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eugen
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lunedì 25 agosto 2025
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pelicula que busca de entender de mautpassant
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La novela de Guy de Marupassant era un chef.d'evure, Renderla visutalmente(filmicamente)es una desfida, que en el caso de esta version(del 2012, direccion de Declan Donnelan y Nick Ormerod)no es "mala", pero tien el problema de siempre, para los"Gringos", de entender la cugtura y la mentalidad eruropea de final de 1899, sin caer en la retorica de una Paris muy"fin de sie'cle"-del otro siglo, pero- reconstuida En el sentido escenografico no hay problema, pero con los personajes algo no sirve, como(de otra parte creo que sea"voz commun"una critica)la interpretacion de Robert Pattison, mas acorsrumbado a"Twilkght".
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La novela de Guy de Marupassant era un chef.d'evure, Renderla visutalmente(filmicamente)es una desfida, que en el caso de esta version(del 2012, direccion de Declan Donnelan y Nick Ormerod)no es "mala", pero tien el problema de siempre, para los"Gringos", de entender la cugtura y la mentalidad eruropea de final de 1899, sin caer en la retorica de una Paris muy"fin de sie'cle"-del otro siglo, pero- reconstuida En el sentido escenografico no hay problema, pero con los personajes algo no sirve, como(de otra parte creo que sea"voz commun"una critica)la interpretacion de Robert Pattison, mas acorsrumbado a"Twilkght".... Mejor la prueva de las acttrices, quiere decir de UMa Thrman, de Chrustin Scttt Thomas, Christina Ricci, Hollyday Granger y de otros actores. EN general, se puede decir que la influencia de las ovras de la grnade literatura sea siempre muy importane y presnete, pero el gap historico y cultural es siempre un problema... Eugen
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eugen
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lunedì 13 febbraio 2023
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difficile rendere"bel ami"oggi, ma...
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Stante la differenza totale di tempo, di ambiente, di cultura etc., questo"Bel Ami"(Declan Donnellan, NIck Omerod, sceneggiatura di Rachel Bennette, 2012), coproduzione franco.inglese, dal romanzo-capolavoro di Guy Maupassant, rende in qualche modo come l'arrampicatore sociale Georges Duroy, detto Bel Ami, riesca ad affemrarsi nel panroama giornalistico e politco di fine 1800 a Parigi tramite le sue numerose e fortunate(alcune piu', altre meno)liaisons con donne dell'alta societa', dove comunque anche lui non e'esente dalle corna ma anche da testamenti degli amanti delle"fortunate" che rimangono "vaghi"per non dire non confacenti ai deisderata del protagonista Bel Ami .
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Stante la differenza totale di tempo, di ambiente, di cultura etc., questo"Bel Ami"(Declan Donnellan, NIck Omerod, sceneggiatura di Rachel Bennette, 2012), coproduzione franco.inglese, dal romanzo-capolavoro di Guy Maupassant, rende in qualche modo come l'arrampicatore sociale Georges Duroy, detto Bel Ami, riesca ad affemrarsi nel panroama giornalistico e politco di fine 1800 a Parigi tramite le sue numerose e fortunate(alcune piu', altre meno)liaisons con donne dell'alta societa', dove comunque anche lui non e'esente dalle corna ma anche da testamenti degli amanti delle"fortunate" che rimangono "vaghi"per non dire non confacenti ai deisderata del protagonista Bel Ami ..Trattandosi di cinema, poi, dove l'elemento visivo e'piu'forte(a teatro le cose sarebbero ben diversi)anche il ruolo principale, incarncato da Robert Pattinson, piu'"blelo"che"bravo"(diciamo cosi')in qualche modo regge, mostrnado un uomo giovane che, arrampicandosi nella scala sociale, da un lato sembra attonito rispetto a quanto gli avviene intorno e dall'altro riesce comunque ad affermarsi, certo nel bailamme degli avventimenti privati ma anche pubblici(il cambio di governo, il nuovo atteggiamento nel cmapo della politica coloniale)che, volente.nolente lo coinvolgono anche in prima persona. In quALCHE MODO, DUNQUE, IL PROBLEMA E'SUPERATO, SE di problema si tratta. Decisamente meglio le interpreti femminili, in auclhe modo, non solo"se vogliamo"le vere protagoniste, in quanto da loro dipende tutta la dinamica del fiLm: UMa Thurman, Holliday Grainger, Christina Ricci, Kristin Scott Thomas sono interpreti di indubbia e notoria bravura, qui ancora una volta confermata e rendono il film una"palestra comico-drmamatica", in cui Bel Ami e'in qualche modo quasi un compirimario, pur muovendo le file di varie storie... Eugen
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vjarkiv
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venerdì 15 novembre 2013
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alla fine rimane l'amaro in bocca...
