Il regno d'inverno - Winter Sleep

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Un film di Nuri Bilge Ceylan. Con Haluk Bilginer, Melisa Sozen, Demet Akbag, Ayberk Pekcan.
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Titolo originale Kis uykusu. Drammatico, durata 196 min. - Turchia, Francia, Germania 2014. - Parthénos uscita giovedì 9 ottobre 2014. MYMONETRO Il regno d'inverno - Winter Sleep * * * 1/2 - valutazione media: 3,85 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
mark kram lunedì 2 marzo 2015
una prefazione a un libro mai scritto Valutazione 5 stelle su cinque
88%
No
13%

Durata del film: 196 minuti. Ammetto che questo unico dato mi aveva già convinto ad evitare la visione del film, ma in un periodo di noia più assoluta ho deciso comunque di imbarcarmi in questa avventura. Numerosi elementi che si susseguono nel corso delle tre ore offrono e rinforzano sempre più un'idea di stasi assoluta: dalla pacatezza del protagonista, Aydin, al silenzio della Cappadocia, dal freddo della neve fino agli innumerevoli té, per i personaggi sostanza vitale quanto l'ossigeno, tanto ne scorre nel corso del film. Trama? Non accade nulla. Non ci sono eventi notevoli attorno ai quali può considerarsi essere ricamata la trama del film. Parole, dialoghi e ancora parole, intervallate da qualche altro dialogo. [+]

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kimkiduk venerdì 27 febbraio 2015
bella la cappadocia Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Decisamente un film non facile. Intriso di assonanze teatrali dedicate a Shakespeare nei suoi richiami ed alla letteratura russa per la solitudine del suo protagonista. Inoltre ho ritrovato una forte assonanza a Bergman per quel che riguarda il dialogo con la moglie. Film che si basa sulle parole a volte forti ed incisive a volte meno, ma con tre dialoghi - sorella,moglie ed amico - che tracciano un quadro del Sig. Aydin quasi arrogante, supponente, pieno del suo successo e della voglia di sentirsi ancora ricco della sua povertà di bambino, ma che in realtà non ha più. L'alta considerazione personale lo portano nel finale del film ad una propria considerazione di un misero fallimento. [+]

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nanni martedì 24 febbraio 2015
il regno d'inverno Valutazione 5 stelle su cinque
33%
No
67%

Il film vuole volare alto e ci riesce.
Dunque imperdibile.
Nuri Bilge Ceylan ci mostra, come poche altre volte mi sia capitato vedere, l’indefinitezza umana che ci costringe ad una forma perenne di smarrimento mostrandoci patetici; quando cerchiamo di puntellare le nostre fragilissime personali certezze e inermi; quando cercando risposte ci riveliamo irrimediabilmente irrisolti.
Azzeccatissima la scelta di un luogo arcaico  come la Cappadocia, immobile e sospeso nel tempo o forse meglio, che sembra fuori da ogni tempo.
Il  finale consolatorio non si addice ad un film così affilato, ma il peccato, per un lavoro che va così in profondità , lo considero veniale e lo perdono di slancio. [+]

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guerrino55 domenica 15 febbraio 2015
sopravvalutato Valutazione 2 stelle su cinque
100%
No
0%

L'avevo perso al cinema, ho recuparato guardandolo in cassetta.
Il piccolo schermo non ha mortificato il film, perchè non c'era nulla da mortificare. 3 ore di assoluta noia, e nulla vale fare riferimento ai lavori teatrali di Checov o Ibsen, che avevano tutto un altro passo ed intensità nella descrizione delle vicende umane.
Noia era e noia rimane, e certo non bastano i pinnacoli della Cappadocia a farlo valere di più !
Più che l'inverno della vita, rappresenta molto bene l'inverno del cinema. 
Erano molti anni con non vedevo un film così assurdamente vuoto.

