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erik
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mercoledì 3 dicembre 2025
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quanto zucchero sprecato
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La visione del film è controindicata ai diabetici, causa alto tasso glicemico dei suoi contenuti. E Tom Hiddleston si è scoperto da un po' questa vena di attore-ballerino che risulta un tantino stucchevole. Come stucchevole appare l'intera opera in questione. Ma sarà poi possibile cantare un inno cinematografico alla vita, ma senza spargere a tutto spiano i più consumati luoghi comuni sulla vita e i suoi dintorni? E allora, preparate l'insulina perché la glicemia vi si alzerà al solo guardare Chuck che sgambetta impunemente. :-((
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zelig62
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domenica 16 novembre 2025
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noioso
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Il racconto è incomprensibile, va a ritroso nel tempo. Sconsigliato a chi soffre di emicrania per lo sforzo logico di interpretazione. Elementi di realtà e di fantasia mescolati a caso. Dialoghi strampalati sulla matematica. Ho capito bene solo le scene di ballo, sembra un musical con pretese filosofiche.
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gabriella
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martedì 4 novembre 2025
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responsabilit? dello sguardo
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Cosa rimarrà di noi, quando non ci saremo piu, se non l'importanza di ciò che siamo stati, non in termini di prestigio, ma semplicemente nelle piccole cose, negli affetti che ci hanno circondato e che abbiamo donato, nel dolore della perdita, nella responsabilità e nelle nostre passioni, nell'universo che ci abita e che rappresentiamo verso chi ci ama. Il film di Mike Flanagan è tratto da un racconto di Stephan King, un’antologia di quattro racconti ( il primo è “Mr, Harrigan’s Phone” dal quale Jhon Lee Hancoch ha diretto un film nel 2022 con Donald Sutherland”), qui in una versione introspettiva e agrodolce, lontano dalle atmosfere horror per cui è principalmente conosciuto.
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Cosa rimarrà di noi, quando non ci saremo piu, se non l'importanza di ciò che siamo stati, non in termini di prestigio, ma semplicemente nelle piccole cose, negli affetti che ci hanno circondato e che abbiamo donato, nel dolore della perdita, nella responsabilità e nelle nostre passioni, nell'universo che ci abita e che rappresentiamo verso chi ci ama. Il film di Mike Flanagan è tratto da un racconto di Stephan King, un’antologia di quattro racconti ( il primo è “Mr, Harrigan’s Phone” dal quale Jhon Lee Hancoch ha diretto un film nel 2022 con Donald Sutherland”), qui in una versione introspettiva e agrodolce, lontano dalle atmosfere horror per cui è principalmente conosciuto. E’ un film a rebours, si inizia dal terzo atto, Marty Anderson, professore delle medie, mentre sta tornando dal lavoro, rimane bloccato nel traffico a causa del crollo di un ponte, nota un cartellone pubblicitario con raffigurato un uomo a una scrivania , dove campeggia una scritta rossa “ grazie Chuch per questi splendidi 39 anni” , immagini e messaggi che proseguiranno ovunque, in tv, alla radio, mentre il mondo sta scomparendo ingoiato da terremoti, alluvioni , la vita di Chuck finisce. Nel secondo atto, conosciamo finalmente Chuch Kranz che si sta recando al lavoro, giacca, cravatta e valigetta, per strada si ferma ad ascoltare un’artista di strada, una giovane batterista, affascinato dal ritmo, si scatena in una danza tra tamburi e rullanti coinvolgendo una ragazza che era appena stata scaricata dal fidanzato con un laconico sms, la danza continua anche quando Chuch avverte un forte mal di testa. Nel primo atto conosciamo l’infanzia di Chuck, la perdita dei genitori a soli 10 anni, accudito dai nonni materni, si appassionerà al ballo trascinato da una irresistibile e appassionante nonna, e con gli insegnamenti di un nonno scontroso ma affettuoso ( bravissimo Mark Hamil) e un luogo inaccessibile in casa, la cupola al piano superiore. The life of Chuch è un’ esortazione a vivere, consapevoli che ci sarà una fine, e in quell’istante il mondo finirà con noi,, ma sarà solo metaforicamente la fine del mondo fisico, gli altri continueranno a vivere e attraverso la memoria e i ricordi ognuno di noi sopravviverà perché ognuno rappresenta un universo, e nel primo atto si evidenzia l’importanza dell’ultimo sguardo al mondo, quando Marty Anderson , prima che le stelle si spengono sopra di loro, dice all’ex moglie che la ama. E’ sopratutto un invito a non farci paralizzare dalla paura del tempo, ( la cupola) ma di vivere ogni istante, di lasciarsi trascinare dal ritmo e danzare alla vita. E a tal proposito la sequenza del ballo in strada è strepitoso, così come lo sono Tom Hidleston e Annalise Basso, una scena iconica e rappresentativa che celebra la bellezza dell’esistere.
