Prigione di vetro

"The Glass House"/2001, Daniel Sackheim), anche se francamente dopo metà film i giochi diventano fin troppo scoperti, ossia quando si scoprono i veri scopi dei genitori affidatari, tiene testa come thrillerm con la vicenda dei due minori, di cui perà la ragazza è già sedicenne, sorpresi dalla tragica morte per incidente d'autor dei due genitori, affifati a una coppia di nome Glass e la cui casa è appunto...una glass house. Tutto sembra perfetto, ma in realtà... Quando il tutto viene "appalesato"(almeno per lo spettatore, non diremo esperto, ma mediamente attento), ecco che Sackheim appesantisce i toni, con troppa grevità, con un eccesso di "gore"e di mezzi troppo adatti a un film dozzinale, piuttosto che a un raffinato drammat-thriller, come il film vorrebbe essere. [+]

"The Glass House"/2001, Daniel Sackheim), anche se francamente dopo metà film i giochi diventano fin troppo scoperti, ossia quando si scoprono i veri scopi dei genitori affidatari, tiene testa come thrillerm con la vicenda dei due minori, di cui perà la ragazza è già sedicenne, sorpresi dalla tragica morte per incidente d'autor dei due genitori, affifati a una coppia di nome Glass e la cui casa è appunto...una glass house. Tutto sembra perfetto, ma in realtà... Quando il tutto viene "appalesato"(almeno per lo spettatore, non diremo esperto, ma mediamente attento), ecco che Sackheim appesantisce i toni, con troppa grevità, con un eccesso di "gore"e di mezzi troppo adatti a un film dozzinale, piuttosto che a un raffinato drammat-thriller, come il film vorrebbe essere.  A'la toançonneuse, decisamente, il finale ma, si sa, concludere un film di questo genere in modo drammaturgicamente valido è molto più difficile di quanto non sia creare un inzio o una parte mediana convincente. Hitchock è lotano, De Plama comunque anche, mentre eventuali altri confronti non sembrano opportuni, per le oggettive distanze a livello estetico e poetico; Sackjeim sembra a metà strada tra un film originale e l'esigenza di andare incontro a un "pubblico medio"(un termine da definire , tra l'altro, ma anche un'istanza forse fin troppo presente a chi fa film e soprattutto a chi li produce, quasi ci fosse un"common sense"dello spettatore, in realtà indeifnibile, a parte quanto deriva da età, formazione culturlae, interessi ben oltre il"selciato"filmico). Chi ricorda un Bruce Dern dell'ultimo Hitchcok(Fanily Plot)e comunque di fine anni 1970 lo ritrova qui in un ruolo abbstanza marginale anche se drammaturgicamente importante in quanto d° il"la"all'affidamento dei due ragazzi, mentre Diane Lee, Leellee Sobieski e Steannn Slarsgard sono interprreti, a loro modo, efficaci anche se non eccelsi. El Gato [-]