A pochi anni dal debutto, Galatea-Marlene è pienamente plasmata dal suo Pigmalione, Sternberg. Dimagrita, con un volto più aderente ai dettami americani, si erge, anche in questa produzione, come prioritaria attrattiva. In questa occasione, tuttavia, non tanto la trama nè la recitazione abbacinano, ma il fasto di scene di massa, destrieri compresi, in un allestimento indoor. L'ispirazione ai diari di Caterina ha il beneficio della licenza artistica, ben sapendo che le cose andarono un po' diversamente. Brusco il viraggio della giovane sovrana: una stucchevole espressione incredula lascia improvvisamente il campo ad una ben più savia, alla morte della pragmatica Elisabetta.
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A pochi anni dal debutto, Galatea-Marlene è pienamente plasmata dal suo Pigmalione, Sternberg. Dimagrita, con un volto più aderente ai dettami americani, si erge, anche in questa produzione, come prioritaria attrattiva. In questa occasione, tuttavia, non tanto la trama nè la recitazione abbacinano, ma il fasto di scene di massa, destrieri compresi, in un allestimento indoor. L'ispirazione ai diari di Caterina ha il beneficio della licenza artistica, ben sapendo che le cose andarono un po' diversamente. Brusco il viraggio della giovane sovrana: una stucchevole espressione incredula lascia improvvisamente il campo ad una ben più savia, alla morte della pragmatica Elisabetta. E per l'ottuso Pietro, marito da matrimonio in bianco, l'orizzonte si fa cupo. La macchina di Hollywood fodera i virgulti amanti di Caterina La Grande con ampio ricorso alle pellicce, riserbando per la luminosa sovrana abiti di ben poca stoffa. I Russi sono descritti come un popolo barbaro e crudele, lontano dall'opulenza ingannatoria della bizzarra corte di Sofia-Caterina.
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