ashtray_bliss
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mercoledì 4 gennaio 2017
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l'amore è il faro di salvezza dell'uomo.
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Partendo dalle cose essenziali e basilari, il film in questione (e il libro che si cela dietro) hanno un asso nella manica fortissimo: il titolo. La Luce sugli Oceani, è uno di quei titoli che ti cattura, che non dimentichi facilmente, ti rapisce ti intriga e ti incuriosisce. E al contempo ti fa delle promesse. Leggi la trama e speri di trovarci un po' tutto dell'umanità racchiuso dentro: dai nobili sentimenti del perdono e della conciliazione, all'amore; quello passionale, profondo e senza regole. L'amore salvifico per l'Uomo ma che nasconde anche sofferenza e dolore. Ma aspetti anche che ti parli di maternità desiderata e irragiungibile, di pathos e tragedia, di perdita e speranza ritrovata, di morte e rinascita, di un elevato senso di giustizia e codice morale inviolabile.
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Partendo dalle cose essenziali e basilari, il film in questione (e il libro che si cela dietro) hanno un asso nella manica fortissimo: il titolo. La Luce sugli Oceani, è uno di quei titoli che ti cattura, che non dimentichi facilmente, ti rapisce ti intriga e ti incuriosisce. E al contempo ti fa delle promesse. Leggi la trama e speri di trovarci un po' tutto dell'umanità racchiuso dentro: dai nobili sentimenti del perdono e della conciliazione, all'amore; quello passionale, profondo e senza regole. L'amore salvifico per l'Uomo ma che nasconde anche sofferenza e dolore. Ma aspetti anche che ti parli di maternità desiderata e irragiungibile, di pathos e tragedia, di perdita e speranza ritrovata, di morte e rinascita, di un elevato senso di giustizia e codice morale inviolabile. Queste sono le premesse del libro (che ho ma non ho ancora iniziato a leggere) e anche quelle del film.
Il risultato finale di quest'opera cinematografica lascia però un amaro e disatteso senso di incompiutezza, come se mancasse sempre qualcosa benchè abbia di tutto al suo interno, compresi degli attori di calibro indiscusso.
The Light Between Oceans (titolo a doppio senso in lingua originale dal momento che "light" si riferisce si alla luce, ma anche al faro stesso) è un film indiscutibilmente raffinato, delicato e poetico. Tra i suoi punti di forza può vantare di una meravigliosa fotografia naturale, con sequenze suggestive e incantevoli dell'oceano, della brughiera, della natura selvaggia dell'isola australe dov'è ambientato. Altresì, può vantarsi di una interpretazione intensa, vivida e molto sentita della bravissima Vikander (tra le più giovani attrici premio Oscar della nostra epoca). Sfortunatamente però il soggetto, talmente ricco di spunti di riflessione e argomenti da trattare, viene mal gestito e sviluppato facendo in modo che il tutto resti abbastanza superficiale. Cianfrance non riesce a scavare a fondo nei sentimenti umani e resta soltanto in superficie, fotografandoli da lontano, quasi da una distanza di sicurezza, sprecando così un soggetto altamente promettente.
Partendo infatti dal pretesto del miracoloso ritrovamento della bambina il film dovrebbe far luce su molteplici questioni morali, sul peso delle proprie azioni e di come costoro generino conseguenze talvolta impossibili da accettare e sopportare. Essenzialmente, se si dovesse trattenere un'unico elemento-chiave del film in questione questo riguarda il "sacrificio". Amare significa sacrificare parti di se, abbandonarsi nelle mani dell'altro per via della forza indissolubile del più nobile e corrosivo dei sentimenti. Ecco allora che Tom, per amore di Isabel, sacrifica temporaneamente il suo ferreo codice morale e acconsente a tenere una bambina che non è loro figlia. Più in là nello svolgersi della trama Isabel sacrificherà il suo orgoglio e il suo amore verso la piccola Lucy/Grace per salvare Tom dalla prigione e per salvaguardare quel che rimane della loro famiglia, del loro matrimonio. Tom a sua volta è pronto a sacrificare la sua vita pur di ripristinare quel equilibrio di giustizia e senso di equità costituendosi al posto della moglie. Eppure in qualche modo tutti questi intrecci di storie, vite e destini diversi non riescono a far appassionare ed emozionare il pubblico come ci si aspetta. Non si percepisce mai lo stesso pathos o dolore dei protagonisi; lo si osserva a distanza ma non lo si prova. Ecco allora emergere il difetto principale della pellicola: non coinvolge, non emoziona, non commuove. Ques'ultimo è forse il difetto maggiore di una pellicola che si rivolge principalmente agli animi sensibili di noi donne.
