albert
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venerdì 25 aprile 2025
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i problemi della demenza
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È il primo lungometraggio di Raphael Balboni e Ann Sirot, scritto e diretto nel 2020. È un film formalmente minimal, ma che tratta di una tematica che riguarda moltissime persone: la demenza senile e la sua gestione che può variare da famiglia a famiglia. In questo caso una coppia sta pensando di fare un figlio, ma quando si accorgono che la madre di lui ha la demenza, rinviano il progetto. L'anziana signora comincia ad avere comportamenti infantili e incomprensibili, resi molto bene da una Jo Deseure molto espressiva nel raffigurare una persona che ha perso ogni contatto razionale con la realtà, in preda alla malattia. Il figlio non si rassegna e vive male la situazione, mentre lei è più comprensiva e comprende che la malattia richiede che tutto venga relativizzato.
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È il primo lungometraggio di Raphael Balboni e Ann Sirot, scritto e diretto nel 2020. È un film formalmente minimal, ma che tratta di una tematica che riguarda moltissime persone: la demenza senile e la sua gestione che può variare da famiglia a famiglia. In questo caso una coppia sta pensando di fare un figlio, ma quando si accorgono che la madre di lui ha la demenza, rinviano il progetto. L'anziana signora comincia ad avere comportamenti infantili e incomprensibili, resi molto bene da una Jo Deseure molto espressiva nel raffigurare una persona che ha perso ogni contatto razionale con la realtà, in preda alla malattia. Il figlio non si rassegna e vive male la situazione, mentre lei è più comprensiva e comprende che la malattia richiede che tutto venga relativizzato. Il merito dei registi è quello di affrontare una tematica delicatissima con un certo garbo, anche se il film è privo di guizzi qualitativi, con gli interpreti della coppia non del tutto significativi. È un film consigliabile per l'argomento trattato con realismo e senza quella pesantezza che rischia di avere un film del genere.
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sandro1965
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martedì 23 luglio 2024
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da vedere
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Salve a tutti, trovo che le recensioni non rendano giustizia a questo film, l'ho trovato divertente, nonostante la drammaticità dell'argomento trattato. Ho trovatogli attori bravi e in parte. .Ho trovato tanta dolcezza, insomma un film non banale e da vedere . Forse non merita cinque stelle, ma io le ho date perché mi capita spesso di vedere film con recensioni di tre stelle, veramente penosi. Insomma guardatelo !
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pigi51
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sabato 6 aprile 2024
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una sconfinata giovinezza al femminile
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Non si può non accostare questa pellicola al capolavoro di Pupi Avati dove Bentivoglio incarna l'essenza del malessere senile che colpisce sempre di più la nostra società : ma se in quel caso era la moglie, Francesca Neri, a vedere la sua vita distrutta qui sono figlio e nuora, trentenni, che mettono in pericolo la loro relazione , le loro aspettative e i desideri propri di ogni coppia giovane. Da un giorno all'altro la vita ci può riservare un cambiamento radicale che pochi riescono ad affrontare e alla fine rinunciano a lottare per cercare essi stessi di sopravvivere. La Folle vita è la narrazione di una lotta alla malattia senza armi in mano, con la pazienza di chi ha amato quella persona che non riconosce più per tutta la vita , una malattia che cerca di nascondere agli altri, per quel sentimento di vergogna che ci accomuna di fronte a queste situazioni.
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Non si può non accostare questa pellicola al capolavoro di Pupi Avati dove Bentivoglio incarna l'essenza del malessere senile che colpisce sempre di più la nostra società : ma se in quel caso era la moglie, Francesca Neri, a vedere la sua vita distrutta qui sono figlio e nuora, trentenni, che mettono in pericolo la loro relazione , le loro aspettative e i desideri propri di ogni coppia giovane. Da un giorno all'altro la vita ci può riservare un cambiamento radicale che pochi riescono ad affrontare e alla fine rinunciano a lottare per cercare essi stessi di sopravvivere. La Folle vita è la narrazione di una lotta alla malattia senza armi in mano, con la pazienza di chi ha amato quella persona che non riconosce più per tutta la vita , una malattia che cerca di nascondere agli altri, per quel sentimento di vergogna che ci accomuna di fronte a queste situazioni. Allora è giusto togliere degli anni di vita a due ragazzi giovani per cercare di aiutare una persona anziana che non ha più niente da chiedere alla vita ? La risposta del regista Raphael Balboni si allontana dalla drammaticità e si affida alla leggerezza e alla poesia, ma in realtà quel convivere con questa gioia finta e questa spensieratezza infantile che mostra con un'interpretazione straordinaria la protagonista Jo Deseure sembra un pò lontana dalla realtà, dove la maggior parte di queste sfortunate persone vanno a vivere, come dice ad un certo punto il badante, "in dieci metri quadri, senza un bagno personale e senza una persona cara vicino".
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