Correva l'anno 1986 quando per la prima volta le pagine di Thomas Harris venivano rappresentate sul grande schermo. Dal romanzo "Red Dragon" Mann ricava un thriller grandioso, intenso, cupo e stilisticamente ineccepibile nettamente avanti alla produzione di quel periodo; un vero braccio di ferro psicologico, a distanza, fra cacciatore e preda ricco di sfumature ed emotivamente mai convenzionale. Diverse le sequenze da ricordare fra le quali spiccano oltre al suggestivo epilogo, i struggenti passaggi della storia impossibile fra "dente di fata" e la non vedente Reba. Manhunter vince nettamente il confronto a distanza con "Red Dragon" di Brett Ratner (2002) ma non quello con "Il Silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme per il quale, al pari di una regia eccellente, pesano le esaltanti interpretazioni di Jodie Foster e Anthony Hopkins (nei panni di Hannibal Lecter che qui compare in alcune sequenze nell'interpretazione di Brian Cox) e mezzi produttivi superiori. Un film che all'epoca fu evidentemente sottovalutato, ma che a distanza si è meritato un posto tra i thriller cult degli anni 80.
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kaspasian
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sabato 3 maggio 2008
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silenzio degli innocenti vs manhunter
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per quanto mi riguarda la sceneggiatura del SILENZIO DEGLI INNOCENTI è superiore ma l'interpretazione della Foster è stata terribilmente sopravvalutata.antologico Hopkins anche se a volte (e volutamente) eccessivo, anima di un film che sottolinea le conseguenze violente della follia e la deriva antropologica dei mostri e delle loro vittime.MANHUNTER,attraverso un linguaggio visivo virtuosissimo e mai patinato(esclusa la "scenetta finale"...sigh),racconta il germe della follia,la sua essenza e la sua mutazione.IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI è "sporco" e straziante,MANHUNTER è lirico e inquietante.se il primo soffre di "neo-stereotipi" (vedi il personaggio di "Buffalo Bill") il secondo,partendo già da una sceneggiatura a volte fiacca,decade nella scenetta finale della "sacra famiglia riunita" che rischia di indebolire l'anima del film.
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per quanto mi riguarda la sceneggiatura del SILENZIO DEGLI INNOCENTI è superiore ma l'interpretazione della Foster è stata terribilmente sopravvalutata.antologico Hopkins anche se a volte (e volutamente) eccessivo, anima di un film che sottolinea le conseguenze violente della follia e la deriva antropologica dei mostri e delle loro vittime.MANHUNTER,attraverso un linguaggio visivo virtuosissimo e mai patinato(esclusa la "scenetta finale"...sigh),racconta il germe della follia,la sua essenza e la sua mutazione.IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI è "sporco" e straziante,MANHUNTER è lirico e inquietante.se il primo soffre di "neo-stereotipi" (vedi il personaggio di "Buffalo Bill") il secondo,partendo già da una sceneggiatura a volte fiacca,decade nella scenetta finale della "sacra famiglia riunita" che rischia di indebolire l'anima del film.In uno la società è ormai corrotta nell'altro è salvabile.in definitiva MANHUNTER è un VERO e unico film di culto ma non è un VERO capolavoro assoluto
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