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Strange World – Un mondo misterioso, non è certo un capolavoro, ma questo non gli impedisce di essere un ottimo film di intrattenimento. Che basta a se stesso, costruendo una narrazione che campa di tutto quello che è compreso tra i suoi titoli di testa e quelli di coda e affida allo spettatore un nuovo universo narrativo dove perdersi un paio d’ore senza rimpiangere di averle spese in altro. Se il design dei personaggi si allinea alla consueta estetica Disney fatta di linee morbide e rassicuranti, la direzione artistica di entrambi i mondi dove si svolge la vicenda porta quel minimo di inventiva che tutti i film fantastici dovrebbero garantire per contratto. Il world building, seppur basilare e accennato il minimo, è solido, restituito sfruttando prima di tutto uno sforzo grafico come non se ne vedeva da tempo.
Per la prima volta il protagonista di un suo lungometraggio è apertamente omosessuale e, soprattutto, questo non ha ripercussioni sulla storia. Zero tensioni con i genitori, dolorosi coming out, bullismi o drammi alle spalle.
A questo si aggiunge un cast che contiene ogni variante possibile di minoranza e perfino il cane migliore amico del protagonista ha solo tre zampe, tanto per non escludere nessuno. La vera rivoluzione è che questa serie di scelte non hanno alcun peso drammatico. Una scelta, quella di un progressismo così normalizzato, che risulta ancora più forte se si considera quanto sia tradizionale tutto l’apparato che la circonda.
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