paolp78
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lunedì 18 gennaio 2021
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semplice e ben riuscito
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Questa trasposizione cinematografica di un classico della letteratura per ragazzi ha il pregio di essere un film molto semplice e diretto ed al contempo eccezionalmente efficace nella sua capacità di toccare i sentimenti dello spettatore.
Lo spirito originario del racconto è pienamente rispettato, caratteristica questa che fa sempre la differenza in positivo allorquando ci si cimenta in operazioni di questo genere. Il film è particolarmente scorrevole ed ha la qualità, certamente non comune, di risultare gradevole anche dopo numerose visioni.
Molto ben reso sullo schermo l'amore tra madre e figlio, che funziona sempre bene ed anche in questo caso è capace di commuovere, soprattutto nelle scene finali.
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Questa trasposizione cinematografica di un classico della letteratura per ragazzi ha il pregio di essere un film molto semplice e diretto ed al contempo eccezionalmente efficace nella sua capacità di toccare i sentimenti dello spettatore.
Lo spirito originario del racconto è pienamente rispettato, caratteristica questa che fa sempre la differenza in positivo allorquando ci si cimenta in operazioni di questo genere. Il film è particolarmente scorrevole ed ha la qualità, certamente non comune, di risultare gradevole anche dopo numerose visioni.
Molto ben reso sullo schermo l'amore tra madre e figlio, che funziona sempre bene ed anche in questo caso è capace di commuovere, soprattutto nelle scene finali. Il film però non è un'opera strappalacrime, ma bensì una pellicola godibile e simpatica, con una narrazione piacevolmente leggera.
La parte del piccolo protagonista è affidata al biondo e lentigginoso Ricky Schroder, già celebre grazie alla sua interpretazione in “Il campione” di Franco Zeffirelli, nonché protagonista in seguito di numerosi altri film e persino di una popolare sit-com. L'attore bambino è particolarmente amabile, anche grazie all'aspetto da angioletto, e deve dirsi che in definitiva funziona benissimo, risultando particolarmente adatto per la parte.
Oltre che sull'adorabile fanciullo, il film si regge sul talento dell'immenso Alec Guinness, uno dei più straordinari attori di ogni tempo. Il leggendario interprete presta il volto al burbero ed altezzoso aristocratico inglese, sfoderando una performance impeccabile, che resta nella memoria affascinando gli spettatori.
Regia ordinaria che non aggiunge molto. Musiche molto ben scelte ed adatte alla pellicola.
Divertente la rivalità anglo-americana, che dà origine ad un pepato e divertente scambio di battute tra il Conte inglese e la nuora americana.
I buoni sentimenti che permeano la pellicola non sono mai stucchevoli: questi ultimi, insieme al luculliano pranzo di Natale della scena finale, contribuiscono a fare di questo film un classico del periodo natalizio.
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elgatoloco
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mercoledì 20 gennaio 2016
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dignità quasi à la mark twain
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Grande dignità di un vero film(nato originariamente come TV_movie, ma è, anche tecnicamente, un "peccato meno che veniale"data la qualità delle scene e del"tutto"), che nell'esemplificazione del rapporto classi"basse"e"aristocratici", USA versus Great Britain raggiunge un livello decisamente altro, per la capacità di rendere anche proprio fotograficamente il contrasto anzidetto, per l'interpretazione di un grandissimo attore quale Alec Guinness, very british quanto capace, anzi capacissimo di rendere ogni sfumatura dei sentimenti e delle emozioni umane e in particolare il passaggio da uno"stato d'animo"all'altro, che si avvicina alle riflessioni di un grande scrittore USA quale Mark Twain, pur essendo Frances Burnett(l'autrice del libro)sicuramente inferiore di non poco rispetto al grandissimo autore"per tutti e per tutte".
