Georges Sadoul
Due ragazzi ebrei (Ladislav Jansky e Antonin Kumbera) sfuggono a un treno di deportati, nei Sudeti, ed errano nei boschi, finché un gruppo di vecchi non dà loro la caccia e li cattura, ma per lasciarli liberi: verso una nuova caccia?
Il giovane regista ha avuto presente la lezione di Resnais, ma anche - probabilmente - quella di Kafka: l'angoscia della fuga è narrata in maniera quasi onirica; e la caccia è grottesca e paradossale. [...]
di Georges Sadoul, articolo completo (913 caratteri spazi inclusi) su 1968