dice Titta di Girolamo ne Le conseguenze dell'amore... ciò significa che Sorrentino ha una particolare simpatia per i timidi.
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reservoir dogs
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mercoledì 6 aprile 2011
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semplice e virtuoso
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Le vite sull' orlo del precipizio dei due Antonio Pisapia; uno cantante cocainomane, egoista ed amante delle donne "di ogni età"(Servillo) e l'altro calciatore zoppato col sogno di diventare allenatore con in serbo una strategia a quattro punte (Renzi), sullo sfondo una Napoli degli anni 80 sordida e cinica.
Le vite dei due protagonisti si incontrano finendo per confondersi in un sogno in cui Tony stringe il tagliente futuro nella mano destra e osserva il passato ancora presente in riva al mare.
Il primo Sorrentino ci offre la storia di due moderni anti-eroi basata sul montaggio parallelo.
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Le vite sull' orlo del precipizio dei due Antonio Pisapia; uno cantante cocainomane, egoista ed amante delle donne "di ogni età"(Servillo) e l'altro calciatore zoppato col sogno di diventare allenatore con in serbo una strategia a quattro punte (Renzi), sullo sfondo una Napoli degli anni 80 sordida e cinica.
Le vite dei due protagonisti si incontrano finendo per confondersi in un sogno in cui Tony stringe il tagliente futuro nella mano destra e osserva il passato ancora presente in riva al mare.
Il primo Sorrentino ci offre la storia di due moderni anti-eroi basata sul montaggio parallelo.
Il regista pecca in quanto calca troppo la mano nell'essere didascalico, teme forse che quanto affermato sulla tremenda realtà non sia pienamente compreso da chi ne fruisce ma attraverso virtuosisimi stilistici (piani sequenza, attenzione ai dettagli e la freneticità nel montaggio) esibisce la sua successiva capacità autoriale.
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luca r.
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martedì 1 marzo 2011
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bellissimo
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la dimostrazione che anche in italia si possono fare film molto belli.....da vedere assolutamente
qualcuno di voi potrebbe dirmi il titolo della canzone che parte alla festa in cui una ragazza balla mentre antonio pisapia il calciatore fa sesso con la tipa vi prego e troppo bella....la canzone ha un che di elettronico....spero di essermi spiegato aiuto ciao a tutti
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antrace
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martedì 19 ottobre 2010
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la città vuota
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Nessuno avrebbe potuto descrivere una Napoli tanto cruda e cinica ,se non un regista indigeno della provincia partenopea . Paolo Sorrentino fa l'esordio nel cinema , con un racconto desolato, che si svolge nello scenario del golfo . Non mostra , si badi , i suburbi della città inquietanti , dimessi , minacciati dalla malavita . Apre al contrario la finestra sul
panorama più ameno e noto dei quartieri bene, descrivendo le vicende di due uomini legati dallo stesso nome e dallo stesso destino , che passano repentinamente dal successo e dagli agi ad una vita stentata , entrambi espulsi dall'ambiente che prima ne faceva idoli .
Uno porrà fine alle sue traversie con il suicidio , l'altro preferirà ribellarsi con una lugubre risata , e si congederà nel carcere , dopo avere vendicato il suo alter ego incontrato per caso .
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Nessuno avrebbe potuto descrivere una Napoli tanto cruda e cinica ,se non un regista indigeno della provincia partenopea . Paolo Sorrentino fa l'esordio nel cinema , con un racconto desolato, che si svolge nello scenario del golfo . Non mostra , si badi , i suburbi della città inquietanti , dimessi , minacciati dalla malavita . Apre al contrario la finestra sul
panorama più ameno e noto dei quartieri bene, descrivendo le vicende di due uomini legati dallo stesso nome e dallo stesso destino , che passano repentinamente dal successo e dagli agi ad una vita stentata , entrambi espulsi dall'ambiente che prima ne faceva idoli .
Uno porrà fine alle sue traversie con il suicidio , l'altro preferirà ribellarsi con una lugubre risata , e si congederà nel carcere , dopo avere vendicato il suo alter ego incontrato per caso .
