L'uccello dalle piume di cristallo

Distribuito dalla Titanus e prodotto da suo padre Salvatore Argento, questo film d'esordio di Dario Argento è un prototipo del giallo "all'italiana", un genere che è fiorito negli anni '60/'70 grazie anche a Mario Bava, inventore della visuale in soggettiva applicata all'assassino. Anche Argento ne abusa in tutti i suoi film, e nell'"Uccello dalle piume di cristallo" il riferimento a un classico di Bava, "Sei donne per l'assassino", è evidente. C'è un killer, nella capitale italiana, che colpisce solo donne. L'ultima sua vittima (mancata), è la moglie (Renzi) di un ricco gallerista (Raho). E l'unico testimone del tentato omicidio è uno scrittore americano (Musante) che si lascia prendere dalle indagini e collabora con l'ispettore di polizia (Salerno). Riempito dalla musica di Ennio Morricone, in cui hanno grande importanza distorsioni e amplificazioni, e fotografato da Vittorio Storaro, il film, come tutti i gialli successivi di Argento, mescola il meccanismo del thriller d'indagine con sequenze di paura tipiche di un horror. Primo film della trilogia ideale "degli animali", cui fanno seguito "Il gatto a nove code" e "Quattro mosche di velluto grigio", il primo film di Argento ad avere un successo di pubblico molto vasto.