il cinefilo
|
sabato 30 ottobre 2010
|
il vangelo secondo matteo
|
|
|
|
Pier Paolo Pasolini porta sullo schermo la sua versione,in chiave cinematografica,del Vangelo di Matteo riproponendone fedelmente i fatti e mantenendo intatta l'iconografia classica della figura di Gesù Cristo.
Il regista riesce,però,contemporaneamente,a rendere palpabile intorno alla storia un aura profondamente laica(e fascinosamente inusuale)che riesce,grazie anche all'utilizzo della musica di Bach,Mozart,dei canti Gospel e al contrappunto musicale di Sergey prokoe'ev(che appare evidente nella drammatica sequenza della strage degli innocenti)a rendere il film,nel suo complesso,memorabile sotto ogni punto di vista,compreso quello estetico-visivo.
Mai affermazione di un giornale su quest'opera sarà da considerarsi più veritiera di quanto scrisse l'unità:"si tratta,semplicemente,del più bel film mai realizzato su gesù".
[+]
Pier Paolo Pasolini porta sullo schermo la sua versione,in chiave cinematografica,del Vangelo di Matteo riproponendone fedelmente i fatti e mantenendo intatta l'iconografia classica della figura di Gesù Cristo.
Il regista riesce,però,contemporaneamente,a rendere palpabile intorno alla storia un aura profondamente laica(e fascinosamente inusuale)che riesce,grazie anche all'utilizzo della musica di Bach,Mozart,dei canti Gospel e al contrappunto musicale di Sergey prokoe'ev(che appare evidente nella drammatica sequenza della strage degli innocenti)a rendere il film,nel suo complesso,memorabile sotto ogni punto di vista,compreso quello estetico-visivo.
Mai affermazione di un giornale su quest'opera sarà da considerarsi più veritiera di quanto scrisse l'unità:"si tratta,semplicemente,del più bel film mai realizzato su gesù".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il cinefilo »
[ - ] lascia un commento a il cinefilo »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialò
|
mercoledì 4 agosto 2010
|
racconto semplice di un messia semplice
|
|
|
|
Pasolini ci presenta il Cristo raccontatoci dal Vangelo di Matteo. Ci presenta un Cristo sì Santo, Messia, con i suoi insegnamenti e i suoi miracoli, ma il fulcro centrale resta il Suo aspetto più umano, sofferto, semplice; proprio come Lui è stato. Un film laico, che non punta certo a fare devozioni religiose o toccare il cuore dei credenti, mostrandoci altresì gli Apostoli nei loro umani dubbi e nelle loro paure, nonchè l'ingenuità della gente che lo ascoltava e lo seguiva; l'attenzione dei bambini verso le sue parole, affascinati più di quanto non lo sia mai stati da quelle dei Profeti.
Per imporre al meglio questo lato umano del film, Pasolini ha scelto tutti attori protagonisti e comparse con una forte espressività in volto, di quelle che esprimono pensieri più di mille parole.
[+]
Pasolini ci presenta il Cristo raccontatoci dal Vangelo di Matteo. Ci presenta un Cristo sì Santo, Messia, con i suoi insegnamenti e i suoi miracoli, ma il fulcro centrale resta il Suo aspetto più umano, sofferto, semplice; proprio come Lui è stato. Un film laico, che non punta certo a fare devozioni religiose o toccare il cuore dei credenti, mostrandoci altresì gli Apostoli nei loro umani dubbi e nelle loro paure, nonchè l'ingenuità della gente che lo ascoltava e lo seguiva; l'attenzione dei bambini verso le sue parole, affascinati più di quanto non lo sia mai stati da quelle dei Profeti.
Per imporre al meglio questo lato umano del film, Pasolini ha scelto tutti attori protagonisti e comparse con una forte espressività in volto, di quelle che esprimono pensieri più di mille parole. Anche la tecnica delle inquadrature non è lineare e ortodossa, ma volutamente casuale, adattata di volta in volta alle scene. Le transizioni tra una scena e l'altra sono ora morbide ora rudi. Il montaggio sembra essere quello di un filmino amatoriale, e il tutto volutamente per dare ancor di più un senso di vicinanza allo spettatore.
