mirko
|
lunedì 4 settembre 2023
|
potrebbe essere un ottimo film
|
|
|
|
io non saprei che voto dare o che commento scrivere dal momento che non riesco a vedere proprio un bel niente! cosa devo fare?
|
|
[+] lascia un commento a mirko »
[ - ] lascia un commento a mirko »
|
|
d'accordo? |
|
alexandra brett
|
lunedì 8 giugno 2020
|
un docu-film necessario
|
|
|
|
Un film-documentario senz’altro riuscito nell'intento di risvegliare la memoria di un personaggio storico come Gaetano Bresci, un uomo dal carattere forte, enigmatico e tanto nobile quanto controverso nella scelta di abbandonare tutto - casa, famiglia ed una vita nuova nell’America di fine '800 - per ritornare in Italia e compiere un gesto che lo porterà a perdere la libertà ed in seguito la vita. Scuote l’animo dello spettatore rivivere da vicino i fatti e gli avvenimenti riguardanti l’anarchico Gaetano Bresci, venendo a contatto con le idee, i punti di vista e le ragioni che lo porteranno a compiere l'assassinio del re d’Italia Umberto I il 29 luglio 1900.
[+]
Un film-documentario senz’altro riuscito nell'intento di risvegliare la memoria di un personaggio storico come Gaetano Bresci, un uomo dal carattere forte, enigmatico e tanto nobile quanto controverso nella scelta di abbandonare tutto - casa, famiglia ed una vita nuova nell’America di fine '800 - per ritornare in Italia e compiere un gesto che lo porterà a perdere la libertà ed in seguito la vita. Scuote l’animo dello spettatore rivivere da vicino i fatti e gli avvenimenti riguardanti l’anarchico Gaetano Bresci, venendo a contatto con le idee, i punti di vista e le ragioni che lo porteranno a compiere l'assassinio del re d’Italia Umberto I il 29 luglio 1900. Il film racconta con dettagliata precisione gli eventi di quegli anni e segue in maniera intima la vita di un uomo comune che passerà alla Storia. Ma il gesto del regicida e il suo impulso a rivendicare giustizia per un popolo sfruttato e ridotto in miseria non vengono qui giudicati, bensì esposti con trasparenza alla chiara luce del giorno, in un’alternanza di riprese che narrano gli eventi dell’Italia di quegli anni e scene in bianco e nero atte a raccontare la sua vita e i suoi conflitti interiori. Tanto la parte più documentaristica, ricca di interventi interessanti e di aneddoti storici curiosi, quanto la parte più cinematografica, colma di intensità grazie alla bravura degli interpreti e all’astuzia nella resa e nella scelta dei dialoghi da parte del regista e sceneggiatore Gabriele Cecconi, rivalutano ed riespongono la figura del Bresci in modo oggi più che mai necessario. L’amore, le idee e le emozioni di un uomo divenuto parte della nostra Storia rieccheggiano nelle onde che aprono in bianco e nero il docu-film, per poi fare ritorno a colori alla fine del film e arrivare a noi nel presente, quasi a ricordarci, attraverso la chiusura di questo cerchio, che la vita è ciclica e si ripete, e che ciò che è accaduto arriva fino ai giorni nostri per interrogarci su cosa sia giusto e sbagliato, ma soprattutto su cosa significhino oggi i termini “nobiltà”, “volontà” e “libertà”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alexandra brett »
[ - ] lascia un commento a alexandra brett »
|
|
d'accordo? |
|
david lognoli
|
giovedì 12 marzo 2020
|
bresci e l'italia
|
|
|
|
Il film, 70 minuti circa, racconta in maniera precisa e didascalica la vicenda di Gaetano Bresci, dell'attentato ben riuscito alla vita del re e dell'omicidio di Bresci all'interno del carcere di Santo Stefano.
