cardclau
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martedì 9 settembre 2025
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finalmente un respiro di sollievo
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Differentemente dal linguaggio impoverito, scurrile e volgare di film come I Roses (Warren Adler) e Una notte a New York (Christy Hall), o l’enfasi per quello che le donne hanno in mezzo alle gambe (Povere creature! di Yorgos Lanthimos) qui abbiamo la possibilità di vedere un commedia all’italiana piacevole, dignitosissima, non offensiva, ironica quanto basta, che ci permette di sentirci in pace con la vita, esenti dall’esprimere quello che il potere, terrorista, vuole farci provare e trasmettere. Gianni Di Gregorio, privo di ogni elemento narcisistico, e appagato da quello che la vita gli ha donato, impersona un personaggio disponibile ad ascoltare, sia la figlia Sofia, il genero Helmut, i nipotini Olga e Tommaso, il suo nuovo amore, la Giovanna, il personale siciliano del bar, che prepara degli arancini imperiali, perfino il maggiordomo indiano o bengalese, o il cane che Helmut gli regala.
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Differentemente dal linguaggio impoverito, scurrile e volgare di film come I Roses (Warren Adler) e Una notte a New York (Christy Hall), o l’enfasi per quello che le donne hanno in mezzo alle gambe (Povere creature! di Yorgos Lanthimos) qui abbiamo la possibilità di vedere un commedia all’italiana piacevole, dignitosissima, non offensiva, ironica quanto basta, che ci permette di sentirci in pace con la vita, esenti dall’esprimere quello che il potere, terrorista, vuole farci provare e trasmettere. Gianni Di Gregorio, privo di ogni elemento narcisistico, e appagato da quello che la vita gli ha donato, impersona un personaggio disponibile ad ascoltare, sia la figlia Sofia, il genero Helmut, i nipotini Olga e Tommaso, il suo nuovo amore, la Giovanna, il personale siciliano del bar, che prepara degli arancini imperiali, perfino il maggiordomo indiano o bengalese, o il cane che Helmut gli regala. Senza giudizi di merito. All’ascolto segue una danza composta dall’apprendimento sulla fragilità umana, sull’importanza della tolleranza delle diversità; dalla comprensione delle diverse strategie che possono essere impiegate per risolvere felicemente i problemi senza conflittualità, per impedire che il crepuscolo della vita abbia già solcato il confine con la morte, ma che sia ancora un solido territorio posseduto dalla vita. E come scopriamo nella cultura degli indiani americani, i valori fondamentali della vita non vengono trasmessi dai genitori ai figli, bensì dai nonni ai nipoti.
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gabriella
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sabato 13 settembre 2025
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l''ordine del caos
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C'è un cinema sommesso, gentile, mai sopra le righe, che racconta di gente normale, che conduce una vita normale, senza eccessi, senza pretese, senza fretta , un cinema semplice che racchiude una profondità di sentimenti, dove vincono gli affetti, la famiglia, la comprensione della fragilità umana. E' il cinema di Gianni De Gregorio, che dal suo esordio con " Pranzo di ferragosto", ripercorre la sua narrazione della quotidianità, delle abitudini, confermando i toni gentili e pacati che lo contraddistinguono- Lui è un professore ultrasettantenne, vedovo da molti anni, che vive a Roma, con le giornate scandite dal ritmo prevedibile e uguale, quattro chiacchere con gli amici, il bicchierello di vino al bar, la frequentazione con una dolce signora, e le letture dei suoi libri , un saggio sui Longobardi da scrivere fermo da non si sa quanto tempo.
