Esordio di Zinnemann con un noir che per certi aspetti anticipa di qualche anno la nascita del polar francese sebbene non ne abbia tutte le caratteristiche. Il film parte in sordina dando una impressione negativa, quasi fosse un B-movie poliziesco, poi la tensione cresce di sequenza in sequenza e man mano che si scoprono i caratteri dei personaggi il plot coinvolge lo spettatore fino al finale, che se pur prevedibile risulta ben costruito e non del tutto banale. Commesso il delitto la macchina della giustizia si mette in moto e attraverso il lavoro indefesso di un solerte funzionario della polizia scientifica inizia a macinare indizi e congetture fino alla soluzione del giallo e alla identificazione del colpevole che lo spettatore conosce peraltro fin dal principio come in Nodo alla gola di Hitchcock.
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Esordio di Zinnemann con un noir che per certi aspetti anticipa di qualche anno la nascita del polar francese sebbene non ne abbia tutte le caratteristiche. Il film parte in sordina dando una impressione negativa, quasi fosse un B-movie poliziesco, poi la tensione cresce di sequenza in sequenza e man mano che si scoprono i caratteri dei personaggi il plot coinvolge lo spettatore fino al finale, che se pur prevedibile risulta ben costruito e non del tutto banale. Commesso il delitto la macchina della giustizia si mette in moto e attraverso il lavoro indefesso di un solerte funzionario della polizia scientifica inizia a macinare indizi e congetture fino alla soluzione del giallo e alla identificazione del colpevole che lo spettatore conosce peraltro fin dal principio come in Nodo alla gola di Hitchcock. Una visione ottimistica del mondo e particolarmente fiduciosa nelle istituzioni sottende il plot, che, del resto, non poteva mancare in una economia emotiva di guerra per rincuorare il pubblico in pieno conflitto mondiale rassicurandolo circa il positivo esito finale dello stesso.
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