Un film dal cuore gentile ma dal passo leggerissimo, incapace di imporsi davvero allo sguardo dello spettatore e che forse tradisce la difficoltà di Nia Vardalos di separarsi dal mondo che ha creato
di Alessio Baronci Sentieri Selvaggi
Poco più di vent'anni dopo il primo film e sette dopo il sequel, il franchise de Il mio grosso grasso matrimonio greco torna al cinema ma lo fa in un modo assolutamente sui generis. Perché Nia Vardalos già protagonista e sceneggiatrice dei primi due capitoli questo terzo film lo scrive, lo dirige e lo interpreta, come a voler trattare l'elemento famigliare, centrale nel racconto, come una forza "totalizzante", quasi a voler tenere ostinatamente il film "in casa", anche in termini creativi, lasciando forse intendere, tra le righe, che è lei la persona più adatta a gestire la saga. [...]
di Alessio Baronci, articolo completo (4322 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 12 ottobre 2023