Massimo D'Anolfi e Martina Parenti ragionano su animali, piante e rocce in relazione al sapere dell'uomo e alla Memoria. Con un documentario fiume in tre atti (208' complessivi) e tre dispositivi differenti: a tratti struggente, Fuori Concorso a Venezia81
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
Conoscere, catalogare. Nel Medioevo i bestiari erano libri che raccoglievano le descrizioni dei vari animali (esistenti o meno), gli erbari elencavano le piante e le loro relative proprietà curative, i lapidari infine le rocce e i minerali conosciuti.
Un tempo, si legge nei vari cartelli che animano il primo atto del nuovo lavoro di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti (appunto, Bestiari, erbari, lapidari, documentario fiume Fuori Concorso all'81. Mostra del Cinema di Venezia), si pensava che gli animali più potenti fossero quelli che dormivano di più, semplicemente perché potevano sognare maggiormente. [...]
di Valerio Sammarco, articolo completo (4264 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 3 settembre 2024