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alexander 1986 giovedì 12 febbraio 2015
la neve che cade sull'amore Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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Palma d'oro al Festival di Cannes 2014. Anatolia, Turchia. L'ex-attore Aydin (Haluk Bilginer) da anni vive ritirato in una piccola tenuta al centro di un villaggio sperduto, in un'area occasionalmente visitata da turisti in cerca di avventure. Uomo colto e riservato, conduce un'esistenza da intellettuale decadente: scrive articoli impegnati per giornali che non legge nessuno e mostra scarso interesse per quello che gli succede attorno nella vita concreta. Fra affittuari tardivi nei pagamenti, gente bisognosa d'aiuto, una giovane moglie insoddisfatta e una sorella depressa, Aydin non potrà tuttavia sfuggire per sempre alla resa dei conti di un'esistenza costruita sulle illusioni. Tre ore di cinema raffinato e colto, debitore del teatro cecoviano. [+]

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eugenio venerdì 6 febbraio 2015
c’era una volta... cechov in anatolia Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Il fascino della lentezza accompagna lo spettatore sin dall’inizio. Le atmosfere sono pacate, rilassate, gli spazi immensi. In lontananza un altopiano, case abbandonate e quasi a ergersi come baluardo della solitudine ecco un hotel, silente, che si staglia con prepotenza sull’orizzonte scuro.
Il titolo, Il regno di inverno, già lascia sottendere abilmente la trama che si dipanerà appunto nel gelido spazio anatolico, dai richiami vagamente cechoviani (molti hanno notato la nostalgica elegia come sintomatica malattia dell’incomunicabilità dei protagonisti) e paradossalmente verbosi in un’ambientazione totalmente fuori dal tempo e dallo spazio. [+]

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folignoli martedì 27 gennaio 2015
un documento di inestimabile valore Valutazione 5 stelle su cinque
0%
No
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È evidente il fatto che Winter Sleep non può essere letto solo dal punto di vista narrativo, della storia. Film del genere vanno giudicati innanzitutto studiando a fondo la cinematografia (e biografia) dell’autore, altrimenti si rischia di dare giudizi oltre che affrettati, monchi di tutto il percorso interiore del regista. Io partirei da una scena, quella in cui la moglie del protagonista contesta al marito che gli articoli che lui scrive, non vengono letti da quasi nessuno. In quella frase, in un nucleo densissimo, c’è tutto il cinema di Ceylan. I suoi film apprezzatissimi nei Festival, sono praticamente sconosciuti. Il pubblico medio, ignora l’esistenza di un poeta come Ceylan. [+]

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no_data martedì 27 gennaio 2015
il gran bel vestito dell'uomo invisibile Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

 Solo in epoca post-moderna e in mondo dominato dall'estetismo un film del genere può vincere a Cannes la Palma d'Oro come "Miglior Film". Va senz'altro sottolineato che ampi meriti andrebbero a chi ha lavorato alla fotografia e alla realizzazione estetica del film, con ottime riprese che valorizzano al massimo gli spettacolari paesaggi turchi. Un gran bel vestito, cucito da un grande stilista(Nuri Bilge Ceylan) e curato nei particolari.
Non lo stesso però, a mio modo di vedere, si può dire di una sceneggiatura che fa dei dialoghi il suo punto di forza (per così dire), i quali generano un mostro colpevole di crimini contro la pace acustica di quel quieto e silenzioso tempio che è l'Anatolia. [+]

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filippo catani giovedì 8 gennaio 2015
vite congelate Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Ritiratosi ormai da tempo dalla scena teatrale, un ex attore gestisce varie proprietà tra cui un albergo nella provincia turca e ha intenzione di scrivere un libro sulla storia del teatro del suo paese. L'uomo vive con la sorella e la giovane moglie.
Premiato con la Palma d'Oro, questo film diretto da Ceylan torna un po' alle atmosfere di C'era una volta in Anatolia. Proprio le ambientazioni e la fotografia sono tra i punti forti di questa pellicola insieme ad uno struggente accompagnamento con il pianoforte. Il film è un po' una riflessione esistenziale che tocca il protagonista e i suoi familiari alle prese con la monotona vita di provincia. I rapporti tra marito e moglie sono ormai ridotti ai minimi termini non solo per la differenza di età ma anche e soprattutto per un diverso modo di vedere la vita. [+]

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jean remi giovedì 1 gennaio 2015
immeritato il premio ricevuto a cannes. Valutazione 3 stelle su cinque
40%
No
60%

Le tre stelle attrubuite potrebbero sembrare una contradizzione, tuttavia ho trovato il film totalmente decontestualizzato rispetto al meraviglioso ambiente (la Capadocia) dov'è stato girato, simbolo di sofferenza e di povertà, dove ricchi ed annoiati borghesi intelettualoidi, si confrontano, come in una commedia russa di Checov circa la loro esistenzialità, mentre il mondo intorno a loro precipita nella miseria. Buona l'interpretazione, la fotografia, l'ambientazione, ma manca totalmente la "storia" tirata per i capelli sin dall'inizio. Immeritato il premio avuto a Cannes.

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