“A Girl Walks Home Alone At Night” è un film, presentato al Festival del Cinema di Roma del 2014 e uscito nelle sale il 2015 ovunque eccetto che in Italia.
Bad City è una città surreale mediorientale che vive di una dimensione industriale. Pompe di petrolio e centrali termiche costituiscono l’ambiente e il paesaggio territoriale. I suoi abitanti sono o i ricchissimi che vivono in palazzi o poverissimi come i barboni homeless. In mezzo i disadattati, piccoli spacciatori, prostitute, delinquenti, eroinomani che cercano di ammazzare il disagio esistenziale, la solitudine, la “diversità” in questo non-luogo. Sono solo sei i personaggi narrati oltre a Mukira, un bellissimo e bravissimo gattone.
Il film è inquietante nel mettere a nudo la situazione sociale e urbana, ma contemporaneamente è ottimista nel proporre soluzioni nell’amore, nella dolcezza, nella solidarietà. “A Girl Walks Home Alone At Night” è anche un film ironico sempre border line con il paradosso come la scena dell’hamburger offerto da Arash alla giovane ed emaciata Vampira (probabilmente molto poco cotto…) a mezzanotte, di fronte alla centrale termica.
Il film in alcuni punti sembrerebbe girato cinquant’anni fa con l’uso suggestivo del bianco e nero, di giorno tutto grigio ma con le ombre della luce artificiale ben scandite e nette nella prevalente visione notturna. La città proposta vista come per la prima volta dal protagonista impasticcato assomiglia a una qualsiasi suburbia ormai globalizzata.
L’auto di Arash è una decapottabile degli anni Cinquanta e anche il suo modo di vestire e atteggiarsi è tipico di chi aveva a modello Elvis Presley, o meglio, James Dean (ricordate “Il Gigante?”). La Vampira è una sorta di “giustiziera della notte” che reinterpreta il velo tradizionale usato solo nelle scorribande notturne. Tutto il film è una sorta di fumetto, pochi e scarni i dialoghi, le scene staccate, foto belle con poco movimento.
La musica è un elemento dominante nel film: si alternano musica techno contemporanea con rock iraniano (White Lies, Kiosk, Free Electric Band, Dariush, Radio Tehran, Bei Ru, Farah).
Ana Lily Amirpour, la trentaseienne sceneggiatrice e regista di origini iraniane, è nata in Inghilterra e cresciuta in California, dove ha girato con attori iraniani fuoriusciti questo film, ambientato presumibilmente in Iran, che rimpasta sensazioni cinematografiche riprese da molti registi come David Lynch e Lars Von Trier con suggestioni tratte da Sergio Leone (pensiamo alla fuga di Arash in auto con sottofondo morriconiano) e costruendo una sorta di western-horror a metà fra due culture.
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