dario carta
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martedì 26 maggio 2009
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un bel film ingiustamente passato inosservato
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Tutta la trama,piuttosto fitta e complessa,si dipana in una soluzione di reiterata discontinuità temporale ed ambientale,rendendo,a tratti,operosa la comprensione del film e conferendo alla pellicola una forma che richiama alle opere più classiche della cyber-fiction di oggi,sia nel genere letterario,qui in particolare alla narrativa di Philip K. Dick,che ai lavori per lo schermo,come "Le morti di Ian Stone,successivo di otto anni,"The Butterfly Effect",anch'esso successivo ed altri,ma soprattutto il richiamo è rivolto a "Matrix",dello stesso anno,ma uscito pochi mesi dopo.
Sia in "Matrix" che ne "Il tredicesimo piano" l'attenzione viene condotta all'ineluttabile conclusione che non esiste una realtà oggettiva,chiamata ad essere il definitivo punto di riferimento per la dimensione esistenziale dell'uomo,ma,al contrario,viene rivelato il paradosso di un mondo o di mondi virtuali e paralleli che si intrecciano così fittamente a quella che viene ritenuta la vera vita,da non permettere più di distinguere la realtà,così come l'uomo la percepisce,dalla simulazione,per poi far correre il rischio di smarrirsi nel tentare di distinguere la vera natura del genere umano,da quella simulata.
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Tutta la trama,piuttosto fitta e complessa,si dipana in una soluzione di reiterata discontinuità temporale ed ambientale,rendendo,a tratti,operosa la comprensione del film e conferendo alla pellicola una forma che richiama alle opere più classiche della cyber-fiction di oggi,sia nel genere letterario,qui in particolare alla narrativa di Philip K. Dick,che ai lavori per lo schermo,come "Le morti di Ian Stone,successivo di otto anni,"The Butterfly Effect",anch'esso successivo ed altri,ma soprattutto il richiamo è rivolto a "Matrix",dello stesso anno,ma uscito pochi mesi dopo.
Sia in "Matrix" che ne "Il tredicesimo piano" l'attenzione viene condotta all'ineluttabile conclusione che non esiste una realtà oggettiva,chiamata ad essere il definitivo punto di riferimento per la dimensione esistenziale dell'uomo,ma,al contrario,viene rivelato il paradosso di un mondo o di mondi virtuali e paralleli che si intrecciano così fittamente a quella che viene ritenuta la vera vita,da non permettere più di distinguere la realtà,così come l'uomo la percepisce,dalla simulazione,per poi far correre il rischio di smarrirsi nel tentare di distinguere la vera natura del genere umano,da quella simulata.
I conflitti cronologici sono disseminati in tutta la pellicola in continui viaggi e spostamenti tra passato e presente,fratturando la narrazione in segmenti situati su differenti piani ed evidenziando aspetti di intenzionale anacronismo,come si vede nella sequenza dell'incontro in un bar della Los Angeles di oggi tra Douglas Hall e Jane Fuller,presentata ad immagine della Gloria Grahame del "Grande caldo" di Lang.
In un continuo inviluppo di situazioni presentate a sorpresa una nell'altra e in un processare di rivelazioni successive,il film si snoda mescolando aspetti noir che ricordano i polizieschi degli anni '40,con ingredienti di un cyber movie informatizzato.
Tra citazioni a Chandler ed ambientazioni non causali (il Grand Hotel Wilshire,teatro di molte storie dello schermo),il film affascina,adattandosi,ma non imitando,all'aspetto controverso che fa da base al Blade Runner di Dick/Scott.
I richiami al film sono evidenti anche nei dialoghi.
"Ti piace che qualcuno giochi con la tua vita ?" di Ashton a Ferguson sembra tale e quale a "Bella esperienza vivere nel terrore" di Roy Batty a Deckard e,nel "Tredicesimo piano",il confronto fra i due antagonisti ne riporta le linee in tono minore.
Il lavoro di Rusnak è un bel film,passato inosservato ma per colpe non sue.
Matrix e la trilogia ha sortito un effetto maggiore sul pubblico per ragioni del tutto commerciali e decisioni covate fra le mura degli uffici delle Major.
