Prigione di vetro

Un thriller dalla trama piuttosto banale ma con un cast formidabile questo Glass House del 2001, unico lungometraggio di Daniel Sackheim, regista di sole serie tv americane. Diane Lane, Stellan Skarsgard e Leelee Sobieski fanno dimenticare l’inconsistenza del plot che rivela fin dalle prime sequenze chi è l’assassino e non essendoci un maggiordomo è chiaro di chi si tratti, del resto il titolo originale del film è già abbastanza eloquente. Alla fine resta tuttavia un dubbio su un particolare forse sfuggito al soggettista, ovvero: perché i due orfani non sono andati a vivere dallo zio?

"The Glass House"/2001, Daniel Sackheim), anche se francamente dopo metà film i giochi diventano fin troppo scoperti, ossia quando si scoprono i veri scopi dei genitori affidatari, tiene testa come thrillerm con la vicenda dei due minori, di cui perà la ragazza è già sedicenne, sorpresi dalla tragica morte per incidente d'autor dei due genitori, affifati a una coppia di nome Glass e la cui casa è appunto...una glass house. Tutto sembra perfetto, ma in realtà... Quando il tutto viene "appalesato"(almeno per lo spettatore, non diremo esperto, ma mediamente attento), ecco che Sackheim appesantisce i toni, con troppa grevità, con un eccesso di "gore"e di mezzi troppo adatti a un film dozzinale, piuttosto che a un raffinato drammat-thriller, come il film vorrebbe essere. [+]

"The Glass House"/2001, Daniel Sackheim), anche se francamente dopo metà film i giochi diventano fin troppo scoperti, ossia quando si scoprono i veri scopi dei genitori affidatari, tiene testa come thrillerm con la vicenda dei due minori, di cui perà la ragazza è già sedicenne, sorpresi dalla tragica morte per incidente d'autor dei due genitori, affifati a una coppia di nome Glass e la cui casa è appunto...una glass house. Tutto sembra perfetto, ma in realtà... Quando il tutto viene "appalesato"(almeno per lo spettatore, non diremo esperto, ma mediamente attento), ecco che Sackheim appesantisce i toni, con troppa grevità, con un eccesso di "gore"e di mezzi troppo adatti a un film dozzinale, piuttosto che a un raffinato drammat-thriller, come il film vorrebbe essere.  A'la toançonneuse, decisamente, il finale ma, si sa, concludere un film di questo genere in modo drammaturgicamente valido è molto più difficile di quanto non sia creare un inzio o una parte mediana convincente. Hitchock è lotano, De Plama comunque anche, mentre eventuali altri confronti non sembrano opportuni, per le oggettive distanze a livello estetico e poetico; Sackjeim sembra a metà strada tra un film originale e l'esigenza di andare incontro a un "pubblico medio"(un termine da definire , tra l'altro, ma anche un'istanza forse fin troppo presente a chi fa film e soprattutto a chi li produce, quasi ci fosse un"common sense"dello spettatore, in realtà indeifnibile, a parte quanto deriva da età, formazione culturlae, interessi ben oltre il"selciato"filmico). Chi ricorda un Bruce Dern dell'ultimo Hitchcok(Fanily Plot)e comunque di fine anni 1970 lo ritrova qui in un ruolo abbstanza marginale anche se drammaturgicamente importante in quanto d° il"la"all'affidamento dei due ragazzi, mentre Diane Lee, Leellee Sobieski e Steannn Slarsgard sono interprreti, a loro modo, efficaci anche se non eccelsi. El Gato [-]

La sedicenne Ruby ed il fratello più piccolo rimangono improvvisamente orfani a causa di un incidente stradale dei propri genitori. I ragazzi, secondo il volere dei defunti genitori, verranno affidati ad una coppia cari amici della famiglia. Ambientarsi è difficile, ma il fratello minore si adegua sin da subito "ipnotizzato" dal benessere, la casa lussuosa, ed ogni comfort a disposizione; Ruby invece nota che nella coppia c'è qualcosa che non va. Thriller piacevole che mantiene l'interesse sino alla fine; nulla di straordinario ma ampiamente sufficiente.

In un'ambigua tragedia due ragazzi perdono i genitori e vanno a vivere in un'ambigua casa con due ambigui tutori, le vicissitudini delle due vittime sono collegate al denaro causa ispiratrice di tante trame che, per una volta vede infine soccombere i cattivi, al film manca la vera sorpresa e un movimento esterno che incombese sulla storia, lo zio per esempio, sarebbe stato un elemento anch'esso ambiguo che alla fine scopri dei nostri, c'è comunque una buona tensione creata ad hoc ma una fumettistica vicenda di malavitosi e la lane "sacrificata" valutazione: due stelle e mezza, discreto. Saluti.

Interessante leggere che la casa di North by northwest sia di Wright...,peccato che NON è vero....

Solita storia trita e ritrita, nulla che non si sia ancora visto in qualche altro film; ma tutto sommato .... c'è di peggio, ed il film è guardabile! Bravi gli attori!

io a dire la verità nn lo ho neanke finito di vedere ma mi sn subito appassionata e sn venuta a vedere qui la recensione. complimenti al regista soprattutto e spero moltissimo ke legga il mio commento.complimenti moltissimi ai grandi attori.davvero complimenti!!!

Ritmo,suspance...la bellissima leelee sobieski,bel film!

Bellissimo thriller......ti incuriosisce e c'è suspance...molto bello!