Il regista di Blue Valentine confeziona un melodramma d'epoca, raffinato e delicato che affronta tematiche importanti che spaziano dalla crisi di coppia, all'impossibilità di avere dei figli e le devastanti conseguenze psicologiche che ne derivano, dal imperdonabile crimine d'impossessarsi del figlio d'altri, alla sofferenza silenziosa che si affronta come prezzo da pagare per espiare, dolorosamente, il prorio crimine negli anni. Cianfrance affida ai ruoli a due attori consolidati quali Fassbender, Vikander e Weisz ma purtroppo questo fiume in piena di sentimenti ed emozioni non scalpisce a dovere lo spettatore, non crea un legame col pubblico ma si limita a rappresentarlo in modo assolutamente valido (stilisticamente e tecnicamente) ma altresì emotivamente distaccato.
Dal punto di vista recitativo la Vikander conferma a tutti di essere una vera garanzia, che qui si immedesima anima e corpo nella straziata e provata Isabel risultando assolutamente convincente. Convincente risulta anche la bella e sofferta Rachel Weisz che sembra uscire da una tragedia Greca dovendo prima affrontare l'angoscia del non sapere la sorte della figlia e del marito, e in seguito deve sopportare il rifiuto, il rigetto costante della propria figlia. Più algido e misurato risulta invece Fassbender che comunque riesce a non sfigurare al cospetto di due attrici impegnate, facendo emergere bene il lato di un uomo provato dalla guerra e dal ferreo codice morale.
In definitiva, si tratta di un buon film, un prodotto più che interessante che purtroppo non riesce mai a far breccia nello spettatore nonostante i contenuti promettenti e importanti.
Risulta esteticamente, visivamente molto bello, raffinato e curato ma emotivamente resta poco coinvolgente. Ottima la fotografia, i costumi e la scenografia. 3/5.
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lizzy
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sabato 15 agosto 2020
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la vita. a tutti i costi.
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Sebbene la trama sia abbastanza originale, le scene molto realistiche e la recitazione dei protagonisti, direi, da copione, a questo film manca qualcosa.
La velocità.
Se in alcuni casi la lentezza serve a farci immedesimare nel tempo che non passa mai sull' isolotto del Faro, in altri la stessa lentezza uccide l'azione stessa.
Qua è tutto al rallentatore e hai anche fin troppo tempo per farti le domande che poi rischiano di rovinarti la visione del film.
Perchè la protagonista, malgrado le mille raccomandazioni del marito si ostina ad uscire nella tempesta quando arriva il momento del parto?
Come mai non esiste un qualunque tipo di comunicazione fra la casa ed il faro (nemmeno un basilare telefono meccanico con ricarica a manovella)?
Perchè la barca arriva, in perfette condizioni, con l'uomo defunto, ma la bimba ancora viva e sana?
Eccetera.
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Sebbene la trama sia abbastanza originale, le scene molto realistiche e la recitazione dei protagonisti, direi, da copione, a questo film manca qualcosa.
La velocità.
Se in alcuni casi la lentezza serve a farci immedesimare nel tempo che non passa mai sull' isolotto del Faro, in altri la stessa lentezza uccide l'azione stessa.
Qua è tutto al rallentatore e hai anche fin troppo tempo per farti le domande che poi rischiano di rovinarti la visione del film.
Perchè la protagonista, malgrado le mille raccomandazioni del marito si ostina ad uscire nella tempesta quando arriva il momento del parto?
Come mai non esiste un qualunque tipo di comunicazione fra la casa ed il faro (nemmeno un basilare telefono meccanico con ricarica a manovella)?
Perchè la barca arriva, in perfette condizioni, con l'uomo defunto, ma la bimba ancora viva e sana?
Eccetera.
Poi tutte le incongruenze, tipo quella nella quale si evita di fare un autopsia al cadavere del tedesco dando per scontato che lo Sherbourne avesse di proposito ucciso l'uomo per carpirgli la figlioletta... la moglie di Sherbourne che, facendo finta di niente, non convalida le parole del marito (d'altronde l'uomo era realmente giunto cadavere)...
Ci sono un sacco di cose stonate in questo film che magari, con un azione più "veloce" (appunto) sarebbero potute passare in secondo piano.
