kaspasian
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sabato 3 maggio 2008
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il silenzio degli innocenti vs manhunter
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per quanto mi riguarda la sceneggiatura del SILENZIO DEGLI INNOCENTI è superiore ma l'interpretazione della Foster è stata terribilmente sopravvalutata.antologico Hopkins anche se a volte (e volutamente) eccessivo, anima di un film che sottolinea le conseguenze violente della follia e la deriva antropologica dei mostri e delle loro vittime.MANHUNTER,attraverso un linguaggio visivo virtuosissimo e mai patinato(esclusa la "scenetta finale"...sigh),racconta il germe della follia,la sua essenza e la sua mutazione.IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI è "sporco" e straziante,MANHUNTER è lirico e inquietante.se il primo soffre di "neo-stereotipi" (vedi il personaggio di "Buffalo Bill") il secondo,partendo già da una sceneggiatura a volte fiacca,decade nella scenetta finale della "sacra famiglia riunita" che rischia di indebolire l'anima del film.
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per quanto mi riguarda la sceneggiatura del SILENZIO DEGLI INNOCENTI è superiore ma l'interpretazione della Foster è stata terribilmente sopravvalutata.antologico Hopkins anche se a volte (e volutamente) eccessivo, anima di un film che sottolinea le conseguenze violente della follia e la deriva antropologica dei mostri e delle loro vittime.MANHUNTER,attraverso un linguaggio visivo virtuosissimo e mai patinato(esclusa la "scenetta finale"...sigh),racconta il germe della follia,la sua essenza e la sua mutazione.IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI è "sporco" e straziante,MANHUNTER è lirico e inquietante.se il primo soffre di "neo-stereotipi" (vedi il personaggio di "Buffalo Bill") il secondo,partendo già da una sceneggiatura a volte fiacca,decade nella scenetta finale della "sacra famiglia riunita" che rischia di indebolire l'anima del film.In uno la società è ormai corrotta nell'altro è salvabile.in definitiva MANHUNTER è un VERO e unico film di culto ma non è un VERO capolavoro assoluto
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[+] meglio red dragon
(di luco)
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noemi
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venerdì 4 aprile 2008
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non mi piace, embè?
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Ho visto questo film un paio di anni fa.Posso solo dire che non mi è piaciuto per niente. Decisamente non è il mio genere
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federica
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venerdì 4 aprile 2008
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niente di nuovo sotto il sole
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Uno dei peggiori film di michael mann. Lento, troppo lento e poi veramente inconsistente il personaggio di hannibal lecter. Molto meglio anthony hopkins nel ruolo del cannibale, più vero e credibile. Come ha potuto scendere così in basso michael mann?
[+] non è un film su hannibal lecter.
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maurizio
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domenica 30 marzo 2008
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il bianco...
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Gran bel thriller con sfumature esistenziali tratteggiate nel personaggio di Graham, ha il pregio anche di essere freddo e lucido come la pazzia del serial e le stesse ambientazioni bianche e glaciali di cui è percorso spesso il film.Delicata la figura della ragazza cieca che per un breve laasso di tempo riesce con la sua innocenza e la sua spontaneità a permettere a Dollarhay di sfiorare l'esperienza della normalità. Notevoli le musiche che contribuiscono a rendere Manhunter un thriller che difficilmente si può dimenticare.
E' interessante notare anche come certe reazioni di Graham durante i colloqui con Lecter siano rintracciabili nell'agente Starling de "Il silenzio degli innocenti" e di come la figura dello psichiatra sia già ben abbozzata nella sua eleganza schizofrenica che poi troveremo all'ennesima potenza nel film di Demme.
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Gran bel thriller con sfumature esistenziali tratteggiate nel personaggio di Graham, ha il pregio anche di essere freddo e lucido come la pazzia del serial e le stesse ambientazioni bianche e glaciali di cui è percorso spesso il film.Delicata la figura della ragazza cieca che per un breve laasso di tempo riesce con la sua innocenza e la sua spontaneità a permettere a Dollarhay di sfiorare l'esperienza della normalità. Notevoli le musiche che contribuiscono a rendere Manhunter un thriller che difficilmente si può dimenticare.
E' interessante notare anche come certe reazioni di Graham durante i colloqui con Lecter siano rintracciabili nell'agente Starling de "Il silenzio degli innocenti" e di come la figura dello psichiatra sia già ben abbozzata nella sua eleganza schizofrenica che poi troveremo all'ennesima potenza nel film di Demme.