D'altronde Gesù è il Profeta degli ultimi, e la sua vita va pertanto raccontata con la minore artificiosità possibile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scialò »
[ - ] lascia un commento a luca scialò »
|
|
d'accordo? |
|
raf
|
mercoledì 23 agosto 2006
|
la storia di un ribelle
|
|
|
|
un maestro del cinema controcorrente ci racconta la storia, attraverso le parole dell'apostolo matteo, del più grande personaggio controcorrente della storia dell'umanità. il gesù pasoliniano è un personaggio poetico, rivoluzionario, ostinato, aggressivo quando c'è nè bisogno, antiborghese, ed in grado di smuovere le folle. il suo credo? l'amore incondizionato per tutto e tutti. un'utopia duemila anni fa e ancora oggi purtroppo. probabilmente il più bel film sul cristo che sia mai stato realizzato. pellicola di grande impatto visivco, con una bella colonna sonora e un bravissimo protagonista.
|
|
[+] lascia un commento a raf »
[ - ] lascia un commento a raf »
|
|
d'accordo? |
|
homer52
|
domenica 7 dicembre 2014
|
quando la parola si fa immagine
|
|
|
|
L'altra sera ho rivisto il film durante una commemorazione per il cinquantesimo della sua uscita.Sono rimasto completamente sbalordito dalla potenza assunta dalla parola del vangelo abbinata alla maestria delle immagini che Pasolini ha saputo produrre.E' un film che abbatte con potenza e determinazione le mura che il pensiero perbenista (sia di matrice cattolica che materialista) tende costantemente ad erigere fra laicismo e fede donando al messaggio rivoluzionario di Cristo la sua vera vocazione di messaggio universale.Oserei dire che è un contributo, quello del regista, umanamente dovuto, un passaggio necessario che mancava, una geniale opera di grande umanità che assume, visto il periodo in cui è stata prodotta, le caratterische di una vera e propria rivoluzione culturale.
[+]
L'altra sera ho rivisto il film durante una commemorazione per il cinquantesimo della sua uscita.Sono rimasto completamente sbalordito dalla potenza assunta dalla parola del vangelo abbinata alla maestria delle immagini che Pasolini ha saputo produrre.E' un film che abbatte con potenza e determinazione le mura che il pensiero perbenista (sia di matrice cattolica che materialista) tende costantemente ad erigere fra laicismo e fede donando al messaggio rivoluzionario di Cristo la sua vera vocazione di messaggio universale.Oserei dire che è un contributo, quello del regista, umanamente dovuto, un passaggio necessario che mancava, una geniale opera di grande umanità che assume, visto il periodo in cui è stata prodotta, le caratterische di una vera e propria rivoluzione culturale.Gli attori non professionisti, le musiche che abbracciono tutti gli stili dal classico agli spirituals, l'ambientazione nell'Italia centro-meridionale e tutta la sceneggiatura altro non sono che il giusto corollario a quest'opera che, in perfetta sintonia con tutto il creato, abbina la perfezione all'imperfezione donando a ciascuno di noi un'immagine ben comprensibile di cosa significhi cercare di vivere in modo giusto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a homer52 »
[ - ] lascia un commento a homer52 »
|
|
d'accordo? |
|
jackiechan90
|
domenica 29 marzo 2015
|
un film "logocentrico"
|
|
|
|
"Il Vangelo secondo Matteo" di Pasolini nasce direttamente dal paesaggio in cui è ambientato. è nfatti impossibile pensare a questo film senza considerare il grande lavoro di ricostruzione storica e filologica compiuta dallo scenografo Luigi Scaccianoce. Il film vuole ricostruire l'iconografia della vita di Cristo rifacendosi in primis alla tradizione artistica italiana(uno su tutti Piero della Francesca su cui si basano la raffigurazione del tempio e dei sommi sacerdoti) ed El Greco(da cui deriv la scelta di Irazoqui come Gesù Cristo), messi dentro un contenitore audiovisivo che contiene i paesaggi densi e desolati dell'Italia Meridionale e i canti gospel uniti a Bach e Mozart.