Il film mette in rilievo, usando un taglio narrativo senza concedere nessun sentimentalismo, tutti gli elementi salienti della vita di Gaetano Bresci e permette di cogliere gli intrecci con la storia piccola o grande che sia. Molti di questi temi partono da lontano ma li possiamo ritrovare per analogia o per diretta continuazione ancora al giorno d'oggi.
1) L'origine della famiglia di Bresci, contadini "benestanti", e la sua decadenza come conseguenza della trasformazione dell'economica agricola degli anni '80 del 1800 dovuta alla liberalizzazione nel commercio dei prodotti agricoli.
[+]
Il film, 70 minuti circa, racconta in maniera precisa e didascalica la vicenda di Gaetano Bresci, dell'attentato ben riuscito alla vita del re e dell'omicidio di Bresci all'interno del carcere di Santo Stefano.
Il film mette in rilievo, usando un taglio narrativo senza concedere nessun sentimentalismo, tutti gli elementi salienti della vita di Gaetano Bresci e permette di cogliere gli intrecci con la storia piccola o grande che sia. Molti di questi temi partono da lontano ma li possiamo ritrovare per analogia o per diretta continuazione ancora al giorno d'oggi.
1) L'origine della famiglia di Bresci, contadini "benestanti", e la sua decadenza come conseguenza della trasformazione dell'economica agricola degli anni '80 del 1800 dovuta alla liberalizzazione nel commercio dei prodotti agricoli. Per i Bresci è il grano del nord america che cagiona la fine della loro condizione di modesta agiatezza. Dietro a questo sono celati sia gli aspetti della relazione di Bresci con le donne, sia il suo marcato individualismo, sia in confronto con Malatesta e poi Turati. Tutti questi tre elementi costantemente intrecciati nella vicenda del film. Questa trasformazione nella economica agricola del paese prodromo alle trasformazioni sociali su cui il fascismo poi seppe costruire il consenso di massa e, tornando all'oggi, possiamo costruire un paragone con gli effetti che questa nuova fase del liberalismo sta producendo con la distruzione del ceto medio.
2) La cessione delle terre delle famiglia Bresci all'industria che costruirà il Fabbricone, quadro perfetto della distruzione culturale creata dall'avanzare del capitalismo industriale, e modello dello sviluppo deregolamentato di Prato che caratterizza la città ancor oggi dove appena fuori del centro storico le strade finiscono nel nulla per poi riprendere dal nulla. Il Fabbricone di Prato, dove Bresci fu assunto da ragazzino come operaio così come previsto nel contratto di vendita dei terreni sottoscritto dalla famiglia al Fabbricone stesso, ha un ruolo con le proteste operaie, in un filo che possiamo continuare fino agli scioperi che portarono alla massiccia deportazione dei lavoratori pratesi in Germania nel marzo 1944. La vicenda umana di Bresci, oltre che trasparente fatto politico di scelte consapevoli, e anche espressione della cultura contadina che riemerge non doma dal "nuovo mondo". Ancora ai nostri giorni Prato è testimone dello lo sfruttamento selvaggio dei lavoratori come le recenti lotte dei lavoratori Superlativa e Panificio Toscano dimostrano e il potere svolge ancora la stessa funzione repressiva: il confino e poi l'assenza di lavoro per Bresci, la deportazione durante l'occupazione nazifascista, i fogli di via contro i sindacalisti e le molte contro gli scioperanti oggi.
4) La storia dell'anarchismo italiano negli USA con la figura di Luigi Galleani che aleggia sullo sfondo. Una storia intrecciata con il primo attentato a Wall Street, con la vicenda di Sacco e Vanzetti, il successivo mito di Dynamite girl. Nel film ben sintetizzato è il confronto con Malatesta che poi diviene confronto con il movimento socialista con una tensione nel movimento operaio talvolta feconda, talvolta capace di assorbire risorse altrimenti più utili.