C'è molto teatro nell'opera di Sorrentino: le figure scarne dei protagonisti , come quelle dei familiari . e degli astanti , sono altrettante sagome ,appena disegnate sulla scena .
Talvolta il regista mostra inesperienza ed indulge al macchiettismo .
Lascia tuttavia sulla strada un'impronta , come un avvertimento .
Una vicenda così poteva avere molti scenari , ma a Napoli , dietro i sorrisi , l'apparente bonomia ,la filosofia del "carpe diem " , la caduta rovinosa di due uomini dall'altare alla polvere assume un tono particolarmente cupo e beffardo .
In questo l'autore si mostra consapevole , quando punta il dito contro il cinismo
della sua gente , ed offusca i colori della cartolina, del pino e del mare , con tratti netti di perfidia e di sangue
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luca scialò
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venerdì 16 luglio 2010
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sorrentino, non male la prima
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Storia di due vite parallele, quella degli Antonio Pisapia: uno, cantante di musica leggera, all'apice del successo, conteso tra donne e cocaina; l'altro, amato mediano di una squadra di metà classifica, serio, già pronto alla carriera di allenatore. Per entrambi però arriveranno degli imprevisti che ne sconvolgeranno le rispettive vite, con le difficoltà connesse per riprendersi. Il primo quell'imprevisto se l'è cercato, ma per il carattere che ha, resta sempre spavaldo e sicuro di sè; l'altro, che quell'imprevisto non se lo è certo cercato, fa più fatica a risalire la china. Le loro vite, così diverse, si incroceranno proprio per le rispettive difficoltà.
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Storia di due vite parallele, quella degli Antonio Pisapia: uno, cantante di musica leggera, all'apice del successo, conteso tra donne e cocaina; l'altro, amato mediano di una squadra di metà classifica, serio, già pronto alla carriera di allenatore. Per entrambi però arriveranno degli imprevisti che ne sconvolgeranno le rispettive vite, con le difficoltà connesse per riprendersi. Il primo quell'imprevisto se l'è cercato, ma per il carattere che ha, resta sempre spavaldo e sicuro di sè; l'altro, che quell'imprevisto non se lo è certo cercato, fa più fatica a risalire la china. Le loro vite, così diverse, si incroceranno proprio per le rispettive difficoltà...
Buon esordio alla regia per Sorrentino, fino ad allora dedito prevalentemente ai cortometraggi, sebbene il film spesso calchi un pò la mano, con un finale forse troppo idealizzato. Buona comunque l'idea delle due storie parallele, ispirate a Califano e Di Bartolomei.
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giugiù
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lunedì 11 agosto 2008
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il pareggio non esiste
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nella vita non c'è mai pareggio
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kobayashi
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domenica 10 agosto 2008
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l'uomo di troppo!
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Un'omonimia ridicola. Un cantautore figlio di buonadonna, rassomigliante a Fred Buongusto. Un calciatore di una squadra del sud. Entrambi si chiamano Antonio (diminuito in Tony per il cantante) Pisapia. Ma sono diversi. Il cantante è un cocainomane e sopra le righe Toni Servillo, con una improbabile capigliatura e improbabili compagnie. L'altro è un timido e un introverso, silenzioso, intelligente Andrea Renzi, stopper della squadra di calcio della sua città. Questo è un film di perdenti e di gente che, in una maniera o nell'altra, diventa "di troppo". Renzi si infortuna gravemente in allenamento ad un ginocchio ed è costretto al ritiro. Dopo la promessa del boss della sua ex squadra di trovargli un posto da allenatore prende il patentino a Coverciano, ma il lavoro, per una scusa o per l'altra, non arriva mai.
