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Sospesi nel tempo è un film a suo modo tenerissimo e lo è ben oltre le volontà di uno script che è tutto costruito sulla necessità di elaborare il lutto per ritrovare l’affetto e l’empatia. Per provare un morso al cuore è sufficiente imbattersi nella prima inquadratura in cui entra in campo Frank Bannister, e si rivela dunque Michael J. Fox. Quel fugace momento in cui si aggira tra le persone presenti a un funerale per porgere il proprio biglietto da visita sprigiona una forza che è difficile sopprimere. In un film che parla di ectoplasmi è lui la più struggente delle apparizioni. Uno struggimento tutto nostalgico, e interamente cinefilo. Fox, il Marty McFly di Back to the Future, l’attore che forse più di ogni altro ha incarnato l’intrattenimento hollywoodiano degli anni Ottanta è già prossimo in Sospesi nel tempo al passo d’addio. Sospesi nel tempo è uno degli ultimi sussulti del cinema fantastico degli anni Ottanta: con il nuovo millennio non scomparirà solo Fox, ritiratosi a vita privata per tragiche cause di forza maggiore, ma anche l’ironia palpabile, il gioco sul cinema e con il cinema.
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