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Ragazzo immischiato in una banda di hooligans incappa in un combattimento che finisce male. Il fratello della sua ragazza ci rimette le penne e muore tra le braccia di lei.
10 anni dopo, nel tentativo di redimersi, lui è diventato medico, la ragazza poliziotta. Lei lo obbliga a tornare nella sua gang, i Furioza, da infiltrato, per ottenere informazioni su di un trafficante di droga che impiega alcuni hooligans come corrieri. Lui non vuole ma poi si convince e collabora, nel tentativo di salvare dalla galera suo fratello, capo dei Furioza.
Un film sconclusionato, un po' racconto poliziesco, un po' parabola criminale, un po' film sociale, con tentativi di racconto psicologico famgliare ma senza riuscire ad essere veramente incisivo in nessuno dei temi affrontati. Il montaggio, fatto all'accetta, contribuisce a rendere il film, oltre che noioso, intrinsecamente complicato, con salti di scena improvvisi, flashback disordinati ed incomprensibili quanto brutali cambi di personalità dei personaggi, in particolare quello del medico infiltrato che ridiventa hooligan (ed eventualmente criminale vero) con sorprendente facilità e rapidità. Buchi di sceneggiatura come voraggini che si vorrebbe coprire a suon di rap polacco.
Tra scene di combattimento e varie amenità di violenza urbana (su cui la produzione del film sembra avere uno sguardo più accondiscendente che critico), inframezzato da cliché polizieschi di un'altra epoca, il film scorre via lento (più di due ore) e trascurabilissimo.
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