steffa
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venerdì 5 aprile 2024
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da vedere
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letteralmente un capolavoro essendo il primo della serie, il film può risultare leggermenete acerbo rispetto alla produzione sucessiva Reggio / Fricke , quasi un esercizio di stile , manca ancora una padronanza della tecnica in chiave semantica e riflessiva. Ad oggi potrebbe sembrare una pellicola quasi banale e scontata ma all'epoca l'uso del time lapse doveva apparire come qualcosa di davvero mai visto ed altamente sperimentale, tecnica copiata ed adottata ben presto in gran parte di documentari commerciali e spot televisivi e divvenuta ai giorni attuali consolidata e di largo consumo.
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giacomosavigni
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giovedì 15 gennaio 2009
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straordinario
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non lo si può definire diversamente.
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marco freddi
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giovedì 18 settembre 2008
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critiche alla critica
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Per cominciare, definire jazz-rock la partitura minimalista di Glass è a dir poco risibile.
Riguardo l'uso esasperato di ralenty e accelerazione delle riprese, questa è totalmente e scientemente voluta, a dividere, quasi come una cesura, a giustapporre l'immagine della natura nella prima parte, calma, riflessiva, con la freneticità a dir poco scellerata della "normale" vita quotidiana della nostra società.
Emblematico il finale "rallentato", sorretto dalle musiche di Glass che da voce ad alcune profezie Hopi, non prorpio ottimistiche.
Per qualità visiva e potenza narrativa secondo me si può a buon diritto parlare di capolavoro.
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a
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lunedì 12 maggio 2008
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premium!
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Vi ricordate la pubblicità anni '80 dei crackers Premium? Quella in cui la vita moderna e frenetica ed il lento, tranquillo processo di lievitazione erano contrapposti, anche grazie a quella musica indimenticabile? Be'... questo documentario e la geniale colonna sonora di Philip Glass avevano già fatto scuola...
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piccolomorganino
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lunedì 31 marzo 2008
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uno spettacolo amaro
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Film geniale che dimostra la nostra incapacità di saper vivere senza distruggere la Terra straordinaria in cui viviamo. Siamo governati dalla frenesia e dal possesso assoluto, crediamo di creare progresso e benessere, ma non ci accorgiamo del male che facciamo a noi stessi.
Bello e crudele alla stesso tempo.
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l.s.
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mercoledì 5 marzo 2008
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...!
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è un film fantastico, con una colonna sonora incredibile che ti travolge per tutta la durata della visione... altro che stucchevole!!
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cineofilo92
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lunedì 14 maggio 2007
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di documentari così se ne vedono pochi
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Meravigliosa pellicola senza dialoghi, che mostra, contrapposte, le bellezze incontaminate della natura e le opere umane (che abusano di essa). Tutto è mosso da una splendida simbiosi tra musica (molto suggestiva) e movimento, spesso accellerato o rallentato. Non mancano momenti onirici e surreali molto intensi, con un ritmo oltre i limiti dell'ossessività.
In qualunque inquadratura, in qualunque scena, è la natura che domina tutto. L'uomo, anche se sembra il padrone, alla fine soccombe (si vede con molta evidenza nelle scene iniziali e finali).
Un piccolo grande gioiello presentato da F. F. Coppola.
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darjus
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venerdì 13 aprile 2007
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il mondo di domani
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Aiutato dalla frenetica ed emozionante musica di Philip Glass e con uno stile visionario e brillante (camera fissa su supporto mobile, uso parossistico delle velocità di scorrimento), che crea un inquietante “effetto soggettiva”, Reggio compie la sua indagine sociologica sullo stile di vita dell’uomo (americano) negli anni Ottanta. Tuttavia il documentario è di impressionante attualità, anche, e a maggior ragione, nel 2006. Il significato della parola in lingua Hopi, che dà il titolo al film, viene rivelato alla fine. E vale la pena di arrivare sino in fondo. Produce Francis Ford Coppola. Le prime immagini sono delle pitture rupestri su una parete di una grotta. Poi la natura, la terra in tutte le sue forme e sfaccettature.
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Aiutato dalla frenetica ed emozionante musica di Philip Glass e con uno stile visionario e brillante (camera fissa su supporto mobile, uso parossistico delle velocità di scorrimento), che crea un inquietante “effetto soggettiva”, Reggio compie la sua indagine sociologica sullo stile di vita dell’uomo (americano) negli anni Ottanta. Tuttavia il documentario è di impressionante attualità, anche, e a maggior ragione, nel 2006. Il significato della parola in lingua Hopi, che dà il titolo al film, viene rivelato alla fine. E vale la pena di arrivare sino in fondo. Produce Francis Ford Coppola. Le prime immagini sono delle pitture rupestri su una parete di una grotta. Poi la natura, la terra in tutte le sue forme e sfaccettature. Infine l’uomo contemporaneo, le sue città, i suoi palazzi le sue automobili. Dove stiamo andando? Che tipo di vita conduciamo? E’ uno stile di vita sostenibile? L’uomo crea e distrugge, domina per essere schiavo, prevale sugli animali per comportarsi come loro. Che senso ha la velocità alla quale ci muoviamo? Dove dobbiamo andare con le nostre piccole, ordinate e frettolose «automobiline»? Il ritratto del mondo che emerge dalla visione di “Koyaanisqatsi” è tanto inquietante quanto realistico: l’uomo è un missile, che sfreccia alto nel cielo, dirigendosi progressivamente verso un futuro di autodistruzione. ***1/2
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bam
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martedì 6 marzo 2007
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visionario
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meraviglioso, capace di togliere il respiro, attualissimo anche dopo 25 anni dalla sua presentazione. un film imperdibile per il suo valore cinematografico, ma soprattutto per la profonda validita' del suo messaggio. da non perdere e un buon aiuto alla riflessione
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