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Un'omonimia ridicola. Un cantautore figlio di buonadonna, rassomigliante a Fred Buongusto. Un calciatore di una squadra del sud. Entrambi si chiamano Antonio (diminuito in Tony per il cantante) Pisapia. Ma sono diversi. Il cantante è un cocainomane e sopra le righe Toni Servillo, con una improbabile capigliatura e improbabili compagnie. L'altro è un timido e un introverso, silenzioso, intelligente Andrea Renzi, stopper della squadra di calcio della sua città. Questo è un film di perdenti e di gente che, in una maniera o nell'altra, diventa "di troppo". Renzi si infortuna gravemente in allenamento ad un ginocchio ed è costretto al ritiro. Dopo la promessa del boss della sua ex squadra di trovargli un posto da allenatore prende il patentino a Coverciano, ma il lavoro, per una scusa o per l'altra, non arriva mai. Il cantante, Servillo, viene beccato a letto con una minorenne e per questo piantato dalla moglie, che, parafrasando una canzone, "ormai lo disprezza", ma forse nemmeno prima lo amava poi così tanto. Già perchè la vita del cantante melodico napoletano Tony Pisapia è degna di una tristissima recita delle parti ed è fasulla e corrotta fino al midollo. Cosa che non è la vita del calciatore Antonio Pisapia, integerrimo al punto da rifiutare vantaggiosissimi guadagni da scommesse illegali e tanto attaccato all'ambiente dello sport da rifiutare, anche se in difficoltà economica, dopo l'infortunio, un altro mestiere. Lui vuole fare l'allenatore e, dopo anni di disperazione e dopo essersi raccontato in uno show televisivo si toglie la vita. Per lui non c'era posto nel mondo, la moglie lo aveva lasciato e il lavoro non arrivava. Aveva inventato uno schema, però, pronto per quando fosse sceso in campo. L'uomo in più. Che, drammaticamente, non è che egli stesso, uno di più e in più tanto da poter essere considerato di troppo. All'alienazione ci arriva anche il cantante omonimo del calciatore, Tony Pisapia, ma per altre vie. Per colpe sue, da carnefice della vita, da drogato e da pedofilo; alla fine del film le storie si fondono, ma a morire è solo il giovane sportivo. Per il cantante c'è la galera. Emozionante e tristissimo (nei temi) esordio alla regia di Paolo Sorrentino. Di solito lo si vede "di riflesso" dopo aver visto "le conseguenze dell'amore", almeno per me è stato così. Non è proprio un capolavoro, ma è emozionante, intenso e ricco di contenuti. Andrea Renzi forse supera Servillo, in questo caso, rendendo in pieno la timidezza del giovane calciatore, la sua scarsa predisposizione all'adattamento a tutti i costi e la sua alienazione e sofferenza per un mondo che, dopo averlo coperto di allori, ha smesso di accettarlo e lo usa. Qualcosa da dire anche sulle donne del film: la moglie di Renzi alla prima crisi economica lo molla per un altro. Conclusione? La donna c'è fino a che l'uomo è sulla cresta dell'onda, poi scompare. Nel film il calciatore si accorge del tradimento, ma tace, perchè, per lui, è aperta la questione di come rientrare nel suo mondo e di riprendere a lavorare. L'accumulo delle delusioni, però, anche per un uomo forte come lui, lo porterà a togliersi la vita. Film cinico nella visione delle donne, quindi, ma anche di certi untosi uomini del sud che fanno i soldi vendendo canzonacce alle persone e spacciandole per arte. Io in Tony Pisapia cantante ci ho visto certi cantanti partenopei sempre al centro del gossip, che stanno a galla a chiacchiere. Bravo Paolo Sorrentino!
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taniamarina
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sabato 9 agosto 2008
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viva viva sorrentino, protettore del cinema mio...
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La fine della crisi del cinema italiano è firmata Sorrentino. Finalmente una storia, finalmente un regista che ha abbastanza coraggio da fare l'occhiolino al cinema americano senza denaturare il nostrano. E già, perché per chi non lo sapesse, le nostre pellicole hanno insegnato al mondo intero; ed è bastato condire il film con le splendide caratterizzazioni di Servillo e company per non cadere (alleluia!) nei soliti melanconismi neorealisti, e rendere questo lungometraggio un pensiero sulle identità che non di dimentica, e rimane nel cuore. Splendido.
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