5) Il sistema carcerario sabaudo, vero luogo di tortura, volto incivile della vicenda sabauda assieme al terrorismo contro i civili nella lotta al brigantaggio che prelude poi alle crudeltà coloniali e alla connivenza con il fascismo fino alla rovinosa fuga da Roma. Ancora oggi discutiamo dei casi Cucchi, del carcere duro, del 41 bis per i terroristi, del "dottor de Tormentis", dell'isolamento che ha condotto altri detenuti alla spersonalizzazione. Una storia di cui il paese e figlio e che tragicamente riemerge nelle sue cronache più volte nella storia. Una volontà assoluta di dominio che il film ricorda con il cambio del nome proposto a tutti Bresci di Prato dall'allora sindaco, così come Salvia di Lucania dovette cambiare nome per aver dato i natali a Giovanni Passannante come testimonianza di una damnatio memoriae figlia del sale cosparso su Cartagine. Lo stesso clima che oggi invade il paese quando si prova ad affrontare il tema dei diritti di condannati o sospettati di reati che mettono in discussione l'ordine sociale.
La chiarezza della trama permette la visione del film nella scuola, anzi lo rende un buon strumento didattico sia per i contenuti sia per la metodologia della storia: le scene conclusive sulla vicenda della ricerca dei documenti e poi della scoperta che sono stati sottratti è in questo davvero didattica.
Buona visione
[-]
|
|
[+] lascia un commento a david lognoli »
[ - ] lascia un commento a david lognoli »
|
|
d'accordo? |
|
david lognoli
|
domenica 8 marzo 2020
|
la vita di antonio bresci: biografia di una nazione travolta dal liberalismo di fine ottocento.
|
|
|
|
Il film, 70 minuti circa, racconta in maniera precisa e didascalica la vicenda di Gaetano Bresci, dell'attentato ben riuscito alla vita del re e dell'omicidio di Bresci all'interno del carcere di Santo Stefano.
Il film mette in rilievo, usando un taglio narrativo senza concedere nessun sentimentalismo, tutti gli elementi salienti della vita di Gaetano Bresci e permette di cogliere gli intrecci con la storia piccola o grande che sia. Molti di questi temi partono da lontano ma li possiamo ritrovare per analogia o per diretta continuazione ancora al giorno d'oggi.
1) L'origine della famiglia di Bresci, contadini "benestanti", e la sua decadenza come conseguenza della trasformazione dell'economica agricola degli anni '80 del 1800 dovuta alla liberalizzazione nel commercio dei prodotti agricoli.
[+]
Il film, 70 minuti circa, racconta in maniera precisa e didascalica la vicenda di Gaetano Bresci, dell'attentato ben riuscito alla vita del re e dell'omicidio di Bresci all'interno del carcere di Santo Stefano.
Il film mette in rilievo, usando un taglio narrativo senza concedere nessun sentimentalismo, tutti gli elementi salienti della vita di Gaetano Bresci e permette di cogliere gli intrecci con la storia piccola o grande che sia. Molti di questi temi partono da lontano ma li possiamo ritrovare per analogia o per diretta continuazione ancora al giorno d'oggi.
1) L'origine della famiglia di Bresci, contadini "benestanti", e la sua decadenza come conseguenza della trasformazione dell'economica agricola degli anni '80 del 1800 dovuta alla liberalizzazione nel commercio dei prodotti agricoli. Per i Bresci è il grano del nord america che cagiona la fine della loro condizione di modesta agiatezza. Dietro a questo sono celati sia gli aspetti della relazione di Bresci con le donne, sia il suo marcato individualismo, sia in confronto con Malatesta e poi Turati. Tutti questi tre elementi costantemente intrecciati nella vicenda del film. Questa trasformazione nella economica agricola del paese prodromo alle trasformazioni sociali su cui il fascismo poi seppe costruire il consenso di massa e, tornando all'oggi, possiamo costruire un paragone con gli effetti che questa nuova fase del liberalismo sta producendo con la distruzione del ceto medio.
