Nel 1994 per iniziativa di un gruppo di cinefili triestini viene riportata alla luce e restaurata la pellicola di “Trieste mia”, il secondo film interpretato da Luciano Tajoli, che nel 1951 aveva ottenuto una straordinaria accoglienza dal pubblico incassando la cifra ragguardevole di oltre seicentocinquanta milioni di lire. La presentazione dell’opera viene preceduta da una serie di iniziative che culminano nella proiezione vera e propria, che si svolge al Teatro Miela di Trieste alla presenza di un numeroso numerose personalità del mondo della cultura e di un emozionatissimo Tajoli. Alla fine del film un affettuoso applauso saluta il cantante che, invitato a parlare, ringrazia tutti e si mostra sorpreso per i lusinghieri commenti di critici e spettatori “nei confronti di un film che ai suoi tempi era stato considerato un prodotto sostanzialmente dozzinale o giù di lì”.
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Nel 1994 per iniziativa di un gruppo di cinefili triestini viene riportata alla luce e restaurata la pellicola di “Trieste mia”, il secondo film interpretato da Luciano Tajoli, che nel 1951 aveva ottenuto una straordinaria accoglienza dal pubblico incassando la cifra ragguardevole di oltre seicentocinquanta milioni di lire. La presentazione dell’opera viene preceduta da una serie di iniziative che culminano nella proiezione vera e propria, che si svolge al Teatro Miela di Trieste alla presenza di un numeroso numerose personalità del mondo della cultura e di un emozionatissimo Tajoli. Alla fine del film un affettuoso applauso saluta il cantante che, invitato a parlare, ringrazia tutti e si mostra sorpreso per i lusinghieri commenti di critici e spettatori “nei confronti di un film che ai suoi tempi era stato considerato un prodotto sostanzialmente dozzinale o giù di lì”. Invita poi tutti a rivolgere un pensiero agli attori del film ormai scomparsi e, tra questi, a Ermanno Randi, deceduto a soli trentun anni il primo novembre 1951, pochi mesi dopo l’uscita del film nelle sale.
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