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doni
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martedì 17 settembre 2024
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intenso
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È il dramma di uno psichiatra che si interroga sul proprio ruolo professionale a seguito degli omicidi commessi da un suo paziente. Il doloroso riconoscimento dei propri limiti e dell'involontario concorso di colpa sono esacerbati dagli avvenimenti esterni: dichiarazioni false della stampa rovinano la sua immagine per un motivo del tutto diverso, ma non può farsi valere senza smascherare le sue vere responsabilità. Un nodo psicologico complesso che si scioglie nel difficile confronto con la moglie, il proprio amico avvocato e l'avvocato della difesa del paziente omicida. Dialoghi tesi, profondi che toccano molti temi attuali.
Bravo Barbareschi.
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enzo70
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domenica 9 giugno 2024
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film improponibile, un''offesa agli spettatori
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Luca barbareschi interpreta il ruolo di David Hirsch, uno psichiatra ebreo che viene accusato di aver scatenato la rabbia di un suo giovane paziente accusato di essere omosessuale. Il film inizia con immagini forte della strage in una scuola realizzata dal ragazzo. Hirsch è sotto accusa, inizia un lungo processo mediatico che sembra avviato a sentenza inesorabile, il medico è sicuramente colpevole in quanto ha alimentato un pensiero non conforme alle regole del conformismo. Tutto il resto è una tragedia cinematografica, discorsi surreali e inutilmente verbosi, rappresentati con toni surreali privi di senso. La regia è improbabile, inquadrature improbabili, sfumature approssimate, riprese dal basso improponibili.
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Luca barbareschi interpreta il ruolo di David Hirsch, uno psichiatra ebreo che viene accusato di aver scatenato la rabbia di un suo giovane paziente accusato di essere omosessuale. Il film inizia con immagini forte della strage in una scuola realizzata dal ragazzo. Hirsch è sotto accusa, inizia un lungo processo mediatico che sembra avviato a sentenza inesorabile, il medico è sicuramente colpevole in quanto ha alimentato un pensiero non conforme alle regole del conformismo. Tutto il resto è una tragedia cinematografica, discorsi surreali e inutilmente verbosi, rappresentati con toni surreali privi di senso. La regia è improbabile, inquadrature improbabili, sfumature approssimate, riprese dal basso improponibili. Tutto il resto sarebbe noia, ma tanta noia, se non fosse che questo film rappresenta un e vero proprio affronto per lo spettatore che rimane sulla sedia, combattendo il sonno, solo per capire se prima o poi arriverà qualcosa che dia un senso non solo al costo del biglietto ma anche alle due ore impiegate per vedere questo film. Nulla. Vediamo poi i fatti. Sono andato a vedere questo film con la mia compagna, lei colta e cinefila, in un cinema d’essai. Sala piccola, pochi spettatori. Ma la numerosità del pubblico non incide, abbiamo visto film bellissimi in due, ne ho visti da solo. Ma dopo un’ora oltre il cinquanta per cento degli spettatori praticamente dormiva, dopo un’ora e mezza io e la mia compagna ci siamo arresi e ce ne siamo andati, mai accaduto. E ci hanno seguito gli altri. Da evitare assolutamente
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frankmoovie
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domenica 9 giugno 2024
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the penitent: la realtà sul vivere tranquilli.
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Film difficile fatto di molte scene all'interno, senza momenti adrenalinici o da effetti da videogiochi, con dialoghi interessanti che non ammettono distrazioni. Inizialmente fa pensare ad una scelta sbagliata e noiosa ma, man mano che il racconto procede, si viene "presi" dalle situazioni multisociali e familiari, in una lotta tra etica professionale e rispetto delle minoranze, della giustizia, della sua religione, degli amori, dei suoi studi, della saggezza accumulata e delle trasformazioni più o meno naturali che ha ogni persona con l'avanzare dell'età. Un tranquillo professionista, benestante e innamorato vede stravolgere la sua realtà quotidiana che deve andare avanti tra dubbi e certezze sotto le pressioni di chi gli sta vicino, dei rappresentanti dello Stato, della stampa .
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Film difficile fatto di molte scene all'interno, senza momenti adrenalinici o da effetti da videogiochi, con dialoghi interessanti che non ammettono distrazioni. Inizialmente fa pensare ad una scelta sbagliata e noiosa ma, man mano che il racconto procede, si viene "presi" dalle situazioni multisociali e familiari, in una lotta tra etica professionale e rispetto delle minoranze, della giustizia, della sua religione, degli amori, dei suoi studi, della saggezza accumulata e delle trasformazioni più o meno naturali che ha ogni persona con l'avanzare dell'età. Un tranquillo professionista, benestante e innamorato vede stravolgere la sua realtà quotidiana che deve andare avanti tra dubbi e certezze sotto le pressioni di chi gli sta vicino, dei rappresentanti dello Stato, della stampa ... Una pressione che lo spinge a voler far tutto o niente, a ribellarsi o sottoporsi alla società in cui una persona deve poter muoversi possibilmente in libertà ma condizionato in realtà. Luca Barbareschi ha sceneggiato, diretto e recitato in maniera professionalmente elevata anche per le sue esperienze teatrali (in un teatro potrebbe svolgersi anche questa storia) avvalendosi di un cast ridotto nel numero ma non nella qualità: bravissimi Catherine McCormack e Adam James. Buona la fotografia specie nei primi piani e anche nelle poche scene all'esterno. In definitiva trattasi di un film di film impegnato, da cineforum Per onestà, lascia senza parole il finale: bene che sia inatteso ma a noi risultato essere senza risposta.
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