Tuttavia... tuttavia io ritengo questo un bel film.
Mi piacciono le atmosfere, la recitazione allucinata di un Fassbender abbattuto dalla stupida guerra nella quale ha preso parte.
Mi piace la sensazione che la vita, in qualche modo, cerchi comunque di prevalere sulla morte (l'arrivo della bimba dopo i due aborti sembra dimostrarlo, ma anche l'entusiasmo di Isabel che si concede all'isolamento forzato sull' isola pur di "riportare in vita" l'ex combattente.
Insomma... è un film carino, pur con tutti i suoi difetti.
Da vedere...di sicuro... magari senza gridare al miracolo...
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vanessa zarastro
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mercoledì 21 marzo 2018
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la radiosità australiana
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Tratto dal romanzo omonimo della scrittrice australiana esordiente M.L. Stedman del 2012, Luce sugli oceani è un vero melodramma che parla dell’amore tutto declinato all’interno delle pareti domestiche. Amore tra uomo e donna, amore tra madri e figlie, amore tra nonni e nipoti.
Siamo nel 1918, subito appena finita la Prima Guerra Mondiale, in una località lungo la costa sud occidentale australiana, un’isola sperduta chiamata Janus rock (Janus Island in realtà è un’isola dell’Antartide, mentre il film è girato a Port Chalmers in Nuova Zelanda) probabilmente ispirata a Capo Leeuwin dove Tom Sherbourne (Michael Fassbender) ha accettato il posto di guardiano de faro.
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Tratto dal romanzo omonimo della scrittrice australiana esordiente M.L. Stedman del 2012, Luce sugli oceani è un vero melodramma che parla dell’amore tutto declinato all’interno delle pareti domestiche. Amore tra uomo e donna, amore tra madri e figlie, amore tra nonni e nipoti.
Siamo nel 1918, subito appena finita la Prima Guerra Mondiale, in una località lungo la costa sud occidentale australiana, un’isola sperduta chiamata Janus rock (Janus Island in realtà è un’isola dell’Antartide, mentre il film è girato a Port Chalmers in Nuova Zelanda) probabilmente ispirata a Capo Leeuwin dove Tom Sherbourne (Michael Fassbender) ha accettato il posto di guardiano de faro. Un posto isolato dal mondo, un lavoro solitario che lui accetta volentieri dopo che è sopravvissuto all’esperienza massacrante di quattro anni di lotte e battaglie sul Fronte occidentale, che lo hanno reso insensibile e poco loquace. Sulla terraferma, due giorni prima di partire, conosce Isabel Graysmark, una giovane che ha perso entrambi i fratelli in guerra, ma che lo conquisterà con la sua vitalità, e dopo qualche mese separati si sposeranno e vivranno innamorati nella casa vicino al Faro ristrutturata amorevolmente da Tom. Purtroppo lei per due volte non riesce a portare avanti la gravidanza ma, dopo un tremendo temporale, un’incredibile coincidenza: una barca porterà da loro una bellissima bambina appena nata con un sonaglio d’argento, e il cadavere di un uomo morto, presumibilmente il padre. Il suo desiderio materno, prende il sopravvento e con grande insistenza riuscirà a convincere il ligio e riluttante Tom a non fare alcuna segnalazione e a crescere la bambina come fosse loro. La chiameranno Lucy.
Per più della metà il film ci mostra una natura mozzafiato dei due oceani (Indiano e Pacifico), le rocce della località sperduta, le onde che lambiscono il bagnasciuga, le luci sul mare dei tramonti e delle albe, nella splendida fotografia di Adam Arkapaw sottolineata dalla musica di Alexandre Desplat. In alcuni punti il film mi ha ricordato Lezioni di piano del 1993, per la sua natura melò, per la descrizione di una protagonista femminile determinata sui proprio desideri, e per la rappresentazione della fantastica natura australiana.
Poi Tom incontra casualmente Hannah Roennfeldt (Rachel Weisz) la vera madre di Lucy, affranta per la sua doppia perdita di marito e figlia e la storia è facilmente intuibile: i suoi sensi di colpa prevarranno, sarà incriminato e accusato perfino di omicidio. Lui si addossa tutte le colpe per proteggere Isabel che vuole sia lasciata libera. Nel film è mostrata anche la difficoltà della bambina di accettare una nuova situazione familiare e ci vorranno anni per accettarla.
