Titolo originale The Thirteenth Floor.
Fantastico,
durata 100 min.
- USA, Germania 1999.
MYMONETROIl tredicesimo piano
valutazione media:
3,37
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
L’idea di fondo del soggetto, tratto da un romanzo del 1964 di Galouye, non è nuova, dalle filosofie orientali al mito della caverna platonico fino al velo di Maya di Schopenhauer e alle più recenti teorie di Bostrom il sospetto di vivere in un mondo simulato è antico, ma non è un caso che il cinema, peraltro esso stesso creatore di realtà simulate sebbene bidimensionali, si impadronisca dell’argomento proprio negli anni novanta quando nasce il primo visore per realtà virtuali e la fantasia di pochi si traduce in un topos dell’immaginario collettivo ad uso e consumo delle masse. Nel 1999 si producono due pellicole con un soggetto simile, Matrix ed Il tredicesimo piano di Rusnak che tuttavia in alcune sequenze richiama alla mente anche The Truman show dell’anno prima.
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L’idea di fondo del soggetto, tratto da un romanzo del 1964 di Galouye, non è nuova, dalle filosofie orientali al mito della caverna platonico fino al velo di Maya di Schopenhauer e alle più recenti teorie di Bostrom il sospetto di vivere in un mondo simulato è antico, ma non è un caso che il cinema, peraltro esso stesso creatore di realtà simulate sebbene bidimensionali, si impadronisca dell’argomento proprio negli anni novanta quando nasce il primo visore per realtà virtuali e la fantasia di pochi si traduce in un topos dell’immaginario collettivo ad uso e consumo delle masse. Nel 1999 si producono due pellicole con un soggetto simile, Matrix ed Il tredicesimo piano di Rusnak che tuttavia in alcune sequenze richiama alla mente anche The Truman show dell’anno prima. Il film deve il suo fascino, che resiste nel tempo e lo rende guardabile con interesse a distanza di vent’anni, soprattutto alla magnifica interpretazione di due grandi attori, Armin Mueller Stahl e Vincent D’Onofrio, che rendono i loro personaggi veri e vivi come se appartenessero al nostro mondo e non a quello fittizio della celluloide confermando così indirettamente la tesi della simulazione realistica ovvero che in un mondo simulato alla perfezione se la finzione, in questo caso artistica e non tecnologica, è riuscita non è possibile avere prova che si tratti di simulazione o di realtà, almeno per la durata del film o della vita.
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E' un lavoro che va apprezzato per la fantasia e la realizzazione tecnica, ma credo sia un film per gli amatori del virtuale, quelli a cui piace giocare e impegnarsi seriamente fino a che, non va via la luce! Saluti.
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L'intenzione e "Il 13 piano" è quella di indagare sui mondi possibili. Sulla realtà che puo essere illusoria. Si svolge su tre livelli contemporanei, Il passato, 1937, il presente, introno l'anno 200 e il 2024, il fururo. L'idea che è molto simile a quella di Matrix, è quella che ci siano delle menti superiori che creano delle realtà virtuali per mezzo della tecnoliga. Ma è anche a mio avviso, un occhio si cicli di vita che si ripetono, all'interno di una stesssa vita e piu alla larga nel ciclo delle reincarnazioni. In ogni evoluzione si porta una consapevolezza dell apreceente che va portata alla luce..Portando alla luce il passato si accede al livello superiore.
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L'intenzione e "Il 13 piano" è quella di indagare sui mondi possibili. Sulla realtà che puo essere illusoria. Si svolge su tre livelli contemporanei, Il passato, 1937, il presente, introno l'anno 200 e il 2024, il fururo. L'idea che è molto simile a quella di Matrix, è quella che ci siano delle menti superiori che creano delle realtà virtuali per mezzo della tecnoliga. Ma è anche a mio avviso, un occhio si cicli di vita che si ripetono, all'interno di una stesssa vita e piu alla larga nel ciclo delle reincarnazioni. In ogni evoluzione si porta una consapevolezza dell apreceente che va portata alla luce..Portando alla luce il passato si accede al livello superiore. E anche cronologicamente, l film che inizia nel 1937 e finisce in un mondo ideale del 2024 indica proprio questo.