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Grande dignità di un vero film(nato originariamente come TV_movie, ma è, anche tecnicamente, un "peccato meno che veniale"data la qualità delle scene e del"tutto"), che nell'esemplificazione del rapporto classi"basse"e"aristocratici", USA versus Great Britain raggiunge un livello decisamente altro, per la capacità di rendere anche proprio fotograficamente il contrasto anzidetto, per l'interpretazione di un grandissimo attore quale Alec Guinness, very british quanto capace, anzi capacissimo di rendere ogni sfumatura dei sentimenti e delle emozioni umane e in particolare il passaggio da uno"stato d'animo"all'altro, che si avvicina alle riflessioni di un grande scrittore USA quale Mark Twain, pur essendo Frances Burnett(l'autrice del libro)sicuramente inferiore di non poco rispetto al grandissimo autore"per tutti e per tutte". Da riscoprire e da proporre, un film come questo, proprio anche in funzione del superamento dei contrasti nell'ambito di "famiglie allargate"(ovvio che la situazione attuale non ha più nulla a che vedere con quella del 1800, ma le azioni e reazioni umane, al di là del paludamento espressivo, come educazioni, abitudini, modi di esprimersi, sono sostanzialmente sempre le stesse)e del rapporto tra bambini e anziani soprattutto se"incattiviti"dalle esperienze esistenziali... El Gato
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samanta
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lunedì 5 maggio 2025
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il nonno duro dal cuore tenero
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E' un film uscito nel 1980 tratto da un romanzo per ragazzi scritto da Frances Burnett scrittrice inglese (Il giardino segreto), con la regia dell'inglese Jack Gold (La battaglia delle Aquile).
Sir John Arthur Errol (Alec Guinness) conte di Dorincourt è un ricchissimo nobile inglese con grandi proprietà terriere, i primi 2 figli che hanno condotto una vita scapestrata sono morti senza eredi, il terzogenito che viveva in USA ha sposato una americana di modeste condizioni (Connie Both) ed avuto un figlio Cedric (Rick Schroder) ma poi è morto di malattia, madre e figlio vivono una vita di ristrettezze economiche (lei è sarta) ma serena, Cedric ha 2 amici grandi il droghiere Hobbs e il lustrascarpe Dick, con loro vive Mary (Carmell McSharry) che più che una cameriera è un'amica.
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E' un film uscito nel 1980 tratto da un romanzo per ragazzi scritto da Frances Burnett scrittrice inglese (Il giardino segreto), con la regia dell'inglese Jack Gold (La battaglia delle Aquile).
Sir John Arthur Errol (Alec Guinness) conte di Dorincourt è un ricchissimo nobile inglese con grandi proprietà terriere, i primi 2 figli che hanno condotto una vita scapestrata sono morti senza eredi, il terzogenito che viveva in USA ha sposato una americana di modeste condizioni (Connie Both) ed avuto un figlio Cedric (Rick Schroder) ma poi è morto di malattia, madre e figlio vivono una vita di ristrettezze economiche (lei è sarta) ma serena, Cedric ha 2 amici grandi il droghiere Hobbs e il lustrascarpe Dick, con loro vive Mary (Carmell McSharry) che più che una cameriera è un'amica. Il conte invia a New York l'avvocato di fiducia Havisham ((Eric Porter), il quale fa presente a Mrs. Errol che il piccolo Cedric è diventato Lord Fauntleroy e che erediterà le ricchezze e il titolo del nonno per cui questi vuole educarlo nel suo castello, la madre vivrà in una casa vicino e potrà vederlo per qualche ora tutti i giorni, la madre accetta a condizione che il figlio non sappia che il nonno detesta la nuora americana. Il nonno uomo severo è pieno di pregiudizi, ma in seguito la simpatia e la bravura del bambino cambia il suo carattere duro: tratta meglio i fittavoli, fa pulire le loro case in pessime condizioni, così apprezza il disinteresse della madre che non vuole soldi e si mantiene con il suo lavoro di sarta. Dopo 20 anni il conte indice una festa per presentare Cedric e sarà anche l'occasione per riconciliarsi con la sorella Costantia (Rachel Kempson) ma una notizia turba la sua serenità si scopre (la notizia è anche sulla stampa) che il secondogenito del conte aveva avuto un figlio Ben che con la madre arriva al castello. Il Conte è sconvolto, ma grazie a Dick l'amico americano di Cedri, si scopre che la donna è una truffatrice in realtà era sposata con il fratello di Dick da cui aveva avuto Ben, ma poi l'aveva lasciato e nascondendo la sua condizione di coniugata aveva sposato il secondogenito del conte, il matrimonio era perciò nullo e in ogni caso in figlio non era nipote del conte.
