wynorski guiaz '80s
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venerdì 5 giugno 2009
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into the mirrors
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All'ex agente di polizia Ben Carson(Kiefer Sutherland) viene offerta la possibilità di lavorare come guardiano notturno presso un vecchio edificio bruciato dopo un incendio alcuni decenni prima. Ma durante i giri di perlustrazione Ben, comincia ad intravedere negli specchi li presenti delle persone e allora decide di vederci chiaro su cosa successe in quelle mura. Ma qualcosa dagli specchi punta verso di lui e la sua famiglia. Uscito in ritardo di qualche mese rispetto che ne negli USA(dove l'incasso si è fermato ai 30 milioni di dollari) il Mirrors di Alexandre Aja si meritava(qui da noi ma anche all'estero) molto di più a dispetto degli appena 500 mila euro di incasso. Tralasciando la trama che ricorda gli horror orientali stagione 1998/2004, la pellicola di Aja, scritta insieme allo sceneggiatore del precedente Le Colline Hanno Gli Occhi, punta tutto sulle atmosfere sinistre del vecchio magazzino dove è ambientata la vicenda e sui colpi di scena incatenati tra di loro verso l'ultima mezzora, adrenalinica, ritmata e con un finale spiazzante e inaspettato.
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All'ex agente di polizia Ben Carson(Kiefer Sutherland) viene offerta la possibilità di lavorare come guardiano notturno presso un vecchio edificio bruciato dopo un incendio alcuni decenni prima. Ma durante i giri di perlustrazione Ben, comincia ad intravedere negli specchi li presenti delle persone e allora decide di vederci chiaro su cosa successe in quelle mura. Ma qualcosa dagli specchi punta verso di lui e la sua famiglia. Uscito in ritardo di qualche mese rispetto che ne negli USA(dove l'incasso si è fermato ai 30 milioni di dollari) il Mirrors di Alexandre Aja si meritava(qui da noi ma anche all'estero) molto di più a dispetto degli appena 500 mila euro di incasso. Tralasciando la trama che ricorda gli horror orientali stagione 1998/2004, la pellicola di Aja, scritta insieme allo sceneggiatore del precedente Le Colline Hanno Gli Occhi, punta tutto sulle atmosfere sinistre del vecchio magazzino dove è ambientata la vicenda e sui colpi di scena incatenati tra di loro verso l'ultima mezzora, adrenalinica, ritmata e con un finale spiazzante e inaspettato. Sutherland, l'agente protagonista del serial tv 24 punta tutto sulla sua buona dote d'attore anche se sembra che con l'horror, non abbia niente a che fare. Tra gli altri nel cast, troviamo Amy Smart e Paula Patton, due tra le vittime degli specchi assassini di Aja. La carta vincente sta proprio nel regista(come era già successo nel suo Alta Tensione), al passo coi tempi dell'horror, aggiornato e mai banale che sa dare una ragione d'esistere anche a questo Riflessi di Paura, horror truculento nelle scene di make up e molto ritmato verso il finale(che prevede anche un'esplosione). Un prodotto che finalmente spaventa lo spettatore, ormai stanco però di ricadere nell'ennesimo splatter movie Hollywoodiano. Ed è forse questo il problema dell'esito(al cinema) del film. Consigliato.
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mr. andrew the photographer
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mercoledì 25 agosto 2010
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divertente, interessante e terrificante
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Thriller uscito molto bene! Molto particolare per il tipo di racconto scelto, che narra di questo agente che va a controllare di notte in un magazzino distrutto dal fuoco e abbandonato tra cui gli specchi sono completamente integri senza neanche avere un graffio dove all'interno ci sono intrappolati spiriti maligni. Il film riesce a suscitare una buona dose di tensione e angoscia dovuta alla bellissima colonna sonora di origine spagnola composta da Javier Navarrete con tanto di violini e altri strumenti musicali da musica classica. Inoltre il protagonista-agente Kiefer Sutherland che interpreta Ben Carson, l'ex affascinante moglie dell'agente Paula Patton nel ruolo di Amy Carson e tutti gli altri attori e personaggi presenti, riescono a recitare bene la parte a loro affidata.
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Thriller uscito molto bene! Molto particolare per il tipo di racconto scelto, che narra di questo agente che va a controllare di notte in un magazzino distrutto dal fuoco e abbandonato tra cui gli specchi sono completamente integri senza neanche avere un graffio dove all'interno ci sono intrappolati spiriti maligni. Il film riesce a suscitare una buona dose di tensione e angoscia dovuta alla bellissima colonna sonora di origine spagnola composta da Javier Navarrete con tanto di violini e altri strumenti musicali da musica classica. Inoltre il protagonista-agente Kiefer Sutherland che interpreta Ben Carson, l'ex affascinante moglie dell'agente Paula Patton nel ruolo di Amy Carson e tutti gli altri attori e personaggi presenti, riescono a recitare bene la parte a loro affidata. Finale molto avvincente! Speriamo tuttavia che quando uscirà il 2° di Riflessi di Paura non sia noioso, ma interessante e convincente. Comunque rimarrà un opera da guardare assolutamente.