Gli orrori della guerra e natura preponderante sono i contorni di questa vicenda che parla di amori eterni ai limiti dell’ossessione, del destino inevitabile, delle fratture emotive nelle famiglie e dei sensi di colpa dilanianti.
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valeverte
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giovedì 9 marzo 2017
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un faro senza luce
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Un film carico di forti promesse, con un titolo che intriga e incuriosisce. La fotografia e la scenografia funzionano, c'è un chiaro segnale della vita di Tom prima senza amore e dopo averlo trovato, un modo molto significativo per rappresentarlo, passando da una scura e tenebrosa fotografia ad una illuminata e più dinamica. Nonostante le promesse iniziali, il film non sa cogliere il punto, un'imbarcazione che non salpa mai. I dialoghi e la recitazione non sono ad un livello tale da poter coinvolgere lo spettatore. Non c'è passione, né espressività, manca l'emozione, seppur sia un film con argomenti degni di nota, l'amore, le relazioni, la maternità, il senso di colpa di un'uomo, e la salvezza nel perdono, non li fa risaltare.
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Un film carico di forti promesse, con un titolo che intriga e incuriosisce. La fotografia e la scenografia funzionano, c'è un chiaro segnale della vita di Tom prima senza amore e dopo averlo trovato, un modo molto significativo per rappresentarlo, passando da una scura e tenebrosa fotografia ad una illuminata e più dinamica. Nonostante le promesse iniziali, il film non sa cogliere il punto, un'imbarcazione che non salpa mai. I dialoghi e la recitazione non sono ad un livello tale da poter coinvolgere lo spettatore. Non c'è passione, né espressività, manca l'emozione, seppur sia un film con argomenti degni di nota, l'amore, le relazioni, la maternità, il senso di colpa di un'uomo, e la salvezza nel perdono, non li fa risaltare. La storia di Tom, superstite di guerra, il dolore, l'amore ritrovato, il senso di colpa, vengono resi pesanti, senza alcuna emozione. Un'Alicia Vikander, inespressiva, che risulta impacciata, goffa, e non riesce a far capire cosa stia succedendo, ammiro le scene dove basta uno sguardo per far intendere allo spettatore cosa accade, ma, seppur con riserva, questo ruolo non le calza. Neanche un attore al livello di Micheal Fassbender, espressivo, con un'ottima recitazione, riesce a riportare sulla rotta il film, che pecca sempre di quel dettaglio, che rende una scena completa, a tratti piatto.
Lo spettatore si ritrova ad essere come la luce sui due oceani, indeciso nel giudizio.
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fabiofeli
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mercoledì 15 marzo 2017
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"non stiamo facendo niente di sbagliato"
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Alla fine della prima guerra mondiale Tom (Michael Fassbender), ufficiale britannico decorato, accetta la solitudine di un’isola australiana per sostituire il guardiano di un fato tra i due oceani. Per sua fortuna conosce a terra Isabel (Alicia Vikander), che è disposta a sposarlo ed a seguirlo sull’isola battuta costantemente da un vento impetuoso. Sembra andare tutto bene ma due gravidanze di Isabel terminano male e sembra un segno del destino il naufragio sulle coste sotto il faro di una barca a remi: a bordo, accanto al cadavere di un uomo, c’è una neonata. Nessun segno di riconoscimento eccetto un sonaglio d’argento a forma di pupazzo.
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Alla fine della prima guerra mondiale Tom (Michael Fassbender), ufficiale britannico decorato, accetta la solitudine di un’isola australiana per sostituire il guardiano di un fato tra i due oceani. Per sua fortuna conosce a terra Isabel (Alicia Vikander), che è disposta a sposarlo ed a seguirlo sull’isola battuta costantemente da un vento impetuoso. Sembra andare tutto bene ma due gravidanze di Isabel terminano male e sembra un segno del destino il naufragio sulle coste sotto il faro di una barca a remi: a bordo, accanto al cadavere di un uomo, c’è una neonata. Nessun segno di riconoscimento eccetto un sonaglio d’argento a forma di pupazzo. Isabel convince Tom a fingere che la bambina sia la loro figlia appena nata. “Non stiamo facendo nulla di sbagliato” afferma decisa. Ma questa sarà l’origine di guai e di sofferenze..