E' un film che semplicemente racconta una fiaba in un certo senso la versione maschile di Cenerentola, la storia che è nata per i ragazzi piace anche agli adulti, è stata trasposta cinematograficamente in modo intelligente, realizzando un'ambientazione accurata e precisa creando abilmente l'atmosfera di un magione patrizia inglese del fine '80 (per intenderci l'atmosfera di Downton Abbey) ed anche le condizioni dei contadini inglesi. La fotografia a colori ed il paesaggio della campagna sono suggestivi, ma soprattutto è una storia lineare, raccontata in modo gradevole e interessante che coinvolge l'attenzione di tutte le fascie d'età. Un sapore un pò zuccheroso? Forse, ma la vicenda indubbiamente provoca interesse, e il colpo di scena finale anche se prevedibile, dà vigore alla trama. I dialoghi sono simpatici e brillanti, i personaggi accattivanti, Cedric è interpretato con disinvoltura da Rck Schroder attore USA che iniziò a 9 anni la carriera di attore con Franco Zeffirelli (Il campione) proseguendo da adulto in molti film spesso come caratterista (da segnalare Allarme Rosso di Tony Scott con Denzel Washington e Gene Hackman)- Il film certamente è ravvivato dalla presenza come protagonista di Alec Guinness forse il migliore attore cinematografico della seconda metà del XX secolo, inizialmente bravissimo attore teatrale (Old Vic) passò al cinema con interpetazioni memorabili tra cui Sangue blu in cui recitò 8 parti tra cui quella di una donna, quando interpretava un ruolo non recitava era "il personaggio": coraggioso e folle colonnello ne Il ponte sul fiume Kwai, lo sceicco Feisal in Lawrence d'Arabia, Obi-Wan-Kenobi in Star Wars, il principe ne Il Cigno e così via in tante pellicole, in TV interpretò la serie Tv su La Talpa di Le Carrè che a giudizio di tutti compreso l'autore fu il migliore Smiley; in questo film è un perfetto nobile inglese di altri tempi, aveva in fin dei conti una faccia anonima che però era capace di qualsiasi espressione.
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mondolariano
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domenica 29 maggio 2011
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un piccolo spaccato della società...
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Il piccolo Lord è un piccolo spaccato del mondo anglo-americano, che mette a confronto le differenze sociali delle due nazioni: il disordine di un’America democratica tutta da costruire e l’antica compostezza della nobiltà inglese. Lo scopo è quello di celebrare la bontà del “nuovo” che inietta nuova linfa nelle vene del “vecchio”. Il resto si abbandona al sentimentalismo retorico di facile trasporto. L’unico personaggio autentico mi sembra essere la madre del bambino (la bella Connie Booth, che non a caso è psicoterapista anche nella vita), nel cui ruolo fornisce un sincero esempio di altruismo e di umana lealtà. Debolissimo e del tutto accessorio, invece, l’intervento della madre rivale, che tenta invano di smuovere le acque di uno sciroppo troppo dolce.
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Il piccolo Lord è un piccolo spaccato del mondo anglo-americano, che mette a confronto le differenze sociali delle due nazioni: il disordine di un’America democratica tutta da costruire e l’antica compostezza della nobiltà inglese. Lo scopo è quello di celebrare la bontà del “nuovo” che inietta nuova linfa nelle vene del “vecchio”. Il resto si abbandona al sentimentalismo retorico di facile trasporto. L’unico personaggio autentico mi sembra essere la madre del bambino (la bella Connie Booth, che non a caso è psicoterapista anche nella vita), nel cui ruolo fornisce un sincero esempio di altruismo e di umana lealtà. Debolissimo e del tutto accessorio, invece, l’intervento della madre rivale, che tenta invano di smuovere le acque di uno sciroppo troppo dolce.
Ingenuo ma gradevole. Due stelle e mezzo.
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