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lowelheim
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venerdì 23 gennaio 2015
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si lascia vedere
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Il film è ben confenzionato, forse Sutherland è un pochino troppo Jack Bauer, ma non ci si può lamentare. Tutto scorre molto bene e crea interesse crescente, alcuni momenti sono piuttosto interessanti per il genere horror, altri sono da clichè. La storia si perde sul più bello, riducendo a qualche scena la spiegazione degli accadimenti e lasciando l'amaro in bocca, ma d'altro canto esigenze commerciali avranno fatto tagliare parecchio girato. Il finale è interessante. Un film che si lascia vedere.
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raysugark
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lunedì 10 settembre 2018
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mirrors
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Dopo il successo del remake di The Hills Have Eyes il regista Alexandre Aja, andando avanti con la carriera è in continuo alla ricerca di nuovi progetti da realizzare. Infatti Alexandre Aja e Grégory Levasseur si sono messi a lavoro per elaborare uno script, sul remake del film sudcoreano Into The Mirrors di Kim Sung-Ho. Da cui nel 2008 esce Mirrors di Alexandre Aja, con protagonista Kiefer Sutherland. In questo film un ex-poliziotto alcolizzato e divorziato, diventa guardiano notturno in un magazzino bruciato.
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Dopo il successo del remake di The Hills Have Eyes il regista Alexandre Aja, andando avanti con la carriera è in continuo alla ricerca di nuovi progetti da realizzare. Infatti Alexandre Aja e Grégory Levasseur si sono messi a lavoro per elaborare uno script, sul remake del film sudcoreano Into The Mirrors di Kim Sung-Ho. Da cui nel 2008 esce Mirrors di Alexandre Aja, con protagonista Kiefer Sutherland. In questo film un ex-poliziotto alcolizzato e divorziato, diventa guardiano notturno in un magazzino bruciato. Da lì il protagonista incomincerà a comprendere, che una forza maligna si manifesta negli specchi. Infatti gli specchi oltre a mostrare immagini inquietanti, commetteranno omicidi atroci a chiunque si mette a specchiarsi. Di solito gli specchi sono elementi di cui, nella letteratura e nella pittura hanno significati filosofici. Mirrors propone un’idea creativa di utilizzare gli specchi, come oggetti maligni che di solito vengono utilizzati per mettersi in mostra. Gli effetti speciali di Mirrors sono stati elaborati accuratamente, da impressionare lo spettatore nei momenti più inaspettati e sanguinolenti del film. Purtroppo la narrazione di Mirrors non riesce a essere convincente, soprattutto nelle sequenze in cui il protagonista indaga sui misteri legati agli specchi. Infatti verso la fine del film al momento in cui il protagonista riesce a trovare risposte, le ultime scene vengono forzate come se gli sceneggiatori volevano arrivare subito alla fine della storia. Senza far comprendere allo spettatore, su come le sequenze dovrebbero essere rappresentate. Mirrors in alcuni momenti riesce a fare alzare la tensione allo spettatore, che viene comunque rovinato dai grossi difetti che si presentano nell’intera durata del film. Purché il risultato di Mirrors è stato di deludere lo spettatore, la performance di Kiefer Sutherland riesce a essere convincente. Mirrors è un film deludente, che riesce a intrattenere lo spettatore per pochi minuti.
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gus da mosca
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sabato 4 ottobre 2008
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l'altro mondo nello specchio.
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2 film allo specchio, simmetricamente divergenti, ma che ricombaciano nel finale. Il film coreano ispiratore aveva un impianto classico da lento ed intricato poliziesco, turbato da fantasmi asiatici, con curiose citazioni di arte pittorica occidentale. Aja cambia registro: la componente psichiatrica prende il posto dell'indagine di polizia ed il film, diventa silenzioso, confuso e schizoide come i suoi potagonisti, il supermercato diventa un'ossessione piu' che la scena del film, mentre gli specchi stanno sempre li' a guardare. Proprio agli specchi ed ai loro riflessi, Aja da maggior ruolo scenografico, senza pero' riuscire e sfruttare l'idea fino in fondo, anzi sprecandola banalmente in piu' di una prevedibile sequenza.