Ho trovato la narrazione del film , poco chiara. Il racconto viene portato invitando lo spettatore a cercare di capire cosa stia accadedno. Da questo punto di vista, il film non perde mai tensione, lasciano il thrilling sempre intatto. Peccato che anche giunto alla fine sia rimasto con la sensazione di non aver compreso completamente cosa ho visto. L'ìntreccio si chiarisce solo in parte e questo fa del film , un lavoro poco riuscito.
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[+] se non hai capito come puoi commentare ? (di madmax86)[ - ] se non hai capito come puoi commentare ?
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L'intenzione e "Il 13 piano" è quella di indagare sui mondi possibili. Sulla realtà che puo essere illusoria. Si svolge su tre livelli contemporanei, Il passato, 1937, il presente, introno l'anno 200 e il 2024, il fururo. L'idea che è molto simile a quella di Matrix, è quella che ci siano delle menti superiori che creano delle realtà virtuali per mezzo della tecnoliga. Ma è anche a mio avviso, un occhio si cicli di vita che si ripetono, all'interno di una stesssa vita e piu alla larga nel ciclo delle reincarnazioni. In ogni evoluzione si porta una consapevolezza dell apreceente che va portata alla luce..Portando alla luce il passato si accede al livello superiore.
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L'intenzione e "Il 13 piano" è quella di indagare sui mondi possibili. Sulla realtà che puo essere illusoria. Si svolge su tre livelli contemporanei, Il passato, 1937, il presente, introno l'anno 200 e il 2024, il fururo. L'idea che è molto simile a quella di Matrix, è quella che ci siano delle menti superiori che creano delle realtà virtuali per mezzo della tecnoliga. Ma è anche a mio avviso, un occhio si cicli di vita che si ripetono, all'interno di una stesssa vita e piu alla larga nel ciclo delle reincarnazioni. In ogni evoluzione si porta una consapevolezza dell apreceente che va portata alla luce..Portando alla luce il passato si accede al livello superiore. E anche cronologicamente, l film che inizia nel 1937 e finisce in un mondo ideale del 2024 indica proprio questo.
Ho trovato la narrazione del film , poco chiara. Il racconto viene portato invitando lo spettatore a cercare di capire cosa stia accadedno. Da questo punto di vista, il film non perde mai tensione, lasciano il thrilling sempre intatto. Peccato che anche giunto alla fine sia rimasto con la sensazione di non aver compreso completamente cosa ho visto. L'ìntreccio si chiarisce solo in parte e questo fa del film , un lavoro poco riuscito.
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Informatico settantenne a capo di una prestigiosa software house ed ideatore di una rivoluzionaria scoperta sulla realtà virtuale, viene misteriosamente ucciso dopo aver parlato al telefono col suo assistente. Quest'ultimo,da subito sospettato dalla polizia, intraprende una personale e pericolosa indagine lungo la incerta linea di demarcazione tra mondo reale e mondo virtuale sfuggendo alle attenzioni del poliziotto che lo tallona ed inseguendo una misteriosa ed affascinate ragazza che sostiene di essere la figlia dello scienziato ucciso. Sorprendente finale con inusitato happy end.
Raffinata contaminazione tra le originali trovate da thriller fantascientifico e le cupe atmosfere del noir americano, questa insolita produzione del tagico Josef Rusnak sotto l'egida produttiva di Roland Emmerich è un oggetto misterioso che oscilla tra le amenità sci-fi del cinema mainstream (macchine del tempo tipo 'quantum leap', rocamboleschi inseguimenti lungo strade lastricate, la prevedibile serialità dei colpi scena, il sospetto insinuante di realtà parallele,etc.