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linda
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giovedì 19 aprile 2007
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brutto e violento
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Troppo violento e neanche particolarmente coinvolgente questo film. L'ho visto perchè il mereghetti gli attribuisce 4 stellette. Con tutto il bene che voglio a mereghetti questa volta ha preso una cantonata spaventosa. Io non ho amato nemmeno il silenzio degli innocenti ma devo riconoscere che è superiore a questo film. Viva Demme abbasso Mann e lo dice una che non è certo fan de Il silenzio degli innocenti.
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paolo
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domenica 15 aprile 2007
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bah
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UNO DEI FILM PIU DELUDENTI CHE HO VISTO NEGLI ULTIMI TEMPI. MI ASPETTAVO MOLTO DA QUESTO FILM MA SONO RIMASTO MOLTO DELUSO! MOLTO MEGLIO IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
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david
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giovedì 12 aprile 2007
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ennesima bufala di michael mann
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COME SI FA AD APPREZZARE UN FILM COSì BANALE? MAI VERAMENTE INTERESSANTE, MAI CONVINCENTE, RECITATO IN MANIERA DILETTANTISTICA. BASTA CONFRONTARE LA PERFORMANCE DI ANTHONY HOPKINS NE IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI PER COMPRENDERE LA MEDIOCRITà DEGLI ATTORI DI QUESTO ENNESIMO TONFO DI MICHAEL MANN! SOLO DEGLI SPROVVEDUTI POSSONO CREDERE DI TROVARSI DI FRONTE AD UN REGISTA! SUL SET MANN SERVE SOLO A DIRIGERE IL TRAFFICO!
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(di piernelweb)
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freaks
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domenica 8 aprile 2007
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mann sopravvalutato
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Modesto come tutti i film di Michael Mann
[+] mah
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dr. 'o le'
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domenica 21 gennaio 2007
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mann in un thriller d'annata
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Manhunter sarebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche USA e del resto del mondo con il titolo Red Dragon (omonimo del romanzo di Thomas Harris da cui è tratto) ma, data la precedente uscita – con flop clamoroso ai botteghini – dell’ottimo L’Anno del Dragone – Year of the Dragon (di Michael Cimino con Mickey Rourke, 1984) i produttori preferirono evitare di ricordare nel titolo la sfortunata opera di due anni prima e dunque eliminare ogni riferimento a draghi et similia …
Come intuibile da questa breve introduzione, Manhunter è il primo capitolo di quella saga che avrebbe poi impazzato negli anni novanta portando nuova linfa vitale al genere thriller (Il silenzio degli innocenti, Red Dragon – il remake di questo film -, Hannibal, etc ).
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Manhunter sarebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche USA e del resto del mondo con il titolo Red Dragon (omonimo del romanzo di Thomas Harris da cui è tratto) ma, data la precedente uscita – con flop clamoroso ai botteghini – dell’ottimo L’Anno del Dragone – Year of the Dragon (di Michael Cimino con Mickey Rourke, 1984) i produttori preferirono evitare di ricordare nel titolo la sfortunata opera di due anni prima e dunque eliminare ogni riferimento a draghi et similia …
Come intuibile da questa breve introduzione, Manhunter è il primo capitolo di quella saga che avrebbe poi impazzato negli anni novanta portando nuova linfa vitale al genere thriller (Il silenzio degli innocenti, Red Dragon – il remake di questo film -, Hannibal, etc ).
Mann è dunque il primo a narrarci le gesta del detective FBI Will Graham (un giovane William L. Petersen, che avrebbe poi trovato fortuna nei panni del detective Grissom di CSI Las Vegas) che, dopo aver catturato non senza subirne le conseguenze il terribile Dr. Hannibal Lektor (interpretato da Brian Cox perché Hopkins all’epoca era impegnato in teatro, lo stesso avvenne, ma a parti invertite, durante le riprese de Il silenzio degli innocenti, quando fu Cox a dover declinare l’offerta di interpretare l’adorabile cannibale) decide di allontanarsi da professione e città con la famiglia e rifugiarsi in un isolato paradiso in riva al mare.
Il suo amico e collega Jack Crawford (Dennis Farina) lo convincerà però a ritornare al suo vecchio lavoro, per catturare un altro efferato serial killer che stermina intere famiglie.
