Elegante messa in scena per un giallo innovativo che beneficia anche di un cast all'altezza, cifra accomunante il miglio Argento e principale carenza dei suoi lavori dell'ultimo, abbondante, trentennio. Lo spazio espositivo, gelido e già esso orrorifico, si incrocia alle scene di vita comune, gli arredi caldi del pied a terre della splendida coppia Kendall - Musante. Quest'ultimo, qui irresistibile scrittore in crisi di vocazione, è stato uno dei volti più belli del cinema italiano a cavallo dei 60/70, memorabile per Anonimo Veneziano e, stranamente, per poco altro di altrettanto significativo. Grazie alla seriale opera di restauro dei film argentiani - che quest'estate hanno richiamato pubblico nelle sale, soprattutto giovanile - ho apprezzato questo giallo ancor più delle numerose, precedenti, visioni in tv.
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Elegante messa in scena per un giallo innovativo che beneficia anche di un cast all'altezza, cifra accomunante il miglio Argento e principale carenza dei suoi lavori dell'ultimo, abbondante, trentennio. Lo spazio espositivo, gelido e già esso orrorifico, si incrocia alle scene di vita comune, gli arredi caldi del pied a terre della splendida coppia Kendall - Musante. Quest'ultimo, qui irresistibile scrittore in crisi di vocazione, è stato uno dei volti più belli del cinema italiano a cavallo dei 60/70, memorabile per Anonimo Veneziano e, stranamente, per poco altro di altrettanto significativo. Grazie alla seriale opera di restauro dei film argentiani - che quest'estate hanno richiamato pubblico nelle sale, soprattutto giovanile - ho apprezzato questo giallo ancor più delle numerose, precedenti, visioni in tv. Tensione ma pure ironia, come per il cameo del bravo Mario Adorf, un buffo, burbero artista pazzoide. Voglio citare Enrico Maria Salerno, meraviglioso attore teatrale che - giustamente - anche il cinema, soprattutto di genere, ci ha regalato con generosità. E che dire di Umberto Raho, cattivo e subdolo di tanti memorabili gialli (godetevi l'originalissimo "Sette scialli di seta gialla", si trova in dvd)? W l'artigianalità dei mitici anni settanta, coi suoi picchi e le sue cadute, cinema sempre rigorosamente sincero e schietto, una irripetibile stagione che, fortunatamente, in parte viene recuperato e compreso, anche per capire chi eravamo e chi siamo diventati.
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