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Informatico settantenne a capo di una prestigiosa software house ed ideatore di una rivoluzionaria scoperta sulla realtà virtuale, viene misteriosamente ucciso dopo aver parlato al telefono col suo assistente. Quest'ultimo,da subito sospettato dalla polizia, intraprende una personale e pericolosa indagine lungo la incerta linea di demarcazione tra mondo reale e mondo virtuale sfuggendo alle attenzioni del poliziotto che lo tallona ed inseguendo una misteriosa ed affascinate ragazza che sostiene di essere la figlia dello scienziato ucciso. Sorprendente finale con inusitato happy end.
Raffinata contaminazione tra le originali trovate da thriller fantascientifico e le cupe atmosfere del noir americano, questa insolita produzione del tagico Josef Rusnak sotto l'egida produttiva di Roland Emmerich è un oggetto misterioso che oscilla tra le amenità sci-fi del cinema mainstream (macchine del tempo tipo 'quantum leap', rocamboleschi inseguimenti lungo strade lastricate, la prevedibile serialità dei colpi scena, il sospetto insinuante di realtà parallele,etc.) e le dissimulate ambizioni di un claustrofobico immaginario nichilista come riflessione non banale (ma certo non originale) sulla effimera consistenza della realtà sensibile. Utilizzando con studiato mestiere (tra sceneggiatura e messa in scena) i consueti clichè del poliziesco americano e le atmosfere dark di una Los Angeles hollywoodiana quale ideale scenario cinematografico di ieri e di oggi, ci si addentra lungo il doppio binario di un intricato plot di false piste ed innocenti colpevoli (tra le pulsioni del sesso e le passioni della mente) e quello di una indagine complessa e affascinante sul labile confine tra identità soggettiva e realtà oggettiva
nella continua osmosi tra mondi paralleli generati da una ineffabile entità demiurgica che si rivela solo nel precipitoso finale di un prevedibile happy end, nel diabolico e improbabile progetto di una incantevole uxoricida decisa a permutare il buono col cattivo, il marito con l'amante, la realtà con l'illusione. Tra le raffinate trovate di un nostalgico simbolismo vintage (il flipper artigianale sul tema del baseball) e quelle più pacchiane di grossolani marchingegni della virtualità, si agitano le passioni di patetici personaggi in cerca d'autore,la onnisciente consapevolezza di uno smarrimento esistenziale, il terrore escatologico di straniati avatar positronici nel loro disperato viaggio ai confini del mondo; una riflessione 'en passant' sul senso effimero della vita come illusorio gioco di specchi, ombre fugaci che si agitano nel baluginante caleidoscopio di una camera oscura quali scarni simulacri di un infinito loop cinematografico (la 'Gilda' della Hayworth quale splendida ed eterna prigioniera di una piccola scatola luminosa).
Uscito in contemporanea con il sorprendente Matrix dei Wachowski ne condivide l'ideologia ma non lo stile dove alla freddezza somatica del meticcio Keanu si contrappone il viso d'angelo di un bel banboccione dagli occhi blu ed il ciuffo biondo che fa la spola tra le dimensioni parallele di mondi comunicanti ed il logoro clichè dello smanettone pazzoide ben rappresentato dalla maschera strabuzzata del 'soldato Palladilardo' dei tempi migliori. Dangerous games across the lines.
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Uscito nello stesso anno di Matrix, Il tredicesimo piano è un film di fantascienza basato su dei mondi virtuali creati da Hannon Fuller, il quale ha il presentimento che qualcosa gli stia per accadere ed allora lascia un messaggio all'amico e collega fidato Douglas Hill per aiutarlo a risolvere il problema da egli individuato. E' qui che inizia a contorcersi la sceneggiatura, cominciando a mescolare mondi virtuali e personaggi affetti da doppie personalità. La storia ed il progetto rimangono comunque un curioso risultato, nulla a che vedere con Matrix però che sovrasta nettamente per sceneggiatura, regia, e attori questo film.