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La cosa più interessante, volendo esser buoni, è l'ambientazione: Parigi fine ottocento (anche se il film è stato in parte girato in Ungheria), con una buona ricostruzione degli interni, fra tutti il bordello-can can (non poteva essere altrimenti vista la provenienza teatrale dei neo registi). Altro motivo di interesse poteva essere la presenza della Thurman, della Ricci e della Scott Thomas interpreti delle tre figure femminili su cui ruota la storia. Ma qui le cose cominciano ad andare peggio dal punto di vista registico: l'utilizzo è altalenante e non sufficiente a trarne le potenzialità recitative. Il disastro, ovviamente, arriva con l'aver scelto Robert Pattinson per la parte principale Gerges-Bel Ami.
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La cosa più interessante, volendo esser buoni, è l'ambientazione: Parigi fine ottocento (anche se il film è stato in parte girato in Ungheria), con una buona ricostruzione degli interni, fra tutti il bordello-can can (non poteva essere altrimenti vista la provenienza teatrale dei neo registi). Altro motivo di interesse poteva essere la presenza della Thurman, della Ricci e della Scott Thomas interpreti delle tre figure femminili su cui ruota la storia. Ma qui le cose cominciano ad andare peggio dal punto di vista registico: l'utilizzo è altalenante e non sufficiente a trarne le potenzialità recitative. Il disastro, ovviamente, arriva con l'aver scelto Robert Pattinson per la parte principale Gerges-Bel Ami. Il "vampirello" che ha fatto sognare orde di adolescenti twilight-dipendenti, è totalmente inadeguato con quelle espressioni attoriali che non vanno oltre l'estetica di... un pesce lesso!!!
Non aiuta la sceneggiatura che lo rappresenta come un banale gigolò che passa da un letto ad un altro, mentre tutt'altro spessore drammaturgico ha il protagonista dell'omonimo romanzo di Guy de Maupassant. Così come, sempre la sceneggiatura, non tiene conto, se non in maniera superficiale, dell'intreccio perverso tra potere mediatico e potere politico (attualissimo!) che è l'ossatura portante dell'intero romanzo.
Quindi alla fine rimane l'amaro in bocca di qualcosa che poteva essere e che non è stato!
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andrea giostra
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mercoledì 25 settembre 2013
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il potere della seduzione!
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Bel film. Da vedere se si vuol ricevere un “contributo culturale” per comprendere il potere della seduzione anche se priva di talento, di cultura, di scrupoli, ma traboccante di sete di potere, di danaro e di vana gloria. La sceneggiatura, tratta dal secondo e bellissimo romanzo “Bel Ami”, di Henri-René-Albert-Guy de Maupassant, pubblicato in Francia nel 1885, che in solo quattro mesi raggiunse le trentasette ristampe, primato assoluto non solo per l’ottocento, ben rappresenta altri strumenti per la conquista del potere. La sceneggiatura di Rachel Bennette, infatti, con grande astuzia narrativa, si sofferma spesso sull’immenso potere mediatico già noto nell’ottocento, e di come questo potere, ben maneggiato da “menti raffinate” e senza alcuno scrupolo per l’interesse pubblico, domina la scena del potere politico ed economico di allora – come di adesso! - mietendo vittime scomode e spesso apparentemente ingenue.
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Bel film. Da vedere se si vuol ricevere un “contributo culturale” per comprendere il potere della seduzione anche se priva di talento, di cultura, di scrupoli, ma traboccante di sete di potere, di danaro e di vana gloria. La sceneggiatura, tratta dal secondo e bellissimo romanzo “Bel Ami”, di Henri-René-Albert-Guy de Maupassant, pubblicato in Francia nel 1885, che in solo quattro mesi raggiunse le trentasette ristampe, primato assoluto non solo per l’ottocento, ben rappresenta altri strumenti per la conquista del potere. La sceneggiatura di Rachel Bennette, infatti, con grande astuzia narrativa, si sofferma spesso sull’immenso potere mediatico già noto nell’ottocento, e di come questo potere, ben maneggiato da “menti raffinate” e senza alcuno scrupolo per l’interesse pubblico, domina la scena del potere politico ed economico di allora – come di adesso! - mietendo vittime scomode e spesso apparentemente ingenue.
