Ana Endara valorizza al massimo il contesto di Panama e costruisce un crepuscolare passo a due, senza retorica e con malinconica ironia. In concorso alla Festa del Cinema di Roma
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
È sempre interessante osservare un esordio che lavora dentro schemi consolidati, perfino al limite delle convenzioni. È un'occasione per scorgere davvero la personalità, l'intelligenza, la curiosità di un autore o un'autrice, di intravedere i segni di uno sguardo in costruzione.
È quel che fa Ana Endara, regista panamense che per la sua opera prima intreccia il buddy al femminile (l'amicizia tra due personaggi molto diversi tra loro), il percorso dell'enemies to lovers (la scoperta di un rapporto che in principio non è apparentemente prevedibile), il film sulla malattia (in questo caso la demenza, sempre più gravosa). [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (2692 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 22 ottobre 2024