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Io mi domando da un po’ di tempo come sia stato possibile che questo film, uscito nel 1999 (stesso anno di Matrix), sia stato proiettato al cinema nell’indifferenza generale…..
ciò che accomuna “Il tredicesimo piano” con “Matrix” non è solo l’anno di uscita, ma anche la trama dei due film, seppur con le dovute e importanti differenza, ha qualche tratto in comune. Abbiamo già detto come Matrix sia la denominazione di un programma informatico che proietta la mente di un essere umano in un'illusoria realtà simulata costruita su un modello del mondo contemporaneo. Il problema in Matrix stava nel fatto che le persone erano inconsapevoli di vivere in una realtà illusoria e i programmatori erano le macchine intelligenti (costruite dagli uomini nel ventunesimo secolo) che approfittavano del programma per far vivere un lungo sogno forzato agli esseri umani e sfruttare il loro calore corporeo.
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Io mi domando da un po’ di tempo come sia stato possibile che questo film, uscito nel 1999 (stesso anno di Matrix), sia stato proiettato al cinema nell’indifferenza generale…..
ciò che accomuna “Il tredicesimo piano” con “Matrix” non è solo l’anno di uscita, ma anche la trama dei due film, seppur con le dovute e importanti differenza, ha qualche tratto in comune. Abbiamo già detto come Matrix sia la denominazione di un programma informatico che proietta la mente di un essere umano in un'illusoria realtà simulata costruita su un modello del mondo contemporaneo. Il problema in Matrix stava nel fatto che le persone erano inconsapevoli di vivere in una realtà illusoria e i programmatori erano le macchine intelligenti (costruite dagli uomini nel ventunesimo secolo) che approfittavano del programma per far vivere un lungo sogno forzato agli esseri umani e sfruttare il loro calore corporeo. Non c’era una scelta….. in Matrix tu eri costretto a vivere nel programma e morivi all’interno di esso senza mai sapere la verità.
Ma se il programmatore foste voi ? Pensate…. Se riusciste a trovare un modo per creare un mondo tutto vostro e andarci a vivere ? Non sarebbe un sogno che si realizza ?
Potreste creare un mondo di sole bellissime donne, o un mondo in cui siete adorati come un Dio, o un mondo in cui non ci sono regole o le uniche regole sono le vostre….. penso di aver reso l’idea, no ?
Ecco…… ne “Il tredicesimo piano” tutto questo non è più un utopia…. Il programmatore Hannon Fuller è riuscito a sviluppare un mondo tutto suo basato sulla Los Angeles del 1937. Entra ed esce da questo mondo a suo piacimento impersonando un alter-ego creato in quella realtà.
Il computer e le attrezzature che hanno permesso a Fuller di sviluppare questa realtà virtuale sono situate al tredicesimo piano di un palazzo adibito appositamente per questo tipo di sperimentazione.
La bellezza di questo film sta anche nella perfetta combinazione tra thriller e fantascienza.
Un giorno Fuller viene ucciso…… chi, come, quando e perché ?
Per investigare sulla sua morte bisogna investigare anche all’interno del mondo virtuale creato da Fuller e quindi, non ci rimane altro che andare al tredicesimo piano……
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All'Hotel Ambassador di Los Angeles,nel 1937,un uomo lascia una lettera al barman dell'albergo,dicendo che un amico passerà a cercarla.
Al suo risveglio,nella Los Angeles di oggi,l'uomo si rivela essere Hannon Fuller,(Armin Mueller-Stahl),famoso programmatore di mondi virtuali,che di lì a poco viene assassinato.
I sospetti cadono su Douglas Hall,il socio di Fuller,lo stesso uomo che nella realtà di 70 anni prima,avrebbe dovuto ritirare la busta e leggerne il contenuto. Le sue indagini lo porteranno a scoprire che la realtà è inviluppata da una serie di mondi virtuali che si intrecciano a formare un quadro inquietante e sorprendente.
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All'Hotel Ambassador di Los Angeles,nel 1937,un uomo lascia una lettera al barman dell'albergo,dicendo che un amico passerà a cercarla.