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2 film allo specchio, simmetricamente divergenti, ma che ricombaciano nel finale. Il film coreano ispiratore aveva un impianto classico da lento ed intricato poliziesco, turbato da fantasmi asiatici, con curiose citazioni di arte pittorica occidentale. Aja cambia registro: la componente psichiatrica prende il posto dell'indagine di polizia ed il film, diventa silenzioso, confuso e schizoide come i suoi potagonisti, il supermercato diventa un'ossessione piu' che la scena del film, mentre gli specchi stanno sempre li' a guardare. Proprio agli specchi ed ai loro riflessi, Aja da maggior ruolo scenografico, senza pero' riuscire e sfruttare l'idea fino in fondo, anzi sprecandola banalmente in piu' di una prevedibile sequenza. Se il film all'inizio accompagna lo spettatore attraverso riflessi sinistri, poi scivola troppo semplicisticamente in un'azione frenetica. Invece che risolversi in giochi di riflessi, il film e' giocato tutto tra irrazionali farneticazioni psichiatrico-religiose e un'azione all'ultimo secondo. Tutti presenti i convenzionali elementi che caratterizzano i film di genere hollywoodiani, bambini e amanti incluse, molto poco inquietanti quanto convenzionali, con risultati piuttosto grotteschi ("annegare in una pozzanghera"). Solo nell'ultima sequenza Aja ritrova per pochi secondi l'equilibrio di musica ed immagine che l'aveva contraddstinto nella sua opera-prima (Haute Tension), ma improvvisi scorrono i titoli di coda. Questa riedizione del film porta l'inconfondibile firma del regista francese in 2 sequenze gore, proposte con sconvolgenti dettaggli gratuiti e completamente fuori contesto.(Una stella in piu' al film coreano).
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andrefiora
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mercoledì 28 gennaio 2009
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gli specchi non uccidono
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"(...) Quando invece esso (il cinema americano, ndA) si vuole avventurare con la grazia di un elefante in un mondo fatto di cristalli, il risultato non può essere che la risata incredula con cui lo spettatore accoglie il finale di Riflessi di paura."
Effettivamente tutto l'insieme sembra davvero sproporzionato rispetto ad una storiella carina già magistralmente riassunta (non ho trovato nessuno che l'abbia sottolineato) in un brillante Dylan Dog (#44 Riflessi di morte).
L'immagine riflessa negli specchi che uccide. E allora? Che c'è di accattivante? Perchè farne un film? Non ci sono risposte, se non nei commenti stupefatti e acclamanti dei principianti del genere che hanno guardato l'Esorcista e che non conoscono Romero o Deodato.
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"(...) Quando invece esso (il cinema americano, ndA) si vuole avventurare con la grazia di un elefante in un mondo fatto di cristalli, il risultato non può essere che la risata incredula con cui lo spettatore accoglie il finale di Riflessi di paura."
Effettivamente tutto l'insieme sembra davvero sproporzionato rispetto ad una storiella carina già magistralmente riassunta (non ho trovato nessuno che l'abbia sottolineato) in un brillante Dylan Dog (#44 Riflessi di morte).
L'immagine riflessa negli specchi che uccide. E allora? Che c'è di accattivante? Perchè farne un film? Non ci sono risposte, se non nei commenti stupefatti e acclamanti dei principianti del genere che hanno guardato l'Esorcista e che non conoscono Romero o Deodato.
Attesissimo ritorno del francese Alexandre Aja per il quale non è sempre domenica. La bellezza di capolavori come Alta tensione o Le colline hanno gli occhi non sono riproponibili...tantomeno in chiave fantascientifica/inversomile. Qui si capisce, dopo la prima scena in cui gli specchi si muovono e si riaggiustano, che sarà dura rivedere anche solo la metà della paura descritta nelle precedenti opere.
E infatti così è: niente paura, zero assoluto. Come faceva giustamente notare una recensione, i 2 momenti più spaventevoli sono il volo improvviso del piccione all'inizio e il ringhio furioso del cane degli Esseker. Stop. Per il resto una buona cornice, costruita attorno all'idiozia delle anime cattive imprigionate negli specchi (o quelle delle persone uccise dalla schizofrenica, o semplicemente la cattiveria della bambina...fate un po' voi, non fà alcuna differenza); ad esempio la storia del manicomio e della bimba-psyco (che altrove sarebbe scontato, ma qui un appiglio alla realtà, pur banale che sia, sembra linfa vitale). Inoltre, la parte riguardante la famiglia in pericolo risulta appiccicata lì, inutile e senza particolare interesse , se non per il fatto che potrebbe spiegare tanta angoscia per risolvere la questione degli specchi pazzi. A proposito, alla lunga non ce ne si accorge...ma la domanda iniziale è: perchè l'idiota deve andare ad esplorare quell'edificio di notte? Non gli bastava farci da guardiano? (Ma soprattutto: guardiano di un vecchio magazzino abbandonato e bruciato 5 anni prima?? Che diavolo di mestiere è?? MAH!). Per non passare ai mille dettagli/domande incongruenti/inspiegabili...ad esempio, come mai il figlio alla fine scompare in una pozza di h2o che sarà alta al massimo 5cm?? MAH.
Sul finale si potrebbe fare un tema...anzi, un buon film. Sarebbe stato comunque un ottimo spunto per salvare in corner il film ma finisce per risultare un destro mancato...la classica fine senza spiegazioni plausibili e con una domanda seccante: MA è VIVO O MORTO?
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