ennio
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lunedì 2 marzo 2020
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triste ritratto educativo di un'epoca perduta
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"Family life" è uno dei primi film di Ken Loach, in cui già si osserva il suo realismo privo di fronzoli che rimarrà immutato ne decenni.
E' un film realizzato nel periodo di maggior fulgore del ribellismo sociale nei primi anni '70. L'avessi visto da ragazzino, questo film certamente mi avrebbe commosso e irritato al tempo stesso, fotografando una realtà familiare autoritaria e anaffettiva come quella dei genitori di Janice. Il dramma della ragazza ricorda un pò quello di Frances Farmer, in cui debolezza di carattere e traumi esistenziali concorrono ad alienare la personalità della giovane fino a renderla incapace di instaurare dei rapporti sani e positivi coi propri simili, spingendola a rinchiudersi sempre più in sè e, come logica conseguenza, in una clinica specializzata.
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"Family life" è uno dei primi film di Ken Loach, in cui già si osserva il suo realismo privo di fronzoli che rimarrà immutato ne decenni.
E' un film realizzato nel periodo di maggior fulgore del ribellismo sociale nei primi anni '70. L'avessi visto da ragazzino, questo film certamente mi avrebbe commosso e irritato al tempo stesso, fotografando una realtà familiare autoritaria e anaffettiva come quella dei genitori di Janice. Il dramma della ragazza ricorda un pò quello di Frances Farmer, in cui debolezza di carattere e traumi esistenziali concorrono ad alienare la personalità della giovane fino a renderla incapace di instaurare dei rapporti sani e positivi coi propri simili, spingendola a rinchiudersi sempre più in sè e, come logica conseguenza, in una clinica specializzata.
Ciò che stride oggigiorno è l'anacronismo di queste situazioni, in una società che ha ormai abolito i manicomi e in cui è addirittura pericoloso rifilare due ceffoni ai propri figli senza rischiare una denuncia.
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luca scial�
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giovedì 27 agosto 2015
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quando una educazione rigida rovina una vita
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Uno dei tanti film impegnati e taglienti di Ken Loach, la cui filmografia è stata quasi tutti concentrata sulla critica alla società britannicaAi suoi valori talvolta eccessivamente rigidi e ipocriti. Ma anche agli ultimi che talvolta si riscattano, altre volte perdono.
Come il caso della protagonista di questo film, Janice, cresciuta da genitori borghesi e rigidi nelle loro convinzioni. Capaci di prevaricare e sopprimere le sue opinioni e la sua volontà. Colpo di grazia sarà l'averla spinta all'aborto, che creerà nella ragazza uno squilibrio psicologico definitivo. Che sarà peggiorato dalla clinica psichiatrica dove sarà portata dai genitori.
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Uno dei tanti film impegnati e taglienti di Ken Loach, la cui filmografia è stata quasi tutti concentrata sulla critica alla società britannicaAi suoi valori talvolta eccessivamente rigidi e ipocriti. Ma anche agli ultimi che talvolta si riscattano, altre volte perdono.
Come il caso della protagonista di questo film, Janice, cresciuta da genitori borghesi e rigidi nelle loro convinzioni. Capaci di prevaricare e sopprimere le sue opinioni e la sua volontà. Colpo di grazia sarà l'averla spinta all'aborto, che creerà nella ragazza uno squilibrio psicologico definitivo. Che sarà peggiorato dalla clinica psichiatrica dove sarà portata dai genitori. La sorella si è invece salvata, lasciando la casa anzitempo. Finale amaro, dove è la stessa società che la tratta come un alieno e una cavia dopo averla creata.
Loach torna a parlare di cliniche psichiatriche dopo Two minds, col quale esordì con una certa personalità e autorevolezza. Sebbene scegliendo una formula documentaristica. In futuro tornerà ancora a parlare delle leggi assurde e della società britannica, ovviamente in chiave critica.
Il tema dei manicomi e della falsa riabilitazione psichiatrica saranno ripresi quattro anni dopo in Qualcuno volò sul nido del Cuculo e nello stesso 1971 da Arancia meccanica.
Un pensiero merita l'ottima protagonista, Sandy Ratcliff, dal grande esordio ma che non è andata oltre tre film.
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silvio pammelati
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sabato 8 marzo 2008
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medicae cura te ipsum
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Da curare non era la ragazza e il suo partner bensì i suoi genitori ascendenti che l'hanno costretta e il medico abortista incapace di capire
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magnozzi
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venerdì 7 marzo 2008
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doni
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Non é strettamente necessario rivelare il nome dell'autore della valutazione "i figli abbisognano non di doni, ma di tempo" (il Papa) per trovarla apprezzabile nonchè condivisibile.
Alla mente subito vengono i genitori che, lavorando entrambi (semprepiú - spesso - senza una vera necessitá) di occuparsi dei figli non hanno il tempo.
Il pensiero cosi passa ... a sterili e bellici parenti & ascendenti, ad abor dot ti, medici & sapienti ... nonché a servizi, strutture, centri... .
Insomma ai doni o succe-doni per il figlio, succedanei di chi compartecipa all'atto del generare.
Ovvio che la sua presenza accanto ad esso sia, non a quello del figlio, ma al loro - e delle ascendenti guerra & business - di interesse, contraria.
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Non é strettamente necessario rivelare il nome dell'autore della valutazione "i figli abbisognano non di doni, ma di tempo" (il Papa) per trovarla apprezzabile nonchè condivisibile.
Alla mente subito vengono i genitori che, lavorando entrambi (semprepiú - spesso - senza una vera necessitá) di occuparsi dei figli non hanno il tempo.
Il pensiero cosi passa ... a sterili e bellici parenti & ascendenti, ad abor dot ti, medici & sapienti ... nonché a servizi, strutture, centri... .
Insomma ai doni o succe-doni per il figlio, succedanei di chi compartecipa all'atto del generare.
Ovvio che la sua presenza accanto ad esso sia, non a quello del figlio, ma al loro - e delle ascendenti guerra & business - di interesse, contraria.
Viva il consumismo!!! Continuiamo a consumare!!! Anzi aumentiamo i consumi!~
Continuiamo cosí, facciamoci del male.
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lalli
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mercoledì 5 dicembre 2007
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bello bello
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bellissimo, tra i film che più mi hanno dato un senso di rabbia, di sconforto, di schifo per le convenzioni. Emblematiche molte scene, bravissimi gli attori (nn professionisti)e Loach.
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