Ed allora, quello che lo spettatore vedrà rappresentato in “Bel Ami”, non è la semplice e scontata storia di un seduttore seriale che diabolicamente e cinicamente sottomette e domina donne potenti, sole ed insoddisfatte al solo fine di ottenere denaro e potere, ma vedrà ben rappresentata la spietata lotta per il dominio assoluto, conquistato con ogni mezzo, privilegiando l’utilizzo delle ancora poco raffinate armi non convenzionali della carta stampata di fine ottocento, oggi definito a ragione “potere mediatico”!
Come profeticamente aveva previsto Guy de Maupassant, oggi come allora, il “soggetto” non è cambiato. E questo non ci è affatto di conforto.
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gufetta76
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giovedì 1 agosto 2013
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bel ami mon ami!
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Traspozione quasi perfetta del romanzo. Bei
costumi, interpreti femminili favolose, Uma
Turman irresistibile e anche la Scott-
Thomas. Tutto magnifico a parte il
protagonista: mono espressivo, si è
sicuramente confuso con il sequel di
twilight perchè è un bel ami vampiresco e a
volte ridicolo... ma come mai gente del
genere continua a recitare?
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lucyelisa
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giovedì 6 giugno 2013
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ben costruito ma senza slanci
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Si resta quasi sempre delusi dalle trasposizioni cinematografiche delle opere letterarie per l’ inesorabile semplificazione del linguaggio e del ritmo narrativo che deve rispondere alle regole dell’adattamento scenico.
Ancora più delusi in questo film in cui , nella riproduzione di un capolavoro della letteratura francese, un personaggio controverso e complesso come Georges , squattrinato militare in congedo alla ricerca disperata del successo e dell’affermazione sociale , è affidato ad un inespressivo e rigido Pattinson .
Il film, nel suo impianto essenziale, è abbastanza fedele al romanzo ma i temi dell’ambizione sfrenata , del cinismo ,della seduzione utilizzata come strumento di conquista e di ascesa sociale , dei sentimenti di rivalsa verso un passato di miseria , sono affrontati con una certa superficialità ; insomma il film non spicca il volo .
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Si resta quasi sempre delusi dalle trasposizioni cinematografiche delle opere letterarie per l’ inesorabile semplificazione del linguaggio e del ritmo narrativo che deve rispondere alle regole dell’adattamento scenico.
Ancora più delusi in questo film in cui , nella riproduzione di un capolavoro della letteratura francese, un personaggio controverso e complesso come Georges , squattrinato militare in congedo alla ricerca disperata del successo e dell’affermazione sociale , è affidato ad un inespressivo e rigido Pattinson .
Il film, nel suo impianto essenziale, è abbastanza fedele al romanzo ma i temi dell’ambizione sfrenata , del cinismo ,della seduzione utilizzata come strumento di conquista e di ascesa sociale , dei sentimenti di rivalsa verso un passato di miseria , sono affrontati con una certa superficialità ; insomma il film non spicca il volo .
Discreta la fotografia ed i costumi nella ricostruzione storica della società parigina di fine ottocento ,alquanto libertina e dominata da intrecci tra passioni , speculazioni finanziarie ,spregiudicato calcolo politico e già fortemente influenzata dal potere mediatico della carta stampata sul cui sfondo si muove un variegato ed influente universo femminile ( in quest’ultima prospettiva il film coglie abbastanza bene l’aspetto di modernità del romanzo ); la colta e volitiva Madeleine , interpretata da Uma Thurman è il prototito delle donna colta e indipendente che non si lascia soggiogare dal proprio compagno ma anzi lo domina, così nella professione giornalistica come nell’intimità ; ottima anche l’ interpratazione della Scott Thomas nei panni della matura Virginie( moglie dell’editore di Georges e madre della giovanissima Suzanne ) che mostra tutti i tormenti, sussulti , rimorsi e slanci di una donna attempata, fino ad allora pia e fedele, sedotta dall’ avvenente Georges , fiero di aver conquistato la moglie dell’ ( odiato ) editore ,Altrettanto valida Cristina Ricci nei panni della tenera Clotilde , animata da un sentimento genuino verso il protagonista, amato quando non aveva ancora iniziato la scalata verso il successo di cui, in qualche modo, comprende la cinica scalata sociale . Anche se la recitazione di Pattinson appare poco convincente alcune sequenze raggiugono una certa intensità come quella in cui rivela come il desidero di esorcizzare la miseria lo spinga alla spasmodica e spregiudicata ascesa sociale che culmina nella scena finale del matrimonio con Suzanne ,dopo la preordinata e simulata fuga d’ amore , volta a provocare lo scandalo e le nozze riparatrici alle quali partecipano le sue ex ed il ben mondo parigino , in un apoteosi di cinismo e spregiudicatezza .