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imperior max
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lunedì 29 settembre 2025
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un uomo, una vita intera, un universo.
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(Le stelle sarebbero di 4,5/5)
THE LIFE OF CHUCK.
Ultimamente Stephen King sta? andando molto bene con gli adattamenti dei suoi scritti al cinema, specie se li lascia in mano a buoni registi e prendendo il meglio dai suoi soggetti. E con Mike Flanagan, dopo dei buoni film come Hush ? Il terrore del silenzio, Il gioco di Gerald e la serie La caduta della casa degli Usher e dei decisamente meno riusciti Doctor Sleep, Oujia e Midnight Mass, torna forse con il suo film migliore trattando appunto l?omonimo racconto di King.
Terzo atto: Grazie, Chuck! Con la scomparsa di internet e progressivamente delle linee televisive, telefoniche, dell?elettricit? e l?aumento dei cataclismi ambientali come terremoti, inondazioni, suicidi e molto altro ancora si preannuncia la fine del mondo.
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(Le stelle sarebbero di 4,5/5)
THE LIFE OF CHUCK.
Ultimamente Stephen King sta? andando molto bene con gli adattamenti dei suoi scritti al cinema, specie se li lascia in mano a buoni registi e prendendo il meglio dai suoi soggetti. E con Mike Flanagan, dopo dei buoni film come Hush ? Il terrore del silenzio, Il gioco di Gerald e la serie La caduta della casa degli Usher e dei decisamente meno riusciti Doctor Sleep, Oujia e Midnight Mass, torna forse con il suo film migliore trattando appunto l?omonimo racconto di King.
Terzo atto: Grazie, Chuck! Con la scomparsa di internet e progressivamente delle linee televisive, telefoniche, dell?elettricit? e l?aumento dei cataclismi ambientali come terremoti, inondazioni, suicidi e molto altro ancora si preannuncia la fine del mondo. L?insegnante delle medie Marty decide di recarsi dalla sua ex-moglie Felicia per rivederla un?ultima volta e durante il passare dei giorni riflette insieme ad altri suoi conoscenti sulla natura umana riscoperta e del mondo nella sua piccolezza del disegno universale e nella sorte di Chuck che appare come contabile nei cartelloni pubblicitari e in televisione per i suoi 39 anni insieme.
Secondo atto: Artisti di strada. Nove mesi prima del disastro il nostro Chuck va? per una conferenza bancaria passeggiando lungo la strada. Poco prima di sorpassare una batterista di strada, Taylor, che sta? suonando, al ritmo della sua musica si butta a danzare come se non ci fosse un domani fermando tutti ad ammirare le sue mosse e a coinvolgere Janice, una giovane commessa appena scaricata dal suo ragazzo e appassionata di danza. Tutto come una spontanea botta di vita significativa nella quale gira il mondo.
Primo atto: Contengo moltitudini. Il giovane Chuck Krantz rimane orfano dei suoi genitori e viene accudito dai nonni paterni. Il nonno Albie, dedito ai calcoli matematici e all?alcol impartisce l?importanza della matematica come matrice universale e pura a Chuck e gli impedisce di visitare il sottotetto della casa che racchiude un misterioso e angosciante segreto, mentre la nonna Sarah gli insegna la danza mentre cucina dolci. A scuola impara dalla maestra il concetto dell?universo racchiuso nella sua mente attraverso le sue esperienze di vita passate e si dedica alla danza con il corpo di ballo scolastico intrecciando un rapporto di amicizia con Cat. Passati gli anni e alcuni eventi sia felici sia tragici il nostro Chuck arriver? a scoprire quale segreto nasconde il sottotetto con conseguenze rivelatorie, profonde ed esistenziali.
La scelta di montare il tutto dalla fine all?inizio ? senza ombra di dubbio ottima pur rimanendo fedele alla prosa letteraria e qui Mike Flanagan orchestra il tutto in maniera magistrale. Dalla messinscena preapocalittica dalla fotografia e dalle musiche man mano sempre pi? cupe con un ritmo sempre pi? serrato e tre-quattro sequenze di puro terrore e orrore ad un?altra con colori sgargianti e delle musiche Groove alla batteria e delle coreografie molto coinvolgenti. Infine una messinscena pi? familiarista, riflessiva e formativa. Ottime le interpretazioni degli attori dei quali spicca un Tom Hiddleston in grandissima e smagliantissima forma, soprattutto nella performance ballerina insieme a Annalise Basso da sembrare Fred Astaire e Ginger Rogers moderni. Saltano pure all?occhio un bravo Jacob Tremblay come giovane Chuck e uno splendido Mark Hamill nel ruolo di Albie Krantz, il nonno di Chuck.
