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folignoli
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sabato 19 novembre 2016
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giovanilistico
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Si affaccia nel mercato cinematografico italiano una nuova onda di cineasti, che girano i propri film con fotocamere reflex. Immagini sempre mosse, primi piani e dialoghi giovanilistici. Giovani, calchi di quelli che ritroviamo nei bar intenti a scattarsi un selfie con una bottiglia di birra in mano. In questo caso il bar di riferimento non è un locale trendy e pieno di belle ragazze, ma un ristoro sgangherato di periferia, dove si consuma la scena simbolo del film. I due protagonisti mangiano una anguria, per sfuggire e dissetarsi dal caldo estivo siciliano. Il fratello più piccolo, biondo, tinto maldestramente con acqua ossigenata, si allontana e si reca nel bagno chimico. Si trattiene più del dovuto al bagno; la compagna del gestore nell'impellenza di un bisogno, impreca senza motivo contro il giovane, il quale esce furibondo, litigando con lei e col suo compagno.
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Si affaccia nel mercato cinematografico italiano una nuova onda di cineasti, che girano i propri film con fotocamere reflex. Immagini sempre mosse, primi piani e dialoghi giovanilistici. Giovani, calchi di quelli che ritroviamo nei bar intenti a scattarsi un selfie con una bottiglia di birra in mano. In questo caso il bar di riferimento non è un locale trendy e pieno di belle ragazze, ma un ristoro sgangherato di periferia, dove si consuma la scena simbolo del film. I due protagonisti mangiano una anguria, per sfuggire e dissetarsi dal caldo estivo siciliano. Il fratello più piccolo, biondo, tinto maldestramente con acqua ossigenata, si allontana e si reca nel bagno chimico. Si trattiene più del dovuto al bagno; la compagna del gestore nell'impellenza di un bisogno, impreca senza motivo contro il giovane, il quale esce furibondo, litigando con lei e col suo compagno. Obiettivamente il film gode di una sua linearità e compostezza, basato sulla buona forma dei due protagonisti, ma non riesce mai ad andare in fondo, restando sempre in superficie e donando poche emozioni.
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venerdì 17 giugno 2016
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il nostro ultimo: spazio ai giovani
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Il nostro ultimo – lungometraggio di esordio di Ludovico Di Martino, classe 1992, studente al Centro di Cinematografia di Roma è stato un vero evento. Completamente autoprodotto, il film racconta la storia bizzarra, sgangherata e commovente di due fratelli, molto diversi tra loro, che alla morte della madre, colti dal senso di vuoto e dal senso di colpa, decidono di portarla in vacanza un’ultima volta, come lei aveva chiesto pochi mesi prima di morire. Ma questo viaggio assurdo, con una bara sul portapacchi, macinando chilometri sulla costa italica baciata dal sole, è soprattutto un viaggio di scoperta, conoscenza, amore. Un viaggio interiore che il giovane regista – anche sceneggiatore e montatore – riesce a raccontare con immagini ben scritte, ben girate e ben montate.
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Il nostro ultimo – lungometraggio di esordio di Ludovico Di Martino, classe 1992, studente al Centro di Cinematografia di Roma è stato un vero evento. Completamente autoprodotto, il film racconta la storia bizzarra, sgangherata e commovente di due fratelli, molto diversi tra loro, che alla morte della madre, colti dal senso di vuoto e dal senso di colpa, decidono di portarla in vacanza un’ultima volta, come lei aveva chiesto pochi mesi prima di morire. Ma questo viaggio assurdo, con una bara sul portapacchi, macinando chilometri sulla costa italica baciata dal sole, è soprattutto un viaggio di scoperta, conoscenza, amore. Un viaggio interiore che il giovane regista – anche sceneggiatore e montatore – riesce a raccontare con immagini ben scritte, ben girate e ben montate. Con un budget veramente, realmente, assolutamente “low”, 36mila euro.
Bravi i nuovi e giovani talenti, i protagonisti Fabrizio Colica e Guglielmo Poggi, i due fratelli “diversi” per temperamento, ma legati da un sottile, impalpabile eppur fortissimo cordone, da cui solo apparentemente sembra vogliano liberarsi. Parti minori ma che sostengono il film con ottime interpretazioni quelle degli attori “grandi”: un’intensa e vera Paola Rinaldi, molto bravi Pietro De Silva e Pierfrancesco Poggi, azzeccatissimo Giobbe Covatta. Tra i nuovi volti quello di Margherita Laterza, una “madonna” moderna dalla voce incantevole.
Racconta Guglielmo Poggi (che abbiamo già visto nei film di Massimiliano Bruno e di Sidney Sibilia, ma che qui ha un ruolo da protagonista che mette in luce le sue doti attoriali): “Questo è un film che avrà dei limiti oggettivi, cioè il budget a disposizione e la nostra giovane età, quindi una certa “ingenuità” magari, ma di certo ci sono dentro una volontà e un lavoro puri, immensi. Abbiamo girato quattro settimane tra Roma, Costiera Amalfitana e Calabria. Molti di noi hanno rinunciato a lavori pagati bene e contratti per realizzarlo. Perché tutti, in tutti i reparti, lo volevamo fortemente. Non ci aspettiamo ritorni economici (magari!) ma che il film abbia la possibilità di essere visto, di girare, possa avere la vita che merita”.
Una curiosità: mentre giravano con la macchina e la bara, questa estate, hanno scatenato una serie di ipotesi, sulla stampa locale, addirittura che fosse un uomo che era andato a comprarsi la bara dove costava meno.
Profondo, a tratti commovente, divertente ed esilarante in altri, Il nostro Ultimo è la dimostrazione che le buone idee e la volontà possono produrre buoni prodotti cinematografici, per un cinema finalmente nuovo e meno scontato.
Prodotto dallo stesso Di Martino, insieme a Gabriele Luppi e Alessandro Amato, con l’aiuto di Stefano Santucci e di Sosia&Pistoia, è stato realizzato grazie alla volontà di molti degli studenti del CSC di Roma e della Volontè, sostenuti da Gianluca Arcopinto, da sempre impegnato nel sostegno dei nuovi talenti – speriamo che il buon film trovi una distribuzione adeguata, non solo perché abbia il pubblico che si merita, ma per dimostrare ai vecchi salotti che il cinema buono si può fare anche al di fuori, se le idee ci sono e se qualcuno ci crede.
Ylenia Politano (Film4life)
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