La storia melodrammatica potrebbe fornire spunti interessanti, soprattutto dal momento che la vera madre della bambina (Rachel Weisz), che non si è mai arresa alla scomparsa di lei e di suo marito, viene a sapere che qualcuno ha visto il sonaglio d’argento. Sviluppare la figura di questo ultimo personaggio avrebbe dato alla storia un peso diverso. Ma purtroppo il cast di ottimi attori nel quale spicca Fassbender, impegnato di recente in ottime prove drammatiche (Hunger e Shame di McQueen), non riesce a far decollare il film, appesantito da noiose lungaggini, nonostante il fascino dei paesaggi fotografati e la colonna musicale di stampo minimalista firmata da Alexandre Desplat. Un po’ troppo poco da parte di un regista, autore di Blue Valentine e Come un tuono, pellicole ben apprezzate dalla critica.
Valutazione **
FabioFeli
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flyanto
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lunedì 13 marzo 2017
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il dramma di non poter diventare madre
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Con "La Luce sugli Oceani" ritorna sugli schermi cinematografici il regista Derek Cianfrance, proponendo nuovamente la storia di una coppia di giovani innamorati.
La vicenda si svolge per lo più tutta in una località sperduta a nord dell'Inghilterra, a picco sul mare, dove un ex combattente dell'esercito britannico (Michael Fassbender) decide di ritirarsi come guardiano del faro, ben lontano ormai dagli orrori del primo conflitto mondiale appena terminato.
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Con "La Luce sugli Oceani" ritorna sugli schermi cinematografici il regista Derek Cianfrance, proponendo nuovamente la storia di una coppia di giovani innamorati.
La vicenda si svolge per lo più tutta in una località sperduta a nord dell'Inghilterra, a picco sul mare, dove un ex combattente dell'esercito britannico (Michael Fassbender) decide di ritirarsi come guardiano del faro, ben lontano ormai dagli orrori del primo conflitto mondiale appena terminato. Prima di trasferirvisi definitamente egli però incontra e sposa in brevissimo tempo una ragazza piena di vita (Alicia Vikander) di cui si innamora pazzamente e con cui intende mettere su famiglia. L'idillio della coppia, nel corso degli anni a venire, viene però fortemente minato da due aborti spontanei della donna, finchè un giorno, in una barca proveniente dal mare con un uomo mortovi dentro, essi trovano una neonata di cui, nonostante il parere contrario iniziale del consorte, la donna decide di prendersi cura, spacciandola per sua figlia naturale. Dopo qualche anno trascorso dalla coppia in un'atmosfera felice e serena, la verità sulla reale situazione viene scoperta e la madre naturale (Rachel Weisz) rivendica giustamente la patria potestà della bimba che ovviamente viene tolta alla suddetta coppia, la quale, dopo numerose vicissitudini dovrà esiliare lontano al fine di scontare la propria pena.
Il regista Cianfrance presenta sullo schermo nuovamente la storia, appunto, di una coppia di innamorati che, iniziata nel migliore dei modi e con le più sincere intenzioni, nel tempo si deteriora sempre di più. Come nelle sue precedenti pellicole "Blue Valentine" e "Come un tuono", Cianfrance analizza in maniera profonda il rapporto di coppia ed il suo evolversi nel corso degli anni ma, se nei sopra citati lavori cinematografici (soprattutto in "Blue Valentine") egli vi riesce alla perfezione, confezionando un prodotto di qualità e psicologicamente approfondito e realisticamente rappresentato, in "La Luce sugli Oceani" fallisce, purtroppo, grandemente il suo obiettivo. Il regista, infatti, non riesce a raggiungere la finezza psicologica, nonchè la crudezza realistica, dei precedenti lavori e costruisce un'opera che sembra un feuilleton in cui, anche le interessanti, delicate e dolorose tematiche dell'importanza o meno di essere la madre naturale e del conseguente affidamento dei figli, acquistano, purtroppo, interamente i toni del melodramma, riuscendo così a svilire totalmente il valore del film. E' un peccato perchè gli attori scelti da Cianfrance si dimostrano tutti bravi ed all'altezza dei propri ruoli altamente drammatici. Quello però che va apprezzato grandemente in questa pellicola sono la fotografia e le riprese in una terra selvaggia, battuta ed arsa dai venti forti e dall'acqua in tempesta degli oceani che risultano assai suggestive e conformi romanticamente all'atmosfera della vicenda e, pertanto, apprezzabili.
Piacevole in generale ma nulla di più.
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[+] " stiamo facendo niente di sbagliato"
(di fabiofeli)
[ - ] " stiamo facendo niente di sbagliato"
[+] janus rock non è a nord della inghilterra
(di giannaccio)
[ - ] janus rock non è a nord della inghilterra
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