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C'è un cinema sommesso, gentile, mai sopra le righe, che racconta di gente normale, che conduce una vita normale, senza eccessi, senza pretese, senza fretta , un cinema semplice che racchiude una profondità di sentimenti, dove vincono gli affetti, la famiglia, la comprensione della fragilità umana. E' il cinema di Gianni De Gregorio, che dal suo esordio con " Pranzo di ferragosto", ripercorre la sua narrazione della quotidianità, delle abitudini, confermando i toni gentili e pacati che lo contraddistinguono- Lui è un professore ultrasettantenne, vedovo da molti anni, che vive a Roma, con le giornate scandite dal ritmo prevedibile e uguale, quattro chiacchere con gli amici, il bicchierello di vino al bar, la frequentazione con una dolce signora, e le letture dei suoi libri , un saggio sui Longobardi da scrivere fermo da non si sa quanto tempo. La sua esistenza tranquilla e sonnacchiosa viene improvvisamente sconvolta dall'arrivo della figlia che arriva dalla Germania a Roma , in fuga dal marito( anch’egli professore) che l’ha tradita con una giovane e avvenente studentessa, che gli invade letteralmente la casa con i due figli, Olga , adolescente, e Tommaso, un ragazzino vivace e combina guai. Non è facile ritrovarsi a fare il nonno a tempo pieno, consolare una figlia arrabbiata, convivere con il disordine, divani che fungono da letti, , mettersi ai fornelli e occuparsi anche di mediare con la figlia perché il genero, pentito e contrito , si è messo in testa di espiare la sua colpa venendo a piedi dalla Germania per ottenere il perdono dalla consorte. Eppure in questo trambusto, dove niente è al suo posto, il professore troverà il piacere della condivisione, comprenderà l’importanza degli affetti, che vale la pena mettersi in ascolto, cercare di sedare una lite tra fratelli, piuttosto che preoccuparsi di una statuetta di ceramica rotta, meglio lasciarsi travolgere dall’imprevedibilità della vita, piuttosto che stare immobili. Si può sempre ricominciare, si può imparare dagli errori, e perdonare, perché la fragilità è dentro ogni essere umano , c’è tempo per le seconde occasioni, per il perdono, per una rinascita emotiva perché “ è la famiglia che ti frega”, anche se è caotica, rumorosa, impetuosa,disorganizzata, però è anche occasione di confronto e sostegno reciproco, come ti muovi sbagli, quasi sempre, però la vita scorre nelle vene e il cuore torna a battere per amore.
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angelo umana
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lunedì 29 settembre 2025
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noi vecchi abitudinari
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“Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui della bella persona che mi fu tolta … Amor, ch'a nullo amato amar perdona”: se non ricordo male è questo verso di Dante che dà inizio al film, è la Francesca del V° canto dell'inferno: ci troviamo in una classe di liceo forse di Heidelberg, e il professor Helmut spiega la solennità della Divina Commedia. E' fatale che la studentessa più bella è conquistata, ma lo era già di Herr Professor, dai versi che Helmut declama per spiegarli poi in tedesco. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: è così che nasce il tradimento di Helmut nei confronti della sua moglie italiana, che fugge coi suoi due bambini verso la casa di suo padre in Italia.
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“Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui della bella persona che mi fu tolta … Amor, ch'a nullo amato amar perdona”: se non ricordo male è questo verso di Dante che dà inizio al film, è la Francesca del V° canto dell'inferno: ci troviamo in una classe di liceo forse di Heidelberg, e il professor Helmut spiega la solennità della Divina Commedia. E' fatale che la studentessa più bella è conquistata, ma lo era già di Herr Professor, dai versi che Helmut declama per spiegarli poi in tedesco. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: è così che nasce il tradimento di Helmut nei confronti della sua moglie italiana, che fugge coi suoi due bambini verso la casa di suo padre in Italia. E' anche costui un professore, ma ormai in pensione, vedovo e nonno, molto poco impegnato, vive una certa solitudine con le pattine e la minestrina, nel suo grande appartamento quasi vuoto che un immigrato gli pulisce. Incontra al bar qualche altro frequentatore abituale, il solito bicchiere di vino e una storia sui Longobardi che dice di star scrivendo ma senza voglia e continuità. Ha proprio l'aria del Come ti muovi sbagli, tipico di quegli anziani che nel dubbio non agiscono né prendono iniziative, legati alla loro solitudine ed abitudine, restii perfino a frequentazioni e inviti di anziane colleghe.
I nipoti e la figlia che s'installano a casa sua sono una novità che lo sorprende e destabilizza un poco ma alla quale si adatta, non può far altro che dare consigli (scontati) alla figlia tradita e accettare o gestire di buon grado il cambio che i nipoti portano nella sua vita e nel suo ordinato appartamento.
La novità più saliente e ricordabile è che dopo le birre bevute per affogare il suo “senso di colpa”, Helmut parte per l'Italia a cercar sua moglie e i bambini, lo fa a piedi, sono appena 1155 chilometri come per scontare una pena, attraversa montagne innevate e si fa un amico per strada: un cane in cerca di padrone e di compagnia.
Un film non eccelso, fors'anche un po' noiosetto e banale, comunque onesto non foss'altro che per l'impegno di e con Gianni Di Gregorio e per i versi di Dante Alighieri in quel di Heidelberg.
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