[+]
"Il Vangelo secondo Matteo" di Pasolini nasce direttamente dal paesaggio in cui è ambientato. è nfatti impossibile pensare a questo film senza considerare il grande lavoro di ricostruzione storica e filologica compiuta dallo scenografo Luigi Scaccianoce. Il film vuole ricostruire l'iconografia della vita di Cristo rifacendosi in primis alla tradizione artistica italiana(uno su tutti Piero della Francesca su cui si basano la raffigurazione del tempio e dei sommi sacerdoti) ed El Greco(da cui deriv la scelta di Irazoqui come Gesù Cristo), messi dentro un contenitore audiovisivo che contiene i paesaggi densi e desolati dell'Italia Meridionale e i canti gospel uniti a Bach e Mozart. Al centro dell'opera però vi è la parola scritta del Vangelo ripresa in maniera precisa e puntuale: il film riprende in maniera schematica(quasi catechistica) le scene tratte dal Vangelo, dalla nascita alla morte di Cristo. Porpio questa rappresentazione "ingenua", "scolastica" di Pasolini è la forza del film che assume in questo modo una forza di verità maggiore. Pasolini fa della parola scritta su cu isono basati tutti i dialoghi de lfilm, il punto centrale, il la che da avio a tutta la sinfonia. Da qui partirà la sua ricerca su un linguagio cinematografico che si basi sempre più sulla parola come dimostrano i succcessivi film tutti basati su opere scritte(la Trilogia della Vita, l'Edipo Re...). Sulla parola Pasolini basa tutto il film: la scelta dei luoghi serve a dare maggiore spessore di verità all'idea che sta dietro di essi. A questo servono i continui primi piani dei personaggi che si incidono sulla pellicola e servono a dare ritmo alle parti non dialogate, secondo lo stilema degli spaghetti-western. La struttura a episodi permette una lettura più semplice per lo spetatore, mantenendo l'attenzione grazie ai continui passaggi tra inquadrature lunghe e primi piani alternati e lunghi a inquadrature brevi con discorsi oratori(discorso della montagna) che rivelano il carattere rivoluzionario del Cristo di Pasolini, sicruamente il Cristo più "duro" della storia del cinema, anche per merito del suo interprete. Un film "logocentrico" che abbandona completamente il significante per concentrarsi sulla materialità delle parole, quelle stese che danno il via a tutto il resto, alle immagini mostrate. Ogni sequenza finisce sempre con un discorso rponunciato dal Cristo interpretato da Irazoqui. Un Vangelo laico quello descritto da Pasolini che vuole riscrivere la vicenda biblica e le regole del linguaggio cinematografico sotto una nuova ottica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jackiechan90 »
[ - ] lascia un commento a jackiechan90 »
|
|
d'accordo? |
|
lucaguar
|
mercoledì 2 luglio 2025
|
un film da manuale su ges
|
|
|
|
"Il Vangelo secondo Matteo" è a mio avviso, senza troppa difficoltà, IL capolavoro della filmografia di Pasolini. Il regista si addentra nel mistero dell'incarnazione di Gesù, e dimostra ancora una volta che, pur essendo laico, il cristianesimo è certamente un orizzonte culturale (il nostro, anche dei laici come Pasolini appunto) che lo ha sempre affascinato e verso il quale ha sempre nutrito un grande rispetto. Forse è proprio tale ispirazione laica che ha permesso al nostro di proporre un' interpretazione del Vangelo così semplice, asciutta e immediata: è proprio tale semplicità, tale austerità che mi ha profondamente colpito, quasi un colpo di spugna verso tutte le "sovrastrutture" (per parlare un linguaggio marxista appunto) che nei secoli si sono costruite sulla figura decisiva della nostra cultura.
[+]
"Il Vangelo secondo Matteo" è a mio avviso, senza troppa difficoltà, IL capolavoro della filmografia di Pasolini. Il regista si addentra nel mistero dell'incarnazione di Gesù, e dimostra ancora una volta che, pur essendo laico, il cristianesimo è certamente un orizzonte culturale (il nostro, anche dei laici come Pasolini appunto) che lo ha sempre affascinato e verso il quale ha sempre nutrito un grande rispetto. Forse è proprio tale ispirazione laica che ha permesso al nostro di proporre un' interpretazione del Vangelo così semplice, asciutta e immediata: è proprio tale semplicità, tale austerità che mi ha profondamente colpito, quasi un colpo di spugna verso tutte le "sovrastrutture" (per parlare un linguaggio marxista appunto) che nei secoli si sono costruite sulla figura decisiva della nostra cultura. I passi del Vangelo di Matteo sono citati in maniera molto precisa, e questo Vangelo è stato scelto non a caso tra gli altri, poichè quello più ricco di informazioni assieme a Luca, ma al tempo stesso più di taglio giudaico e "cronachistico".Tutti i personaggi hanno un profilo espressivo davvero notevole, su tutti il bravissimo Enrique Irazoqui nei panni di Gesù, che con le sue espressioni così seriose e profonde, così penetranti e serene, riesce a rendere benissimo la personalità umana di Gesù, oltre che la sua natura divina. Pasolini ha posto grande attenzione alla scelta degli attori, e ha infatti privilegiato tratti somatici tipicamente medio-orientali, scelta spesso non seguita da altri, influenzati da una iconografia più "occidentale", non solo per il viso di Gesù, ma anche di Maria, interpretata, da giovane, da una Margherita Caruso che non può non rimanere in mente per il suo volto così umano e angelico allo stesso tempo. Curiosa, ma molto significativa per Pasolini, anche l'interpretazione di Maria anziana da parte della madre di Pasolini stesso.