Il "Tredicesimo piano" veicola lo spettatore nel mondo della finzione e delle cyber sci-fi,aiutandosi con il fascino che deriva dall'ambientazione in epoche passate e procede spedito con il solo rallentamento dovuto all'intrico,a volte eccessivo,degli avvenimenti,ma nel suo complesso il film è appagante e suggestivo.
Salti temporali,unità programmate,simulazioni di identità e trasferimenti scandiscono questa bella avventura a metà strada tra il thriller e la fantascienza,imbastendo un gioco con lo spettatore,che si vede condotto ai confini della conoscenza ove i concetti di realtà,finzione e condizione virtuale si confondono e pongono l'interrogativo se davvero gli androidi sognano pecore elettriche. Dario Carta
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stefano
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giovedì 16 ottobre 2008
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finalmente un film di fantascienza come si deve
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Il tema lo conosciamo, la stratificazione di realtà virtuali, è certamente appassionante, ma trovo la realizzazione all'altezza di un ottimo film di fantascienza, in cui al centro non stanno tanto gli effetti speciali o le fantomatiche azioni acrobatiche di un supereroe, quanto piuttosto la sorpresa, la meraviglia, i paradossi e l'inquietudine che suscitano scoperte... fanta-scientifiche!
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rinaieskj
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mercoledì 25 giugno 2008
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inquietudine che s'inceppa
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Buon film con la pecca fondamentale di lasciare immediatamente capire (almeno a me) cosa accadrà in tutto il proseguo: prima il discorso dell’irrealtà dell’apparente mondo reale che ha creato la realtà virtuale (anche qui il protagonista ha commesso un omicidio ma non si ricorda nulla), poi il marito cattivo che penetra nel corpo dell’amante virtuale della moglie reale, con noi che stiamo lì ad attendere che lui muoia così quando lei tornerà nel mondo di provenienza si troverà il marito con dentro il carattere e l’anima dell’amante virtuale. Detto questo, si tratta di un film ben costruito dove i meccanismi si collegano ottimamente tra di loro, con colpi di scena minori, e un’ombra inquietante che si proietta sulle nostre stesse vite: è questo, se esiste, che fa Dio con noi?
Rinajeskj
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(di alexbohemia)
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ale
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domenica 22 giugno 2008
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simulacron 3
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Davvero un ottimo film: sceneggiatura, fotografia, attori, musiche ed effetti speciali concorrono a fare di questa pellicola un piccolo capolavoro della fantascienza "virtuale". Nonostante l'idea di base ricordi molto Matrix, questo film è uscito al cinema qualche mese prima di quella dei fratelli Wachowski.
P.S. La mia frase di lancio non è altro che il titolo del romanzo da cui il film è tratto.
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poldo
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domenica 24 giugno 2007
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abbastanza carino
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L'ho trovato abbastanza bello, con qualche buona idea, ben recitato e con una trama che sta in piedi.
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lucy may
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domenica 17 settembre 2006
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fantascienza senza effetti speciali, finalmente!
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In un'epoca in cui non si capisce più cosa è vero e cosa è falso, cosa è reale e cosa virtuale si inserisce questo film che ti mette dubbi pure maggiori... E sì che questa descritta nel film vorrebbe essere fantascienza ma il mondo in cui viviamo, purtroppo, anche se non attraverso la tecnologia, pare che a questi livelli ci stia arrivando o ci arriverà presto...
I protagonisti del film sono scienziati che stanno conducendo un esperimento: creare una realtà "virtuale" nel passato a cui possono accedere tramite il "tredicesimo piano" di questo palazzo fantascientifico. Nella realtà-virtuale-passata vivono dei personaggi veri-falsi che hanno una vita, dei sentimenti, una coscienza e anche.
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In un'epoca in cui non si capisce più cosa è vero e cosa è falso, cosa è reale e cosa virtuale si inserisce questo film che ti mette dubbi pure maggiori... E sì che questa descritta nel film vorrebbe essere fantascienza ma il mondo in cui viviamo, purtroppo, anche se non attraverso la tecnologia, pare che a questi livelli ci stia arrivando o ci arriverà presto...
