Boomerang - L'arma che uccide

Il film uscito nel 1947 ha la regia di Elia Kazan all'inizio di una carriera prestigiosa iiniziata nel 1945 ad Hollywood ancora invischiato nella relazione con Costance Dowling (l'amore non corrisposto di Cesare Pavese e che tenterà la fortuna l'anno dopo andando in Italia); nello stesso anno Kazan girerà Barriera invisibilecon il quale otterà il primo dei 2 Oscar per la regia (il secondo lo otterrà con Fronte del porto). In questo film che ha quasi l'aspetto di un docufilm, il soggetto è stato preso da una vicenda avvenuta 20 anni prima in un caso analogo con protagonista un procuratore distrettuale.
Siamo in una città non precisata degli USA, Padre Lambert pastore della Chiesa Episcopaliana  ( così denominata la Chiesa anglicana in USA) anziano e mite, è conosciuto per la sua attività caritativa verso i poveri e le persone in situazioni difficili, ma anche rigoroso nel dare aiuto, all'inizio del film consigliare uno psicopatico affetto da mania di persecuzione  (Arthur Miller, lo scrittore allora amico di Kazan)) di farsi curare da un medico e questi mentre il pastore  avverte la madre lo guarda con odio, poi si vede un uomo che esce dal suo ufficio stracciando con dispetto un foglio, più tardi sapremo che si tratta di John Waldron (Arthur Kennedy). [+]

Il film uscito nel 1947 ha la regia di Elia Kazan all'inizio di una carriera prestigiosa iiniziata nel 1945 ad Hollywood ancora invischiato nella relazione con Costance Dowling (l'amore non corrisposto di Cesare Pavese e che tenterà la fortuna l'anno dopo andando in Italia); nello stesso anno Kazan girerà Barriera invisibilecon il quale otterà il primo dei 2 Oscar per la regia (il secondo lo otterrà con Fronte del porto). In questo film che ha quasi l'aspetto di un docufilm, il soggetto è stato preso da una vicenda avvenuta 20 anni prima in un caso analogo con protagonista un procuratore distrettuale.
Siamo in una città non precisata degli USA, Padre Lambert pastore della Chiesa Episcopaliana  ( così denominata la Chiesa anglicana in USA) anziano e mite, è conosciuto per la sua attività caritativa verso i poveri e le persone in situazioni difficili, ma anche rigoroso nel dare aiuto, all'inizio del film consigliare uno psicopatico affetto da mania di persecuzione  (Arthur Miller, lo scrittore allora amico di Kazan)) di farsi curare da un medico e questi mentre il pastore  avverte la madre lo guarda con odio, poi si vede un uomo che esce dal suo ufficio stracciando con dispetto un foglio, più tardi sapremo che si tratta di John Waldron (Arthur Kennedy). Nella scena seguente vediamo P. Lambert una sera sotto un lampione che sta per attraversare una via, una pistola tenuta da una mano guantata gli spara un colpo alla nuca, lo sparatore con il volto nascosto da un cappello invano viene inseguito, mentre varie persone hanno visto la scena. Il Sindaco del Comune che è un riformista aveva creato vari centri sociali e sportivi, ma per questo fatto che ha colpito l'opinione pubblica, viene attaccato pesantamente dall'opposizione e dal giornale cittadino per la violenza sulle strade e l'incapacità di trovare il colpevole. Il Sindaco mette sottopressione il capo della polizia Harold Robinson (Lee J. Cobb) che si fa aiutare dal tenente White (Karl Malden) e pressato dai suoi 3 consiglieri vorrebbe fare intervenire il FBI, Robinson si oppone, lo appoggia il procuratore distrettuale Harvey (Dana Andrews) che resiste alle sollecitazioni  dei politici specie del consigliere Harris (Ed Bagley); in gioco sono le prossime elezioni il che significherebbe per Harris la non realizzazione di un centro sportivo comunale e il fallimento della sua impresa, alla fine viene arrestato Waldron con prove che sembrano schiaccianti: il possesso della pistola che ad una prima analisi sembra quella dell'omicidio, 7 testimoni presenti al fatto e la testimonianza della governante di Lambert, alla fine dopo 48 ore di interrogatorio sfiancante e brutale Harris firma la confessione che poi ritratta. Qulcosa non torna per il procuratore ed Harvey chiede al giudice dell'udienza preliminare di assolvere l'imputato e con un'arringa breve ed efficace smonta tutte le prove: dall'analisi della pistola perché i periti si erano dimenticati che una scheggia della pallottola era rimasta nel cercello e una perizia più accurata avea dimostrato che non poteva avere sparato il proiettile, così anche tutte le tesimonianze sono smontate o rese dubbie, l'imputato è assolto, Harris si suicida in aula, da cui si alllontana lo psicopatico di P. Lambert e che più tardi si schianta con l'auto contro un camion.
Il procuratore prima di riesaminare le prove apre il Codice etico dei Procuratori che nel preambolo afferma "Il procuratore non deve cercare un colpevole, ma cercare la giustizia" In questo caso viene applicata la disposizione giuridica che la condanna deve essere applicata oltre ogni ragionevole dubbio, che deriva poi da un principio dell'ordinamento giuridico romano "in dubio pro reo", in questo film lo applica il procuratore così come in un'altro film il capolavoro di Lumet "La parola ai Giurati" lo applica la giuria convinta da uno dei suoi membri, la procura è un organo pubblica che deve tutelare la giustizia se in Italia si fosse applicato questo principio recepito nel nostro ordianamento, probabilmente Stasi non sarebbe stato condannato. In questo film appare un Elia Kazan già maturo come direttore e dirige magistralmente uno staff di ottimi attori, che sono inquadrati psicologicamente con maestria a cominciare da Dana Andrews (solido e bravo attore: Alba Fatale, Quando la città dorme, Laura, I migliori anni della nostra vita) che è un procuratore mosso dalla voglia di perseguire l'accusato non solo perché il caso sembra facile ma anche perché gli è stato prospettato che gioverebbe alla sua candidatura a Governatore, subisce anche delle minacce (Harris gli punta contro una pistola), ma tutte queste tentazioni non travolgono la sua coscienza che lo costringe ad affrontare e approfondire tutti dubbi che aveva sulle prove. Kazan era un regista di attori e circondato da bravi attori come Karl Malden, Lee J. Cobb e il veterano Ed Bagley (entrambi in La parola ai giurati, fa rendere al meglio la loro professionalità, in particolare risalta l'eccezionale performance di Arthur Kennedy notevole specie nello sfibrante interrogatorio e avrebbe meritato un Oscar, Kennedy è stato un bravo attore protagonista e caratterista in film di notevole livello (Una pallottola per Roy, Là dove scende il fiume, Ore disperate, Rancho Notorious). Ottima la sceneggiatura che ebbe una nomination all'Oscar.

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