Ballo Ballo

Un sogno chiamato Raffaella

Tra gli effetti del dilagare dei servizi streaming c' è la moltiplicazione dei generi a disposizione del pubblico: per cui, tutto insieme, vale solo la data d' uscita, l' utente si ritrova sullo schermo a disposizione anche cose impensabili - per cui ad esempio non avrebbe mai compiuto il tragitto vero il cinema. E a quel punto si salta felici da una cosa all' altra, anche un po' senza vergogna: è il caso, clamoroso, di questo Ballo Ballo , film spagnolo uscito da poco su Amazon Prime Video e consacrato al mito di Raffaella Carrà - nel suo versante di canzoni cantate in spagnolo ai bei tempi e relativo successo di massa, esteso poi a tutto il mondo latino. Ballo Ballo è una trappola infernale, si parte sghignazzando per l' ultrapop in scena (venduto come musical si scopre subito che è un musicarello post-datato: ma non solo perché si canta, proprio per lo spirito, trama, convenzioni dei vecchi musicarelli di casa nostra). E alla fine ci si commuove - provando una leggera vergogna - per il lieto fine e il trionfo dei buoni: che in questo caso, essendo ambientato nella Spagna con relativa tv spagnola, degli anni 70, è anche (bum) il trionfo libertario contro il franchismo al lumicino e altri spropositi simili. Ma con un fondo di verità, ovvio: ed è la storia dell' orfana Maria che fugge da Roma vestita da sposa (e con abito di Valentino, quindi il matrimonio aveva un bel perché) preferendo tornare in Spagna a inseguire il sogno di diventare ballerina. Cosa che succede immediatamente, via principe azzurro autentico etc etc. L' orgoglio per la Raffa nostra (che appare in un breve saluto da regina sul finale) aumenta a dismisura e, in più, si assapora il gusto di rispondere così a chi ti chiede cosa hai fatto oggi: "Ho visto un musicarello del 2021, e anche fino alla fine".
Da La Repubblica, 30 gennaio 2021


di Antonio Dipollina, 30 gennaio 2021