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Come per i racconti e romanzi di Suanìn(Giovannino)Guareschi, così per i film(in genere, come anche in questo caso, per questo"Don Camillo e l'onorevole Peppone", 1955)diretto da Julien Duvivier, regista vero e di valore indubbio, vale, eventtualmente(ma sempre meno, certo)la pregiudiziale, l'apriori ideologico, per cui qualcuno si insospettisce, ma, come sappiamo, la comicità sincera di questi film, tratti appunto dalle opere letterarie di Guareschi, è indubbia e ben riuscita: tutto, qui, dalle"mosse"razionali di Don Camillo a quelle pioù impulsive di Peppone è regolato , quasi da un"meccanismo"legatissimo anche ai due interpreti principlai, rispettivamente Fernandel(DOn Camillo)e Gino Cervi(Peppone). Qui, oltre a tutto, due "variabili": Peppone, per diventare onorevole(o meglio provare a diventarlo)deve superare l'esame di quainta elementare e , ancora, i suoi avversari, gli" mandano "una ragazza per farlo innamorare, ma Peppone, come noto, è già sposato... Un bel problema, da risolvere, da"sbrigare", ma naturalmente le cose sono messe diversamente da come, all'inizio del film(del romanzo, altrimenti)si presentano... quel pizzico di"suspense"che non guasta mai, anzi è richiesto. Anche gli/le interpreti di contorno sono importanti, rendendo personaggi a volte"gortteschi", ma è altrettanto certo che il peso del film ricade sui due interpreti principali, peraltro sempre, senza meno, all'altezza..Due icone irripetibili, come dimostrano tentativi mai riusciti di"bissarne", iterarne le prove. El Gato
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