Possiamo definire TWIN PEAKS come una descrizione dettagliata e impeccabile della lenta e inarrestabile irruzione del Male e dell’Irrazionale, da una dimensione contigua e al di fuori del tempo, in quella quotidiana e stereotipata della piccola provincia americana. Questa, il grande “ventre d’America”, magistralmente delineata da Linch nei suoi “luoghi comuni”, all’inizio può apparire innocente, impreparata e naive, ma, di puntata in puntata, si rivela invece corrotta, , complice consenziente e maliziosa di trame oscure e imperscrutabili. Con TWIN PEAKS, David Lynch mette in atto, in assenza di predecessori, una spietata trasformazione del medium televisivo: questo, per la prima volta nella sua storia, diventa portavoce e specchio fedele di un malessere estremo, che risulterà, in non poche occasioni, indesiderato e osteggiato quale corruttore del lindo e asettico ambiente televisivo. Ma, inesorabilmente, e per fortuna, TWIN PEAKS diventerà modello, a nostro avviso insuperato, e stimolo potente per l’irrefrenabile fiorire successivo di filoni narrativi televisivi, ma non solo, di argomento fantascientifico, poliziesco, noir, spionistico e cospirazionistico, che hanno tentato, e continuano tuttora, di eliminare inutili e finti aspetti didascalici, intenti didattici, propedeutici o, peggio ancora, pedagocici, della televisione precedente. Si può davvero dire che Lynch, tramite TWIN PEAKS, abbia fatto dono alla fiction televisiva di un grande pre-testo per diventare un mezzo espressivo maturo.
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