2) La cessione delle terre delle famiglia Bresci all'industria che costruirà il Fabbricone, quadro perfetto della distruzione culturale creata dall'avanzare del capitalismo industriale, e modello dello sviluppo deregolamentato di Prato che caratterizza la città ancor oggi dove appena fuori del centro storico le strade finiscono nel nulla per poi riprendere dal nulla. Il Fabbricone di Prato, dove Bresci fu assunto da ragazzino come operaio così come previsto nel contratto di vendita dei terreni sottoscritto dalla famiglia al Fabbricone stesso, ha un ruolo con le proteste operaie, in un filo che possiamo continuare fino agli scioperi che portarono alla massiccia deportazione dei lavoratori pratesi in Germania nel marzo 1944. La vicenda umana di Bresci, oltre che trasparente fatto politico di scelte consapevoli, e anche espressione della cultura contadina che riemerge non doma dal "nuovo mondo". Ancora ai nostri giorni Prato è testimone dello lo sfruttamento selvaggio dei lavoratori come le recenti lotte dei lavoratori Superlativa e Panificio Toscano dimostrano e il potere svolge ancora la stessa funzione repressiva: il confino e poi l'assenza di lavoro per Bresci, la deportazione durante l'occupazione nazifascista, i fogli di via contro i sindacalisti e le molte contro gli scioperanti oggi.
4) La storia dell'anarchismo italiano negli USA con la figura di Luigi Galleani che aleggia sullo sfondo. Una storia intrecciata con il primo attentato a Wall Street, con la vicenda di Sacco e Vanzetti, il successivo mito di Dynamite girl. Nel film ben sintetizzato è il confronto con Malatesta che poi diviene confronto con il movimento socialista con una tensione nel movimento operaio talvolta feconda, talvolta capace di assorbire risorse altrimenti più utili.
5) Il sistema carcerario sabaudo, vero luogo di tortura, volto incivile della vicenda sabauda assieme al terrorismo contro i civili nella lotta al brigantaggio che prelude poi alle crudeltà coloniali e alla connivenza con il fascismo fino alla rovinosa fuga da Roma. Ancora oggi discutiamo dei casi Cucchi, del carcere duro, del 41 bis per i terroristi, del "dottor de Tormentis", dell'isolamento che ha condotto altri detenuti alla spersonalizzazione. Una storia di cui il paese e figlio e che tragicamente riemerge nelle sue cronache più volte nella storia. Una volontà assoluta di dominio che il film ricorda con il cambio del nome proposto a tutti Bresci di Prato dall'allora sindaco, così come Salvia di Lucania dovette cambiare nome per aver dato i natali a Giovanni Passannante come testimonianza di una damnatio memoriae figlia del sale cosparso su Cartagine. Lo stesso clima che oggi invade il paese quando si prova ad affrontare il tema dei diritti di condannati o sospettati di reati che mettono in discussione l'ordine sociale.
La chiarezza della trama permette la visione del film nella scuola, anzi lo rende un buon strumento didattico sia per i contenuti sia per la metodologia della storia: le scene conclusive sulla vicenda della ricerca dei documenti e poi della scoperta che sono stati sottratti è in questo davvero didattica.
Buona visione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a david lognoli »
[ - ] lascia un commento a david lognoli »
|
|
d'accordo? |
|
mauriziomari
|
sabato 7 dicembre 2019
|
un film necessario
|
|
|
|
Non è affatto raro che i pratesi della mia età e forse perfino più giovani possano aver sentito parlare di Gaetano Bresci, anarchico nato a Coiano, figlio di contadini, il quale nella tarda serata del 29 luglio 1900 uccise a Monza, con tre colpi di pistola, il re Umberto I e per questo fu condannato a una dura detenzione nel carcere di Santo Stefano, dove venne trovato impiccato il 22 maggio 1901 in circostanze poco chiare (in realtà fu massacrato di botte). Di sicuro, dunque, sarà capitato a molti di aver udito frasi rivolte a salutare il proprio concittadino come un eroe o come un assassino e la dicotomia di pensiero è ben al di là dall’essere risolta.