A parte forse un leggero rischio in alcune scene di scendere nella retorica la storia ? ben scritta, bilanciata e molto coerente tra i tre atti. Prende una buona parte degli stilemi narrativi che ricordano il buon Rod Serling dalla serie Ai confini della Realt? dove si passa da una parte ordinaria fino a diventare sempre pi? soprannaturale, ma con una morale e delle riflessioni sulla natura umana. E qui Flanagan adatta il racconto di King raccontando la piccolezza dell?uomo e del mondo intero nell?universo e viceversa, il valore della vita e il concetto dell?universo racchiuso in una persona. Ottime le parti della matematica intesa come arte, ma che non pu? mentire, la storia dell?universo in un calendario dove il sistema solare inizia proprio il 31 dicembre, tutti i personaggi dai quali vengono estrapolati e inseriti tutti gli elementi che comporranno l?universo di Chuck e un finale davvero molto raccapricciante quanto rincuorante e meraviglioso (ovviamente vedendo i finali dei tre atti).
Una particolare riflessione sulla grandezza della vita, fatta di grandi meraviglie e di grandi orrori universali, ma racchiusi tutti in una sola persona. Cos? come sa? spiegare bene il nostro Stephen King.
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albatros
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domenica 28 settembre 2025
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grazie chuck
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Se la fabbrica del cinema ha bisogno di nuove idee, The Life of Chuck ha risolto il problema grazie a Stephen King. Il visionario scrittore di opere memorabili ha fatto un grande regalo al regista Mike Flanagan, offrendogli il racconto omonimo. La fine è nota, direbbe Geoffrey Holiday Hall, e infatti il film inizia dalla conclusione della storia (atto III) dove descrivere le scene che si susseguono come apocalittiche non renderebbe giustizia alle immagini che scorrono sullo schermo. In questo atto il film sembra appartenere al genere catastrofico se non fosse per qualche frase che stride con il contesto e che lascia immaginare allo spettatore che troverà la soluzione a quelle stonature forzate, magari proprio nel I o forse nel II atto: bisogna soltanto convivere con l’attesa.
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Se la fabbrica del cinema ha bisogno di nuove idee, The Life of Chuck ha risolto il problema grazie a Stephen King. Il visionario scrittore di opere memorabili ha fatto un grande regalo al regista Mike Flanagan, offrendogli il racconto omonimo. La fine è nota, direbbe Geoffrey Holiday Hall, e infatti il film inizia dalla conclusione della storia (atto III) dove descrivere le scene che si susseguono come apocalittiche non renderebbe giustizia alle immagini che scorrono sullo schermo. In questo atto il film sembra appartenere al genere catastrofico se non fosse per qualche frase che stride con il contesto e che lascia immaginare allo spettatore che troverà la soluzione a quelle stonature forzate, magari proprio nel I o forse nel II atto: bisogna soltanto convivere con l’attesa.
Lo stesso capita al protagonista, che in un modo degno del genio di King scoprirà l’esito della propria vita e deciderà di attendere quel giorno ultimo senza scomporsi, in modo razionale, da vero matematico che sa leggere il dettato dell’universo con le lenti della scienza dei numeri, che si prende tutto fino a sublimare nella pura arte.
Fatto il tempo dell’universo pari a 365 giorni, la storia dell’umanità equivale agli ultimi 10 secondi prima della mezzanotte del 31 dicembre. Ogni singolo evento che ci capita sarebbe quindi un puntino infinitesimo, eppure la nostra mente contiene moltitudini fatte di persone, luoghi, storie, emozioni: la nostra vita. Il terzo e conclusivo atto del film non fa altro che restituire all’umanità (Grazie Chuck!) le moltitudini che il protagonista ha nella mente e che stanno spegnendosi a causa di una grave malattia, che gli era stata annunciata fin da ragazzo. Nonostante tutto, l’attesa non gli ha impedito di viversi la vita come voleva, fin quando ha potuto farlo. E’ questo il messaggio che il film lancia allo spettatore, spiegandogli che ogni singolo evento nel bene come nel male riporta a un fatto ordinario di vita, che va accettato per quello che è.
Un racconto, quindi, che sembra sollevare la razionalità dell’uomo sopra ogni cosa per fare da scudo a tutti i dolori che gli piovono addosso, salvo che sull’orlo del mistero della morte Chuck pensa una frase che da sola regge le leggi della vita stessa: ti amo.
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rosmersholm
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martedì 23 settembre 2025
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interessante
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Film interessante per la costruzione drammaturgica che inverte i 3 atti del classico paradigna hollywoodiano e mescola i generi.
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annalisa
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domenica 21 settembre 2025
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la vita ? un miracolo
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Storia della vita di un contabile con la passione del ballo. Mentre il mondo cade a pezzi, ma forse ? proprio la fine del mondo, conosciamo Chuck e gli altri personaggi che lo hanno incrociato nella loro esistenza. Un film molto particolare. ? diviso in tre capitoli, ed inizia dalla fine. Difficile comprenderlo all'inizio. E difficile anche capire a che genere classificarlo anche se ? stato classificato come genere fantascientifico, ma per me non lo
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