I protagonisti del film sono scienziati che stanno conducendo un esperimento: creare una realtà "virtuale" nel passato a cui possono accedere tramite il "tredicesimo piano" di questo palazzo fantascientifico. Nella realtà-virtuale-passata vivono dei personaggi veri-falsi che hanno una vita, dei sentimenti, una coscienza e anche... un'anima. Ma in realtà sono solo virtuali, frutto di un esperimento scientifico. Gli scienziati del presente accedono al passato attraverso delle persone create ad arte che vivono lì, lavorano lì, amano lì ma dentro i quali gli scienziati possono trasmigrare a loro piacimento per non più di 2 ore a volta. Si sono creati insomma una sorta di alter ego virtuali a cui si 'appoggiano' quando vogliono entrare nel passato ma che nelle loro vite reali-virtuali sono totalmente ignari di essere oggetti di esperimento.
Il film inizia quando uno dei tre scienziati muore assassinato e un altro viene accusato dell'omicidio, e a questo punto deve attraversare la realtà reale e quella virtuale per scoprire la verità e dimostrare la sua innocenza. Ma è proprio qui che sta il bello, perchè nella vicenda si inserisce una donna, che racconta di essere la figlia dell'ucciso e che soprattutto si innamora all'istante dell'accusato. Peccato che nessuno abbia mai saputo dell'esistenza di questa presunta figlia del morto... Ed è proprio l'apparizione improvvisa della dolce fanciulla che lascia già capire dove sta l'inghippo... Se il morto non aveva mai avuto alcuna figlia, da dove sbuca questa tipa??? Non verrà mica fuori da qualche altra "realtà" di cui questa in cui si svolgono gli eventi è la rappresentazione virtuale??? Ebbene sì.
Il dramma che si pone davanti agli occhi dei protagonisti è che loro stessi, che per anni hanno giocato con le vite delle persone che avevano creato nella loro realtà virtuale, sono essi stessi pedine in un'altra realtà virtuale comandata da gente che vive in un'altra epoca. Pensiamo di manipolare e invece siamo manipolati, pensiamo di essere veri e che gli altri siano finti ma forse siamo finti anche noi... pensiamo di poter giocare con le vite degli altri e invece magari sono altri che giocano con le nostre. Cosa è vero vero? Cosa è finto finto? Cosa è finto vero o vero finto? La realtà esiste o siamo tutti delle rappresentazioni virtuali di qualcosa?
Alla fine del film le tre dimensioni si mescolano pericolosamente, personaggi del passato virtuale finiscono nel presente virtuale mentre dal presente virtuale il personaggio prende il posto del suo alter ego reale nel futuro reale.
La favola ha un lieto fine che sembra mettere a posto tutto. La ragazza fa ammazzare il suo marito reale nella dimensione virtuale perchè è diventato un crudele assassino e si riporta nella vita reale il di lui alter ego virtuale di cui s'è innamorata. Il vero diventa finto e il finto diventa vero.
Ma la domanda che mi pongo io è: ma il vero esiste veramente? Perchè la sensazione è... che tutti noi se spingiamo l'acceleratore e corriamo in strada ad un certo punto troviamo il cartello "THE END", come in un grande Truman Show
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(di ramaja)
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gandalf
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martedì 15 agosto 2006
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pre-matrix
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Probabilmente chi ha fatto la recensione non ha visto il film, oppure se lo ha fatto raccontare da qualcuno a cui non piace il genere.
Mi sembra che l'idea di fondo del film sia una
anticipazione di una serie di grande successo: MATRIX". Probabilmente vi sono delle persone che vanno al cinema solo quando il film è di moda e bisogna vederlo per essere alla moda (vedi "IL CODICE DA VINCI", un buon libro fino alla metà poi scade di tono fino a perdere anche quello che di buono prometteva. Il film è ancora peggio, come di solito accade.
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fabrizio
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venerdì 26 maggio 2006
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eccellente
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che dire... ne valeva la pensa vederlo.
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noisemaker_85
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lunedì 12 dicembre 2005
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ingiustamente sottovalutato
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non sono d'accordo con la recenzione. questo è un ottimo film di fantascenza la cui unica sfortuna è stata di essere uscito quando c'era matrix e di trattare circa lo stesso tema, ma senza gli stessi effetti speciali.
Questo film è la dimostrazione che la fantascenza si può fare anche senza effetti speciali. come si faceva un tempo.
per molti aspetti migliore di matrix e sicuramente da vedere
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(di waffy)
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