[+]
Non è affatto raro che i pratesi della mia età e forse perfino più giovani possano aver sentito parlare di Gaetano Bresci, anarchico nato a Coiano, figlio di contadini, il quale nella tarda serata del 29 luglio 1900 uccise a Monza, con tre colpi di pistola, il re Umberto I e per questo fu condannato a una dura detenzione nel carcere di Santo Stefano, dove venne trovato impiccato il 22 maggio 1901 in circostanze poco chiare (in realtà fu massacrato di botte). Di sicuro, dunque, sarà capitato a molti di aver udito frasi rivolte a salutare il proprio concittadino come un eroe o come un assassino e la dicotomia di pensiero è ben al di là dall’essere risolta.
Quello che è certo è che su questo personaggio controverso, per lunghissimi anni, si è preferito mantenere un silenzio imbarazzato, una damnatio memoriae rivolta fin da subito al suo gesto ed estesa poi ai familiari e a molti di coloro che erano venuti in contatto con Gaetano; basterà qui ricordare che un fratello si uccise, un altro cambiò cognome e pure la famiglia americana fu perseguitata.
Dunque il primo e non unico merito del bel film di Gabriele Cecconi - di cui non racconterò qui la trama -, è quello di accendere di nuovo l’interesse su una figura marginalizzata eppure degna di studio e memoria, di trasportare il nostro sguardo su eventi che sembrano lontanissimi e che invece riguardano la vita dei nostri nonni.
È meritevole ed emozionante la restituzione dell’uomo Bresci, attraverso i gesti, i suoi affetti, la canzoncina infantile, gli sguardi indimenticabili della figlia, ritratto familiare che non diviene mai elemento di giustificazione, piuttosto tassello di composizione dolente del carattere di un uomo che, comunque la si pensi, ha sacrificato la vita per un ideale.
Non si tratta di un film sulle lotte operaie e neppure di puro documentario ma di un docufilm appunto, opera ben congegnata con una sapiente successione di inserti di narrazione storica e di recitazione di notevole valore.
Andrea Anastasio, il protagonista, è giovane e bello come si conviene agli eroi (citando Guccini) ed è pure molto bravo a incarnare la figura di Bresci. Si, proprio incarnare, perché sono la carne, la passione, la forza, l’orgoglio e la tempra le caratteristiche con le quali Andrea costruisce il personaggio che esce dallo schermo, ci raggiunge e emoziona.
Tanto affetto insomma per i suoi interpreti, tutti molto in parte, e per questa opera che sarà possibile rivedere lunedì prossimo al cinema Terminale di Prato alla presenza di regista e attori e che poi viaggerà verso Roma, per festival e forse altrove.
E tanto affetto pure per Gabriele che conosco di persona e mi perdonerà per aver scritto queste poche righe ‘alla mia maniera’ sul suo film: il mio è solo un modo per ringraziarlo di avere pensato e realizzato un’opera necessaria al pensiero e alla nostra memoria storica.
(L’anarchico venuto dall’America, Italia 2019).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauriziomari »
[ - ] lascia un commento a mauriziomari »
|
|
d'accordo? |
|
matilde griffo
|
martedì 12 novembre 2019
|
da non perdere
|
|
|
|
Ben costruito il percorso personale del protagonista, in un perfetto equilibrio tra eventi storici e momenti privati. Inoltre il regista affronta con delicatezza, ma con chiarezza, il mistero della sua morte. Molto bravi tutti gli attori, sia protagonisti che personaggi e semplici comparse.
|
|
[+] lascia un commento a matilde griffo »
[ - ] lascia un commento a matilde griffo »
|
|
d'accordo? |
|
|