Al suo risveglio,nella Los Angeles di oggi,l'uomo si rivela essere Hannon Fuller,(Armin Mueller-Stahl),famoso programmatore di mondi virtuali,che di lì a poco viene assassinato.
I sospetti cadono su Douglas Hall,il socio di Fuller,lo stesso uomo che nella realtà di 70 anni prima,avrebbe dovuto ritirare la busta e leggerne il contenuto. Le sue indagini lo porteranno a scoprire che la realtà è inviluppata da una serie di mondi virtuali che si intrecciano a formare un quadro inquietante e sorprendente. Le immagini in apertura inseriscono lo spettatore in una bella ambientazione retrò e una felice scenografia aiuta l'immaginazione a trovarsi nella Los Angeles del 1937, con i sopiti colori sul seppia che ossequiano le scene all'Overlook Hotel di Shining anche nella conversazione al bar fra i due uomini che si parlano al bancone.
Subito,le realistiche e soffuse immagini della città,com'era nel '37,svaniscono,stridendo nello schiudersi del primo dei molti voli temporali che segneranno l'intero corso del film e spostano la narrazione degli eventi a questi giorni,interrompendo bruscamente ogni proiezione immaginifica ed impattando una realtà attuale immersa nella fredda dimensione tecnologica che completerà il quadro del racconto. I conflitti cronologici sono disseminati in tutta la pellicola in continui viaggi e spostamenti tra passato e presente,fratturando la narrazione in segmenti situati su differenti piani ed evidenziando aspetti di intenzionale anacronismo,come si vede nella sequenza dell'incontro in un bar della Los Angeles di oggi tra Douglas Hall e Jane Fuller, presentata ad immagine della Gloria Grahame del "Grande caldo" di Lang.
Il richiamo al passato viene simboleggiato anche dall'immagine del biliardino con i giocatori di baseball in latta ed il funzionamento meccanico, gioco vintage che contrasta con la realtà tecnologica che si manipola nella Società situata al tredicesimo piano dell'edificio.
In un continuo inviluppo di situazioni presentate a sorpresa una nell'altra e in un processare di rivelazioni successive,il film si snoda mescolando aspetti noir che ricordano i polizieschi degli anni '40,con ingredienti di un cyber movie informatizzato.
Tra citazioni a Chandler ed ambientazioni non causali (il Grand Hotel Wilshire,teatro di molte storie dello schermo),il film affascina,adattandosi,ma non imitando,all'aspetto controverso che fa da base al Blade Runner di Dick/Scott.I richiami al film sono evidenti anche nei dialoghi. Il lavoro di Rusnak è un bel film, passato inosservato ma per colpe non sue. Il "Tredicesimo piano" veicola lo spettatore nel mondo della finzione e delle cyber sci-fi,aiutandosi con il fascino che deriva dall'ambientazione in epoche passate e procede spedito con il solo rallentamento dovuto all'intrico,a volte eccessivo,degli avvenimenti,ma nel suo complesso il film è appagante e suggestivo. Difficile riconoscere in Vincent D'Onofrio il sergente Palla di lardo o il detective Goren di Criminal Intent,ma chi conosce l'attore può avere la conferma del suo talento e delle sue capacità di trasformarsi in qualsiasi personaggio.
Salti temporali,unità programmate,simulazioni di identità e trasferimenti scandiscono questa bella avventura a metà strada tra il thriller e la fantascienza,imbastendo un gioco con lo spettatore,che si vede condotto ai confini della conoscenza ove i concetti di realtà,finzione e condizione virtuale si confondono.
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[+] lascia un commento a andyflash77 »[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
il paragone con Matrix è totalmente blasfemo. la sceneggiatura sarebbe anche abbastanza interessante se non fosse che si capisce già tutto a metà film, oltre alle patetiche scene d'amore e al finale distruttivo e inutile.
gli attori sono particolarmente pessimi, soprattutto Craig Bierko.
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