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liberalib
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venerdì 3 maggio 2013
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non affascina nulla, sopratutto il protagonista
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Il grande cinema ci ha regalato ben altri seduttori. Penso al magnifico John Malkovich ne "Le relazioni pericolose". Pattinson non regge neanche un fotogramma di questo ruolo, rendendolo incolore e non trasmettendo alcun pathos. Buone le interpretazioni delle attrici, che però non bastano a rendere memorabile questo film, che a tratti annoia. Colpa forse di una regia sciatta che non evidenzia quasi nessun tratto dei personaggi. Belli i costumi, meno bella la scenografia.
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liuk!
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mercoledì 13 febbraio 2013
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terribile
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Che dire di questo film? siamo davanti a una tale stupidaggine e a una realizzazione talmente pessima che trovare parole giuste per commentarlo diventa difficile.
Il cast sarebbe ottimo se non fosse per il protagonista, assolutamente incapace della minima espressione e mai veramente nel ruolo. La trama praticamente viene saltata a sprazzi, vi sono buchi che forse il regista voleva lasciare all'immaginazione, ma essendo fondamentali per l'andamento della storia di fatto questa può essere travisata. L'esempio eclatante è quello del passaggio di Bel Ami da giornalista a politico: è successo veramente? come? cosa gli interessa dell'acquisto delle miniere marocchine da parte dei suoi colleghi (o forse sono ex colleghi)? Uno strazio narrativo del genere non è facile da vedersi.
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Che dire di questo film? siamo davanti a una tale stupidaggine e a una realizzazione talmente pessima che trovare parole giuste per commentarlo diventa difficile.
Il cast sarebbe ottimo se non fosse per il protagonista, assolutamente incapace della minima espressione e mai veramente nel ruolo. La trama praticamente viene saltata a sprazzi, vi sono buchi che forse il regista voleva lasciare all'immaginazione, ma essendo fondamentali per l'andamento della storia di fatto questa può essere travisata. L'esempio eclatante è quello del passaggio di Bel Ami da giornalista a politico: è successo veramente? come? cosa gli interessa dell'acquisto delle miniere marocchine da parte dei suoi colleghi (o forse sono ex colleghi)? Uno strazio narrativo del genere non è facile da vedersi.
La scenografia è decente ma nulla più per essere un film in costume, di fatto vengono utilizzati solo 3 o 4 ambienti chiusi. Diciamo che il budget non era altissimo.
Nel complesso un prodotto gravemente insufficiente che fa rimpiangere il buon cinema. Sconsigliatissimo.
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vandamme84
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mercoledì 5 dicembre 2012
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inguardabile
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chi da i giudizi al film qui sul forum dovrebbe essere più obiettivo e non dare 4 stelle solo perchè una ha una cotta per Pattinson (che francamente è davvero pessimo come attore dato che ha la stessa espressione in ogni film)
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viabadia
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venerdì 5 ottobre 2012
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maupassant, invece, lo diceva così:
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(M.me Walter entra nella serra, davanti al quadro di Cristo che cammina sulle acque). "Improvvisamente, vide il Cristo. Aprì la porta che lo separava da lei, e cadde in ginocchio. Lo pregò dapprima perdutamente, biascicando parole d'amore, invocazioni appassionate e disperate. Poi, calmatosi l'ardore del suo richiamo, alzò gli occhi verso di lui, e ristette, sopraffatta dall'angoscia. Assomigliava talmente a Bel-Ami, alla chiarezza tremolante di quel solo lume che lo illuminava appena e dal basso, che non era più Dio, era il suo amante che la guardava. Erano i suoi occhi, la sua fronte, l'espressione del suo viso, la sua aria fredda e sdegnosa! Balbettò: "Gesù - Gesù - Gesù!". E la parola "Georges" le saliva alle labbra.
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(M.me Walter entra nella serra, davanti al quadro di Cristo che cammina sulle acque). "Improvvisamente, vide il Cristo. Aprì la porta che lo separava da lei, e cadde in ginocchio. Lo pregò dapprima perdutamente, biascicando parole d'amore, invocazioni appassionate e disperate. Poi, calmatosi l'ardore del suo richiamo, alzò gli occhi verso di lui, e ristette, sopraffatta dall'angoscia. Assomigliava talmente a Bel-Ami, alla chiarezza tremolante di quel solo lume che lo illuminava appena e dal basso, che non era più Dio, era il suo amante che la guardava. Erano i suoi occhi, la sua fronte, l'espressione del suo viso, la sua aria fredda e sdegnosa! Balbettò: "Gesù - Gesù - Gesù!". E la parola "Georges" le saliva alle labbra." Leggete Maupassant, qui ce n'è solo un'ombra vaga.
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