fedeleto
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domenica 17 gennaio 2010
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l'amore e' freddo come fassbinder..
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Dopo due cortometraggi (il vagabondo,il piccolo chaos) che avevano gia fatto riflettere su questo giovane regista,ecco il suo primo lungometraggio.Nella dedica del film appaiono i nomi di chabrol e rohmer e forse pochi capiscono perche'.Prima di tutto il film porta delle tematiche centrali che riprendono anche il discorso dei cortometraggi precedenti ovvero il noir(piccolo chaos) e la disperazione(il vagabondo) solo che nel secondo caso tale stato diventa inconsapevole.Il film si apre con estrema calma e tale azione e' tipica di chi sa riflettere(si guardi il vagabondo del cortometraggio come ad ogni inquadratura vada lento ed abbia lo sguardo pensante)dunque come primo elemento c'e' la riflessione dopodiche' arriva l'azione(lo stesso fassbinder anch'egli attore si alza e picchia un uomo perche' gli ruba il giornale)in realta' questa sequenza avverte lo spettatore che assistera' ad un film dove ogni azione sara' seguita da una reazione.
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Dopo due cortometraggi (il vagabondo,il piccolo chaos) che avevano gia fatto riflettere su questo giovane regista,ecco il suo primo lungometraggio.Nella dedica del film appaiono i nomi di chabrol e rohmer e forse pochi capiscono perche'.Prima di tutto il film porta delle tematiche centrali che riprendono anche il discorso dei cortometraggi precedenti ovvero il noir(piccolo chaos) e la disperazione(il vagabondo) solo che nel secondo caso tale stato diventa inconsapevole.Il film si apre con estrema calma e tale azione e' tipica di chi sa riflettere(si guardi il vagabondo del cortometraggio come ad ogni inquadratura vada lento ed abbia lo sguardo pensante)dunque come primo elemento c'e' la riflessione dopodiche' arriva l'azione(lo stesso fassbinder anch'egli attore si alza e picchia un uomo perche' gli ruba il giornale)in realta' questa sequenza avverte lo spettatore che assistera' ad un film dove ogni azione sara' seguita da una reazione.successivamente capiamo che franz(fassbinder) e' un killer catturato da alcuni uomini che lavorano per il sindaco e gli chiedono di lavorare per lui ma egli non accetta.In seguito conosce un certo bruno con cui stringe amicizia (da notare la sequenza in cui bruno viene inquadrato per tre minuti senza sosta quasi ad indicare che sara' l'azione principale di tutte le reazioni)e con cui si ritrovera' a tentare un colpo in banca e a sfuggire dagli altri che lo vogliono morto non sapendo che bruno in realta' e' un killer messo alle sue spalle.In tutto cio' c'e' una figura principale ed importante ovvero johanna,la donna di franz che rappresenta un pedina in un gioco grande ed in cui e' lei a dare le carte finali nell'ultima scena(che ricorda troppo chiaramente FINO ALL'ULTIMO RESPIRO) e dunque rimane poco da fare se non proseguire su una via dove ogni cosa e' diventata spogliata(l'ultima immagine sono degli alberi privi di foglie).Film di grande intensita' che spiega il titolo del film ovvero l'amore (elemento che non riesce ad uscire da parte di nessuno nel film) e' freddo (si basta pensare alla scena in cui franz tocca i capelli di johanna lei nemmeno lo guardi e sia voltata dall'altra parte) e non puo' che portare alla morte sia fisica(bruno) che morale(di franz),ed essi in realta' vivono senza vita poiche' l'amore e' fonte di tale dono.Un buon risultato di fassbinder anche come attore ,ed incredibile il numero delle sigarette fumate nel film.
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mario_platonov
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martedì 15 febbraio 2011
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godard riletto dal giovane fassbinder
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Criticato dai più, l’esordio del regista tedesco è probabilmente il meno “fassbinderiano” dei suoi film.
Qui e là si intravedano frammenti delle tensioni emotive che saranno al centro delle sue opere future, ma in questo film l’atmosfera è completamente raggelata con protagonisti volutamente privi di spessore e portati davanti alla camera con una recitazione monocorde.
Il tema del rapporto uomo-donna e del “triangolo” tornerà sovente nei film successivi, ma in questo esordio Fassbinder si rifà molto più al cinema francese sperimentale in odore di Nouvelle Vague che alle tinte melodrammatiche e allo stile vagamente espressionistico che saranno il suo marchio di fabbrica: allo spettatore viene esplicitamente preclusa ogni partecipazione emotiva alla (esile) trama a causa di salti narrativi acrobatici e di riprese che inquadrano i personaggi come fossero oggetti statici con un montaggio chiamato quasi a “tagliare” i pochi elementi drammatici.
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Criticato dai più, l’esordio del regista tedesco è probabilmente il meno “fassbinderiano” dei suoi film.
Qui e là si intravedano frammenti delle tensioni emotive che saranno al centro delle sue opere future, ma in questo film l’atmosfera è completamente raggelata con protagonisti volutamente privi di spessore e portati davanti alla camera con una recitazione monocorde.
Il tema del rapporto uomo-donna e del “triangolo” tornerà sovente nei film successivi, ma in questo esordio Fassbinder si rifà molto più al cinema francese sperimentale in odore di Nouvelle Vague che alle tinte melodrammatiche e allo stile vagamente espressionistico che saranno il suo marchio di fabbrica: allo spettatore viene esplicitamente preclusa ogni partecipazione emotiva alla (esile) trama a causa di salti narrativi acrobatici e di riprese che inquadrano i personaggi come fossero oggetti statici con un montaggio chiamato quasi a “tagliare” i pochi elementi drammatici.
Un Fassbinder giovanissimo che, al suo esordio con un lungometraggio, gioca con alcuni dei suoi miti cinematografici, lasciando trapelare qualche sprazzo del genio che verrà.
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