ralphscott
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martedì 27 ottobre 2015
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una fuga indimenticabile
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Una storia di gioielli rubati ed inevitabili delitti,messa in scena con ritmi serrati. Come scenografia una New York ammaliante,vera protagonista;bisogna dar merito ad una regia eccezionale,che ci offre scene al cardiopalma girate in esterni,tra ponti,strade,scale e misere stamberghe. Un film che stupisce. Innovativo.
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luca scial�
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lunedì 27 maggio 2013
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giallo nella grande mela, città nuda
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New York, città frenetica, ripresasi alla grande dalla Grande depressione prima e dalla Seconda guerra mondiale poi. Città di illusioni e grandi possibilità, le stesse che hanno travolto una donna dalle origini modeste ma ambiziosa, giunta in città proveniente da un piccolo borgo di campagna. Uccisa misteriosamente da due uomini, sulle cui tracce si mette l'ironico ed esperto ispettore di polizia Dan Muldoon, coadiuvato dal suo assistente Jimmy Halloran. L'inchiesta porterà alla luce non poche sorprese.
Dassin ci regala un giallo lineare, semplice, di facile comprensione. Arricchito da qualche colpo di scena e battute del simpaticissmo mattatore Barry Fitzgerald.
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New York, città frenetica, ripresasi alla grande dalla Grande depressione prima e dalla Seconda guerra mondiale poi. Città di illusioni e grandi possibilità, le stesse che hanno travolto una donna dalle origini modeste ma ambiziosa, giunta in città proveniente da un piccolo borgo di campagna. Uccisa misteriosamente da due uomini, sulle cui tracce si mette l'ironico ed esperto ispettore di polizia Dan Muldoon, coadiuvato dal suo assistente Jimmy Halloran. L'inchiesta porterà alla luce non poche sorprese.
Dassin ci regala un giallo lineare, semplice, di facile comprensione. Arricchito da qualche colpo di scena e battute del simpaticissmo mattatore Barry Fitzgerald. Ma il film non è un semplice giallo. E' un'analisi sociologica di una città frenetica come New York, definità una città nuda.
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breberto
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venerdì 4 gennaio 2008
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un altro mito da sfatare?
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Ho appena rivisto dopo decenni questo film tanto osannato su libri di storia del cinema americano e citatissimo ovunque. Anche questa volta devo dire che si tratta più di un film importante per la sua collocazione storica che di un'opera veramente valida e da ammirare senza condizione anche oggi. C'è indubbiamente nerbo nella sicurezza con cui viene portata avanti l'indagine poliziesca e risaltano ancora oggi gli elementi documentaristici che ne decretarono la fama al suo apparire: la città di New York appare la vera protagonista, benissimo fotografata con una sequenza mozzafiato alla fine, l'inseguimento dell'assassino. C'è tuttavia una cosa che grida vendetta in questo film, di cui credo sia colpevole la produzione che si impadronì del lavoro di Dassin, lo rimontò e.
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Ho appena rivisto dopo decenni questo film tanto osannato su libri di storia del cinema americano e citatissimo ovunque. Anche questa volta devo dire che si tratta più di un film importante per la sua collocazione storica che di un'opera veramente valida e da ammirare senza condizione anche oggi. C'è indubbiamente nerbo nella sicurezza con cui viene portata avanti l'indagine poliziesca e risaltano ancora oggi gli elementi documentaristici che ne decretarono la fama al suo apparire: la città di New York appare la vera protagonista, benissimo fotografata con una sequenza mozzafiato alla fine, l'inseguimento dell'assassino. C'è tuttavia una cosa che grida vendetta in questo film, di cui credo sia colpevole la produzione che si impadronì del lavoro di Dassin, lo rimontò e.... aggiunse una intollerabile voce fuori campo, che interviene continuamente in modo assolutamente banale. E' soprattutto questo che appare intollerabile per uno spettatore di oggi: sappiamo che la voce off era una caratteristica comune a molti film del periodo - soprattutto polizieschi e noir - ma quasi sempre si limita a interventi discreti all'inizio e alla fine, qui è invadente, assolutamente risibile. E' noto che Dassin era scontentissimo di come avevano sconciato il suo film. Non vorrei infierire troppo perchè ci sono nel film anche momenti di finezza e di verità, pur in un contesto che appartiene ai clichés del genere. Sempre gradevole la presenza del grande Barry Fitzgerald, che ricordo volentieri in UN UOMO TRANQUILLO.
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[+] la provvidenza divina
(di mencio)
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