Ad offrire “consulenze” al buon Will ci sarà lo stesso Dr. Lektor, che cova però pericolosi intenti di vendetta.
Mann in uno dei primi film thriller incentrati sulla coppia agente FBI - serial killer da catturare, si propone con uno stile che poi non lo avrebbe più abbandonato nel resto della sua carriera cinematografica – con alti e bassi -.
La fotografia, del nostro Dante Spinotti (L.A. Confidential), è il vero fiore all’occhiello di tutta la narrazione. I colori si alternano ad enfatizzare i differenti momenti della storia e le emozioni che questi esprimono: amore, angoscia, pericolo, terrore; con risultati eccellenti-
Cox rivaleggia quasi alla pari con il ben più noto Hopkins nell’interpretare il dottore cannibale, così come Petersen, che ricopre il suo ruolo senza sbavature e con un certo carisma.
È inevitabile, dopo aver visto il Red Dragon di qualche anno fa con Edward Norton ed Anthony Hopkins, azzardare qualche paragone o similitudine, ma non c’è niente di più sbagliato.
I due film, seppur raccontando pressappoco la medesima storia, hanno registri e stili totalmente differenti, dovuti in parte anche ai quasi venti anni che li separano, e non possono essere confrontati.
Ratner (Red Dragon) porta avanti alla perfezione il suo compitino, gestendo attori talentuosi senza però aggiungere un granché di stilisticamente “suo” (modifica infatti la storia in modo da inserire un ulteriore momento di azione finale, che in Manhunter manca, quasi quale confessione di inadeguatezza).
Mann, al contrario, fa immergere lo spettatore in un mondo inquietante e cupo, che risplende negli istanti in cui Petersen è con la sua amata moglie e diviene angosciante quando si trova nell’abitazione del maniaco per impedire che uccida ancora.
Senza dubbio un film ottimo (superato nella saga solo da Il silenzio degli innocenti), ma noto solo a pochi.
Ennesimo da (ri)scoprire.
a cura di www.pianosequenza.net
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piernelweb
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sabato 21 ottobre 2006
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frammenti di grande cinema
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Correva l'anno 1986 quando per la prima volta le pagine di Thomas Harris venivano rappresentate sul grande schermo. Dal romanzo "Red Dragon" Mann ricava un thriller grandioso, intenso, cupo e stilisticamente ineccepibile nettamente avanti alla produzione di quel periodo; un vero braccio di ferro psicologico, a distanza, fra cacciatore e preda ricco di sfumature ed emotivamente mai convenzionale. Diverse le sequenze da ricordare fra le quali spiccano oltre al suggestivo epilogo, i struggenti passaggi della storia impossibile fra "dente di fata" e la non vedente Reba. Manhunter vince nettamente il confronto a distanza con "Red Dragon" di Brett Ratner (2002) ma non quello con "Il Silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme per il quale, al pari di una regia eccellente, pesano le esaltanti interpretazioni di Jodie Foster e Anthony Hopkins (nei panni di Hannibal Lecter che qui compare in alcune sequenze nell'interpretazione di Brian Cox) e mezzi produttivi superiori.
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Correva l'anno 1986 quando per la prima volta le pagine di Thomas Harris venivano rappresentate sul grande schermo. Dal romanzo "Red Dragon" Mann ricava un thriller grandioso, intenso, cupo e stilisticamente ineccepibile nettamente avanti alla produzione di quel periodo; un vero braccio di ferro psicologico, a distanza, fra cacciatore e preda ricco di sfumature ed emotivamente mai convenzionale. Diverse le sequenze da ricordare fra le quali spiccano oltre al suggestivo epilogo, i struggenti passaggi della storia impossibile fra "dente di fata" e la non vedente Reba. Manhunter vince nettamente il confronto a distanza con "Red Dragon" di Brett Ratner (2002) ma non quello con "Il Silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme per il quale, al pari di una regia eccellente, pesano le esaltanti interpretazioni di Jodie Foster e Anthony Hopkins (nei panni di Hannibal Lecter che qui compare in alcune sequenze nell'interpretazione di Brian Cox) e mezzi produttivi superiori. Un film che all'epoca fu evidentemente sottovalutato, ma che a distanza si è meritato un posto tra i thriller cult degli anni 80.
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[+] silenzio degli innocenti vs manhunter
(di kaspasian)
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