chiara
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lunedì 23 agosto 2004
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toccante
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tom cruse ha dato il massimo senza troppi sentimentalismi
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passeart
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mercoledì 14 aprile 2004
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capolavoro, ma critica saccente.
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Chunque conosca la cultura zen, e chi di questi abbia approfondito, con curiosità, leggendo l''Hagakure', o 'Il Libro dei Cinque Anelli', o l'infinita varietà di saggenza orientale, sa che cosa ha visto. Perché il film ne é intriso inscindibilmente, come se, chi l'avesse scritto, fosse un giapponese, o meglio, un occidentale rimasto affascinato dalla bellezza del bushido.
Questo é.
Ho letto troppe critiche di velleitari critici cinematografici che contestavano parti del film che, se essi stessi fossero stati più dotti, e non semplicemente saccenti (nei casi migliori eruditi...) in materia, allora avrebbero compreso.
Una scena per tutte, critcata dall'occhio occidentale: il momento in cui il protagonista rivive lo scontro al rallentatore.
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Chunque conosca la cultura zen, e chi di questi abbia approfondito, con curiosità, leggendo l''Hagakure', o 'Il Libro dei Cinque Anelli', o l'infinita varietà di saggenza orientale, sa che cosa ha visto. Perché il film ne é intriso inscindibilmente, come se, chi l'avesse scritto, fosse un giapponese, o meglio, un occidentale rimasto affascinato dalla bellezza del bushido.
Questo é.
Ho letto troppe critiche di velleitari critici cinematografici che contestavano parti del film che, se essi stessi fossero stati più dotti, e non semplicemente saccenti (nei casi migliori eruditi...) in materia, allora avrebbero compreso.
Una scena per tutte, critcata dall'occhio occidentale: il momento in cui il protagonista rivive lo scontro al rallentatore.
Troppi hanno ritenuto questa scena inutile, senza senso, incomprensibile. Ma così é, per gli occhi di un saccente occidentale. Quella é una scena chiave del film, in cui il protagonista capisce di essere quello che é, e nient'altro; comprende in quel momento di esserlo sempre stato. Non starò quì a tentare di spiegare una lezione zen, né a parafrasare l'Hagakure, né tantomeno illustrare il Bushido, ma se i critici ne avessero voglie, forse sarebbe ora di incuriosirsi alle culture diverse, e rimanerne affascinati.
Se vi fossero state scene inutili, o banali, come mai la prima in Giapone fu accolta con una standing ovation?
Il film é un piccolo capolavoro culturale, a dir poco perfetto, e molti critici dovrebbero divenire ben più modesti, e ammettere che non conoscono ciò di cui parlano quando scrivono di simili soggetti.
L'ignoranza crea divisioni, e la critica é troppo spesso presuntuosa, come solo noi occidentali abbiamo imparato ad essere.
Questo é ciò che siamo?
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(di alex)
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[+] un bushido stereotipato e banalizzato
(di musashi miyamoto)
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luca
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lunedì 16 febbraio 2004
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un grande film
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Dopo un inizio un pochino traballante riferito alle scene che vedono tom cruise un soldato in preda all'alcol, il film prende decisamente vita. Solo un breve commento: costumi, luoghi, interpretazioni e musiche da brivido. Da vedere as so lu ta men te!!!
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carlotta
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giovedì 12 febbraio 2004
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una leggenda!
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Ve l'assicuro, ne sono più che convinta... Tom Cruise è il mio attore preferito da sempre! Questo è senza dubbio uno dei suoi film più brillanti, più emozionanti, insomma più belli! Personalmente lo so già a memoria anche se è ancora al cinema... sono andata a vederlo ben 7 volte e non vedo l'ora che esca in DVD!! non posso aggiungere altro per descriverlo... questo è veramente un film eccezionale e il mio tom è UNA LEGGENDA!!! TI AMOOOO!!!
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vedelia
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lunedì 9 febbraio 2004
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filosofia della spada ed escatologia.
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Il cinema americano, dopo aver esaurito, o quasi, il filone western, ha cominciato a guardare con interesse all'eastern, sostituendo al mito del buon selvaggio pellerossa quello del samurai senza macchia, agguerrito fuori e imperturbabile dentro, che sa conciliare la katane col bushido(antico codice d'onore), la filosofia coll'arte della guerra. I miti americani del business e del guadagno, per conseguire i quali qualsiasi violenza viene ammessa, appaiono totalmente disumani e "barbarici" dinanzi all'attaccamento alle tradizioni avite, al senso dell'onore, alla religione del sacrificio, che hanno caratterizzato le grandi civiltà, dalla greca alla nipponica. Tom Cruise è lontano anni luce dagli esordi in "Risky business": a 42 anni ha guadagnato in espressività, bravura e dolente bellezza; mi spiace che non verrà candidato agli oscar.
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