Giuseppe Marotta
Che giugno. Cieli neri, a cappello di monsignore; bacilli e virus che danzano la quadriglia... no, il twist; raffiche di vento e di pioggia come a novembre; la gente col bavero alzato; gli arenili deserti, con le ombre, a volte, di un paio di bagnanti stranieri color baccalà; e Jayne Mansfield che si denuda, o quasi, nell'invariabile night-club romano. Sfido. Eccitate dall'alcool, pazze di generosità e di esibizionismo come tutti gli ubbriachi, queste dive non hanno da profondere talento o spirito: e, nei vortici dello sperpero, danno fondo all'esposizione dei propri tesori di cosce, di glutei, di mammelle, grazie ai quali, appunto, sono diventate famose. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (10331 caratteri spazi inclusi) su 1965