La vicenda di Gesù, spalmata su più di due ore di film, scorre con grande disinvoltura, i dialoghi sono volutamente secchi e brevi nella maggior parte dei casi, quasi didascalici, ma incredibilmente efficaci nel trasmettere la sacralità e il mistero delle eterne parole di Cristo. Tutto il film, come dicevo,è giocato sull'austerità e sulla semplicità, sia la fotografia (in un bellissimo bianco e nero) che la scenografia sono realizzate splendidamente e riescono a trasmettere esattamente la natura del messaggio evangelico: il primato dei semplici, il primato di un'umanità assolutizzata dal messaggio divino, che non è di questo mondo, ma che ha il compito di divinizzarlo attraverso l'umano stesso, seguendo la redenzione eterna del Cristo risorto. Anche le scene della passione sono intensissime, pur non lasciando nulla ad una facile spettacolarizzazione, al sangue e alla violenza (come si vedrà in film anche molto più recenti, che con questo capolavoro hanno ben poco da spartire).
Insomma, "Il Vangelo secondo Matteo" è davvero un film straordinario, che riesce a smuovere i cuori e le menti degli spettatori e ad impressionare, paradossalmente, per la sua "classicità", che risulta quasi rivoluzionaria, e che riesce ad aderire bene al messaggio evangelico ma senza espedienti facili o orpelli inutili, cogliendo nel segno, sia nei confronti dei credenti, che si possono rispecchiare anche in un'atmosfera quasi mistica, di penetrazione dei significati più abissali dell'Incarnazione, morte e resurrezione di Gesù, attraverso la forma-immagine che le parole evangeliche assumono tramite i personaggi, sia i non credenti, per i quali questo film è comunque un documento culturale di grandissimo spessore.
Qui Pasolini ha forse raggiunto l'apice della sua carriera da cineasta, rivelandosi un regista poliedrico e originale, non per forza solo quando vuole scandalizzare, come avverrà in molti dei film successivi, non sempre riusciti, ma riuscendo nell'impresa che come cineasta gli riesce meglio, ovvero la trasposizione (certo, libera e personale) delle opere letterarie al cinema, specialmente quelle classiche in senso lato: è questo il Pasolini che, personalmente, preferisco.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lucaguar »
[ - ] lascia un commento a lucaguar »
|
|
d'accordo? |
|
dario
|
domenica 22 agosto 2010
|
vernacolare
|
|
|
|
Su tutto la grande fotografia di Tonino Delli Colli, mai abbastanza ricordato. Il resto è il solito Pasolini incerto sul da farsi, attratto da un poverismo francescano di maniera, lontano mille miglia da quello vero. La spiritualità evangelica si risolve, sotto la sua mano pesante e allo stesso tempo tremolante, in una traduzione per cosi dire vernacolare, quasi da battuta, da rammarico tutto fisico per l'evento epocale. Una testimonianza pietistica esteriore che non va da nessuna parte, che si ripiega continuamente su se stessa, piena di sommesso compiacimento per la cura del primo piano, mai significativo peraltro, con estremizzazioni teatrali, fissità imposta, ricerca morale forzata.
[+]
Su tutto la grande fotografia di Tonino Delli Colli, mai abbastanza ricordato. Il resto è il solito Pasolini incerto sul da farsi, attratto da un poverismo francescano di maniera, lontano mille miglia da quello vero. La spiritualità evangelica si risolve, sotto la sua mano pesante e allo stesso tempo tremolante, in una traduzione per cosi dire vernacolare, quasi da battuta, da rammarico tutto fisico per l'evento epocale. Una testimonianza pietistica esteriore che non va da nessuna parte, che si ripiega continuamente su se stessa, piena di sommesso compiacimento per la cura del primo piano, mai significativo peraltro, con estremizzazioni teatrali, fissità imposta, ricerca morale forzata. Inadeguati gli attori, diretti malissimo nel loro dolente corteo verso una meta prefissata, fatta di luoghi comuni e di malinconie letterarie, malate di un protagonismo minore per chissà quale desiderio di autopunizione. Sono cose che ritroveremo, sotto altre versi ovviamente, nel delirante "Mamma Roma" con un Pasolini ancora più vernacolare, grazie anche ad una Magnani quanto mai scatenata (troppo in parte).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dario »
[ - ] lascia un commento a dario »
|
|
d'accordo? |
|
|