Mario Bianchi, oggi 80enne, dopo una gavetta fatta come aiuto di registi quali Ferdinando Baldi e Mario Bava, sulla soglia dei 30 anni iniziò una carriera autonoma con la direzione di film nei generi più svariati: western all'italiana, avventura, polizieschi, fino a virare sul genere erotico e da ultimo pornografico. “Provincia violenta”, poliziesco sui generis nel filone tipico degli anni '70, in effetti presenta anche varie scene di nudo e di violenza che lasciavano presagire un interesse “hot”, poi effettivamente concretizzatosi. Di per sé il film, girato con un budget davvero all'osso, è poca cosa.
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Mario Bianchi, oggi 80enne, dopo una gavetta fatta come aiuto di registi quali Ferdinando Baldi e Mario Bava, sulla soglia dei 30 anni iniziò una carriera autonoma con la direzione di film nei generi più svariati: western all'italiana, avventura, polizieschi, fino a virare sul genere erotico e da ultimo pornografico. “Provincia violenta”, poliziesco sui generis nel filone tipico degli anni '70, in effetti presenta anche varie scene di nudo e di violenza che lasciavano presagire un interesse “hot”, poi effettivamente concretizzatosi. Di per sé il film, girato con un budget davvero all'osso, è poca cosa. A partire dal protagonista, l'ex ufficiale dei carabinieri Sereni, interpretato da uno spaesato Calogero Caruana, vestito in modo inguardabile anche per i canoni della moda anni '70. Sarebbe stato diverso se in quel ruolo ci fosse stato un Maurizio Merli, un Luc Merenda, un Claudio Cassinelli (ma probabilmente costavano troppo). Per non parlare delle autovetture usate dalla produzione: una 500, una Citroen Diane 2 CV, una improponibile Mini Minor sull'orlo del collasso. Non migliori le location, tutte nel segno del risparmio. La trama spazia dal banale al prevedibile, con l'inevitabile lieto fine, dopo il sacrificio di varie belle ragazze e dell'assassino più antipatico. In sintesi un “C” movie davvero deludente nel quale è difficile salvare qualcosa.
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