chiara
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venerdì 25 marzo 2005
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opera d'arte
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Una bellissima idea (made in Italy!!) resa magistralmente.
Geniale, poetico, di rarissimo e grande effetto.
Meriterebbe maggiore diffusione tra giovani e giovanissimi.
Indimenticabile per ironia, immaginazione e le pure emozioni che regala.
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zakky_88
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martedì 11 novembre 2008
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"pisney, l'ha fatto questo?" [cit.]
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Allegro non Troppo è il terzo lungometraggio di Bruno Bozzetto dopo West & Soda e Vip: Mio Fratello Superuomo, e rifacendosi dichiaratamente al Fantasia di Disney mette in scena diverse sequenze live-action. Solo che a differenza di Fantasia, qui le sequenze di presentazione tendono a raccontare una specie di storia, dai toni scollacciati, in cui un presentatore truffaldino e un violento direttore di un'orchestra di vecchiette sottopongono un povero disegnatore (interpretato da Nichetti) ad ogni genere di maltrattamento, per costringerlo a disegnare le sequenze animate in tempo reale. Queste parti sono buffe, divertenti e con un umorismo tendente al grottesco anche se spesso hanno la pecca di essere troppo lunghe e di spezzare leggermente il ritmo del film.
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Allegro non Troppo è il terzo lungometraggio di Bruno Bozzetto dopo West & Soda e Vip: Mio Fratello Superuomo, e rifacendosi dichiaratamente al Fantasia di Disney mette in scena diverse sequenze live-action. Solo che a differenza di Fantasia, qui le sequenze di presentazione tendono a raccontare una specie di storia, dai toni scollacciati, in cui un presentatore truffaldino e un violento direttore di un'orchestra di vecchiette sottopongono un povero disegnatore (interpretato da Nichetti) ad ogni genere di maltrattamento, per costringerlo a disegnare le sequenze animate in tempo reale. Queste parti sono buffe, divertenti e con un umorismo tendente al grottesco anche se spesso hanno la pecca di essere troppo lunghe e di spezzare leggermente il ritmo del film. Spesso sul palcoscenico appaiono ospiti inattesi che possono andare da un gorilla al celebre Signor Rossi, il più famoso personaggio animato bozzettiano.
Fra i pregi di Allegro non Troppo non si può non menzionare l'ottimo gusto con cui sono stati scelti i brani dei sei segmenti che compongono il film. Tutti pezzi piacevoli, orecchiabili e efficaci. Una selezione che azzarderei essere anche superiore a quella Disneyana.
A conti fatti si possono ricontrare alcune tematiche ricorrenti nel corso dei segmenti, innanzitutto la Creazione, vista in ben due segmenti (L'Uccello e il Bolero) e sotto due diversi punti di vista. Poi c'è l'Erotismo che apre e chiude il film non risparmiando gli interstials e il brano di Vivaldi. E per finire il grande tema, che compare più di tutti gli altri, toccando in diverso modo tutti gli episodi (meno il primo): è il progresso dell'uomo che distrugge la natura e l'innocenza appiattendo l'esistenza. E' forse questa la nota malinconica a cui si deve il titolo?
Allegro non Troppo è un'anomalia nel panorama cinematografico italiano a cui si dovrebbe guardare per impare a costruire uno stile nostrano,senza tentare di imitare goffamente un modello americano a cui potremo arrivare solo per vie traverse. E la via è proprio quella della stilizzazione e dell'umorismo graffiante. Allegro non Troppo è passato in patria quasi inosservato per essere invece osannato proprio in America dove molti elementi tra cui la brevità delle seqeunze, la presenza sul palco di gag buffe e dei tavoli da disegno e soprattutto la chiusa sono state riprese da Roy Disney per Fantasia 2000 ricambiando quindi il favore fatto da Bozzetto allo Zio.
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